00 31/05/2008 10:54
Voto contrario delle opposizioni. Ora la parola passa al Senato
«C'è conflitto di interessi, niente dialogo»
Di Pietro: Berlusconi usa ancora le leggi per fare i propri interessi. Via libera al decreto «salva infrazioni»


ROMA - L'aula di Montecitorio ha dato il via libera al decreto legge sugli obblighi comunitari. I sì sono stati 282, i no 250 e si sono registrati anche quattro astenuti. Il testo passa adesso all'esame del Senato. Il dl scade l'8 giugno.

LE POLEMICHE SU RETE4 -Un testo che aveva assunto grande valenza politica soprattutto per la presenza di norme che avrebbero di fatto sanato la situazione di Rete 4 che trasmette a scapito di Europa 7, a cui era invece stata assegnata la concessione. I gruppi di opposizione - Pd, Idv e Udc - hanno rivendicato il merito di essersi opposti a quello che avevano definito un provvedimento «ad personam», ottenendo che le norme contestate fossero stralciate dal testo.


L'AFFONDO DI DI PIETRO - Toni particolarmente duri, in particolare, dal leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, che ha richiamato l'attenzione sul conflitto di interessi del premier Silvio Berlusconi, che di Mediaset è il fondatore: «Il presidente del Consiglio - ha detto Di Pietro - utilizza i provvedimenti legislativi per far passare norme che interessano a lui in prima persona. Anche in questa legislatura si è presentato con una carta d'identità ben chiara: tutelare le sue reti e il suo patrimonio». «Fino a quando questo conflitto non si risolve - ha concluso l'ex pm - noi di Italia dei valori non potremo mai sederci al tavolo del dialogo». Di Pietro aveva deciso di rivolgersi in prima persona al Cavaliere, che pure non era presente in aula: «Le dico che ’nun se po’ fa’ - ha detto richiamando la battuta rivolta da Berlusconi a Veltroni nel discorso di insediamento del governo -. Non si puo’ fare che lei utilizzi le istituzioni e il Parlamento per piegare le leggi a suo vantaggio. Lo ha fatto nella scorsa legislatura con le leggi sulla giustizia, che le hanno permesso di svincolare nei processi a suo carico. Lo ha rifatto questa volta con una norma che salva comunque la sua Rete4 e ha introdotto un pedaggio selvaggio nel settore autostradale».

IL PD ATTACCA MA NON RINUNCIA AL DIALOGO - Su Rete4 e sull'approvazione «per legge» delle convenzioni tra Anas e Autostrade il Pd ha fatto ostruzionismo: ma il suo atteggiamento alla ricerca di un dialogo con il governo e la maggioranza «non cambia». È comunque incentrata sulla prospettiva di un dialogo la dichiarazione di voto, nell'Aula della Camera, sul decreto legge sugli obblighi comunitari di Antonello Soro. Il capogruppo del Pd, che parla al fianco di Walter Veltroni, bolla come «aberrante e orribile» l'emendamento sulle autostrade entrato a far parte del decreto; e sulle norme su Rete 4 registra «evidenti segni di una stagione che nessuno di noi sperava di rivivere ». «Ma noi - ribadisce - non oscilleremo, come vorrebbero molti interessati censori, tra rissa e pasticci consociativi. Sapremo coniugare - spiega - opposizione rigorosa sui contenuti dell'azione di governo e ricerca costante di dialogo, per concorrere a una nuova stagione della politica italiana, per modernizzare la nostra democrazia».

«ANCORA ANTIBERLUSCONISMO» - I gruppi di opposizione hanno comunque deciso di votare contro il decreto cosiddetto «salva infrazioni». Nel suo intervento di dichiarazione di voto, Italo Bocchino del Pdl ha contestato quello che ha definito un ritorno dell'«antiberlusconismo» da parte del centrosinistra e ha accusato la minoranza di «anti-europeismo» evidenziando come il provvedimento è legato a richieste formali della Ue e che nella sua formulazione iniziale - prima però dell'inserimento degli emendamenti sulle frequenze tv e sulle concessioni autostradali (che sono state a loro volta oggetto di scontro in aula) - portava la firma dell'ex premier Prodi e dell'ex ministro delle Politiche comunitarie, Emma Bonino.

LEGA CONTRO LA UE - Un duro attacco all'Europa e alle sue politiche è però giunto dai banchi della Lega, da sempre il più euroscettico tra i gruppi della maggioranza. Luciano Dussin ha rivendicato con orgoglio il no del Carroccio alla ratifica della Costituzione Europea, definita «senza alcun principio, uno scarabocchio senz’anima, fortunatamente bocciato dai popoli europei». Per Dussin «dobbiamo interrogarci su cosa fare assieme in Europa», e soprattutto «dobbiamo evitare che sia un super-tribunale, la Corte di Giustizia Europea, a sopperire a tutte queste mancanze. Dobbiamo rivendicare la centralità del nostro programma elettorale e non essere succubi degli indirizzi della Ue» considerata un «super-tribunale» che «da duemila chilometri di distanza» detta gli indirizzi agli Stati membri.


29 maggio 2008
corriere.it