00 04/04/2008 19:46


Una vera purosangue che richiede una guida decisa per essere domata, l'abbiamo provata in anteprima in pista. Per vederla in azione in gara l'appuntamento è a Magione per il 13 aprile


Tra poco più di una settimana, con la prima prova di Magione, inizierà il Ducati Desmo Challenge, il campionato dedicato alle bicilindriche bolognesi. Tra le novità di questo 2008 c'è la classe riservata alla Hypermotard, la cattiva e specialistica nuda che strizza l'occhio al mondo motard. La moto non ha bisogno di molte presentazioni visto che si tratta di una delle più divertenti e originali fun-bike in circolazione. Noi abbiamo avuto modo di testare questo giocattolone nella versione "pronto gara", allestita sulla base della 1100 S rispettando il regolamento Superstock. Il kit-racing installato prevede il frontalino, la vasca di recupero liquidi, la sella, il codone con relative fiancatine portanumero e lo scarico Termignoni "libero" completo. Il regolamento permette di sostituire anche gli alberi a cammes, con quelli racing disponibili nel catalogo Ducati Performance, e il telaietto reggisella.
Il progetto Hypermotard è noto e si sviluppa intorno al corposo bicilindrico di 1078 cc raffreddato ad aria – 90 i CV dichiarati a 7750 giri - abbinato a un classico telaio a traliccio in tubi di acciaio. Pregiatissima la componentistica adottata (nella versione S) che va dalla forcella Marzocchi da 50 mm al monoammortizzatore Öhlins (entrambi completamente regolabili), passando per i cerchi Marchesini forgiati e per le pinze monoblocco radiali "made in Brembo".
Il costo di iscrizione alle cinque gare del Ducati Desmo Challenge è di 2750 euro (IVA compresa), somma che dà diritto al kit di benvenuto, alle prove libere, all'iscrizione alle singole prove e a un set di gomme Pirelli. Per tutte le informazioni relative alla moto e al Ducati Desmo Challenge sul sito www.ducati.com

Come va in pista

Spogliata di tutto il superfluo, la Hypermotard preparata per il Desmo Challenge appare ancor più essenziale, compatta e aggressiva. In sella la moto letteralmente scompare tra le gambe e come in una vera supermotard si è portati a scivolare in avanti sulla sella per caricare l'avantreno e lasciare il retrotreno libero di muoversi.
L'impostazione ciclistica non lascia spazio a compromesso alcuno: con l'Hypermotard, soprattutto in questa versione "trofeo", si va d'accordo se si adotta una condotta decisa, ci si diverte soprattutto, quando il ritmo si fa serrato e si lascia ai box qualsiasi remora. Solo allora infatti, le sospensioni piuttosto rigide, iniziano a rispondere a dovere e ad assecondare l'azione: solo allora la "Hyper" vola dentro alla curva a velocità spaziale, e svolta altrettanto rapidamente sfruttando l'appoggio offerto dai Pirelli slick. E poi c'è l'uscita, dove il bicilindrico mette in campo una schiena degna di propulsori ben più specialistici. Forse non allunga quanto si vorrebbe, ma è in grado di tirare fuori dalle curve con rara efficacia, con il contorno di coreografiche impennate.
L'unico dubbio è lo stile da usare, perché sul lento viene quasi spontaneo buttare giù la moto e stendere verso la ruota anteriore la gamba interna alla svolta; solo che così facendo le pieghe si fanno davvero esagerate, tanto da arrivare a consumare le pedane sull'asfalto. Nessun problema invece sul veloce dove la bicilindrica Ducati vola precisa e solida alla stregua di una sportiva carenata.
Da riferimento anche l'impianto frenante: potentissimo e sempre modulabile, il doppio disco anteriore è coadiuvato da una unità posteriore sempre gestibile che permette di gestire al millimetro le sbandate in ingresso di curva. Peccato manchi la frizione antisaltellamento. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta.

Fonte