00 22/05/2008 14:36
Bologna, la prima mattina in carcere

Dopo una notte tranquilla, Annamaria Franzoni ha trascorso la prima mattinata nel carcere Dozza di Bologna girando per i vari uffici del penitenziario, scortata da un agente, per svolgere gli adempimenti formali e burocratici. La "mamma di Cogne" è stata condannata in via definitiva a sedici anni di carcere per l'omicidio del figlio Samuele. E' stato disposto che la Franzoni sia sorvegliata a vista dagli agenti della polizia penitenziaria.


L'arrivo della donna ha movimentato la vita del carcere bolognese. Alcune detenute hanno avvicinato la Franzoni, in jeans e maglione scuro, per cercare di parlarle: come già avvenuto quando era in aula, Annamaria Franzoni non ha però lasciato trasparire alcuna emozione, con pochissime parole rivolte a chi cercava di interloquire con lei. Per il momento rimane sorvegliata a vista da due agenti della polizia penitenziaria e, in giornata, dovrebbe essere sottoposta ad ulteriori visite mediche e ad un colloquio con lo psicologo, per cercare di approfondire le sue inclinazioni.

Paiono poco probabili, almeno per questi primi giorni, eventuali visite da parte di amici e familiari. Intanto, per evitare un assedio mediatico al carcere della Dozza, la direzione dell'istituto ha predisposto un servizio di pattuglia della polizia penitenziaria nel parcheggio antistante il carcere, per evitare che telecamere, fotografi, giornalisti o semplici curiosi possano avvicinarsi al cancello d'ingresso.

La Franzoni è giunta al penitenziario mercoledì notte verso le 2.40, scortata da una macchina dei carabinieri, che hanno eseguito l'ordine di cattura della Procura generale di Torino. La donna è stata arrestata a Ripoli Santa Cristina, dove abita con la famiglia. Prima di essere trasferita nel penitenziario, Annamaria ha salutato i suoi due bambini, Davide e Gioele. Un saluto drammatico, tra grida e lacrime. Strazianti le parole dei bimbi rivolte alla mamma. "Non andare via", hanno detto piangendo. Nel paesino, assediato dai cronisti, c'erano tante candele accese alle finestre, segno augurale di una positiva risoluzione della tragedia per la mamma. Ma così non è stato e, dopo la condanna definitiva, per la Franzoni si sono aperte le porte del carcere. Fonte