00 03/04/2008 20:22


Una nuova enduro si candida riferimento del segmento premium da troppi anni terreno di conquista dei modelli teutonici. Il blasone del suo marchio e la personalità spiccata fanno da contorno a doti ciclistiche e prestazionali senza dubbio convincenti. Gli ingredienti non mancano anche per piacere ai motociclisti più esigenti così la Stelvio racchiude la nuova scommessa del Gruppo Piaggio tra le moto “tutto-fare” di grande cilindrata.

Con la Stelvio si chiude in cerchio disegnato dagli investimenti e le pianificazioni a lungo raggio introdotte dal nuovo piano industriale del Gruppo Piaggio per la ricostruzione del marchio Guzzi. Un marchio storico e dalla nobile levatura, che non ha smesso nonostante la crisi aziendale che l’ha travolta nel decennio scorso di mantenere vicino a se l’affetto del proprio pubblico e di tutti gli appassionati della casa dell’aquila.

Il segmento delle grosse moto da enduro non poteva non rientrare nelle mire di una azienda attenta ai numeri e alle richieste del mercato come il rinnovato Gruppo Piaggio e a quale marchio se non a quello Guzzi affidare la realizzazione di questa impresa. Perché se il nemico si chiama BMW GS serve un nome altisonante per sostenere la sfida, unito ad un prodotto di grande coraggio e personalità che sappia unire soluzioni antiche a nuove tecnologie esattamente come la Stelvio ha dimostrato di poter fare.

Mi raccontò qualche tempo fa un amico PR del gruppo Piaggio che dopo l’acquisizione dei nuovi marchi del gruppo i vertici e gli imprenditori del nuovo corso, allora un pò inesperti del settore moto fecero una delle prime riunioni per stabilire la linea e il posizionamento dei vari marchi. Qualcuno di loro si era portato qualche piccolo appunto sul mercato moto con appuntati solo i modelli più venduti nei vari segmenti.

Le domande furono tanto semplici e banali che misero in luce tutte le problematiche da porre in cima alla lista dei buoni propositi. La prima fu: la moto più venduta sembra sia la Honda Hornet e come è fatta questa moto? bhe è una moto nuda di media cilindrata potente leggera e dal prezzo contenuto intorno ai 7.000€ risponde l’interlocutore.

“Bene, ma la facciamo noi una moto così?” No, fu la risposta. La seconda domanda riguardava gli scooter di grande cilindrata con l’analisi dei numeri del più venduto: il T-Max. Ma alla richiesta lo facciamo noi uno scooter così la risposta era sempre NO! Così si scopri anche che le moto sportive più vendute avevano quattro cilindri e loro anche quelle non le facevano. Per finire con le moto più vendute nel settore enduro e turismo e anche li la risposta era negativa.

Probabilmente a quel punto nella testa del curioso e lungimirante manager è passata l’idea “ma allora noi, che moto facciamo?”. Da allora è passato qualche anno e da quella prima riunione sono cambiate diverse cose, ad esempio gran parte delle moto che allora mancavano oggi ci sono. Hanno infatti visto la luce la Aprilia Shiver, il GP 800, la Guzzi Stelvio e a breve arriverà anche la 1.000 V4.

L’eventuale successo commerciale nei vari segmenti non è ancora valutabile ma l’impegno e la buona volontà nel remare nella direzione giusta non si discute per un gruppo industriale che non teme le sfide più difficili e sa mettere in campo tecnologia e personalità insieme alla sempre più rara capacità di concretizzare i propri obbiettivi.

Tornando alla nostra Stelvio da una prima analisi statica il colpo d’occhio si posa inevitabilmente sui due fanaloni anteriori “sgranati” in avanti che potrebbero lasciare perplesso il più timido osservatore, ma nelle sue forme nulla è lasciato al caso con quel profilo imponente, scultoreo e un po’ sopra le righe con i due fianchetti che si accordano dolcemente con la sella ed il serbatoio.

Serbatoio che con i suoi 18 litri può apparire un po’ piccolo soprattutto per gli amanti dei lunghi viaggi solitari (arriverà forse una versione !adventure?). Nel cuore della Stelvio troviamo il recentissimo bicilindrico Quattro Valvole che ha debuttato sulla Griso 8V, motore che per l’occasione è stato rivisto con un nuovo impianto di scarico e con l’alimentazione regolata di conseguenza, nel tentativo di rendere l’erogazione più rotonda e corposa ai regimi intermedi.

I numeri parlano di una potenza massima di 105 cavalli a 7.500 giri con un picco di coppia di 108 Nm a 6.400 giri. La sella è regolabile su due posizioni, a 840 oppure 820 mm da terra e ben imbottita pur non raggiungendo il comfort di alcune concorrenti.

Analisi dinamica

Se siete tra coloro indecisi tra un divertente supermotard di grossa cilindrata ed una comoda moto da enduro potete anche tranquillizzarvi perché la moto che fa per voi esiste e si chiama Guzzi Stelvio. Sacrifica un po’ del comfort della categoria per donarci un baricentro più alto di molte avversarie che le dona maneggevolezza e stabilità sul veloce. Anche le sospensioni risentono di questa scelta e mostrano un comportamento molto vicino a quello di una moto sportiva, scorrevoli ma ben frenate in ogni loro movimento, stabile e precisa sul veloce offre una un divertimento di guida che ha pochi rivali nel segmento degli enduroni.

Il motore infine si pone come ciliegina sulla torta tra gli aspetti sportivi di questa moto, potentissimo e appuntito nell’erogazione, spinge discretamente dai 2 ai 4.000 giri diventando più dolce tra i 4.000 e i 5.000 giri prima di esplodere in un crescendo impressionante che lo porta ad accelerare con forza fino agli 8.200 giri di intervento del limitatore. Proprio nel motore risiede forse il limite maggiore che lo rende poco indicato per la guida turistica soprattutto con le marce più alte.

Per contro in autostrada e su tutti i percorsi veloci la ciclistica da il meglio di se donando stabilità e precisione in ogni situazione. A causa delle sospensioni rigide la Stelvio non ama i fondi bagnati o dalla scarsa aderenza, mentre sullo stretto paga il suo peso effettivo superiore ai 250kg. Ottima infine la risposta dei freni grazie alle pinze radiali e ai dischi di grande diametro.

Cosa piace: coraggio e personalità, componenti di qualità e potenza massima. Cosa non piace: motore brusco nell’erogazione, assetto troppo sportivo per il tipo di moto e faro posteriore.

Scheda tecnica

Motore: bicilindrico a V di 90°, 4 tempi
Raffreddamento: ad aria e olio
Potenza massima: 77 kW (105CV) a 7.500 giri/minuto
Coppia massima: oltre 108 Nm a 6.400 giri/minuto
Alimentazione/Accensione : iniezione elettronica Multipoint, sequenziale
Omologazione: Euro 3
Telaio: tubolare in acciaio ad alto limite di snervamento con motore portante
Interasse: 1.535 mm
Avancorsa: 125 mm
Sospensione anteriore: forcella a steli rovesciati Ø 50 mm completamente regolabile
Sospensione posteriore: monobraccio con leveraggio progressivo, monoammortizzatore con regolazione idraulica in estensione e registro precarico;
Freno anteriore: doppio disco flottante in acciaio inox, Ø 320 mm, pinze radiali a 4 pistoncini contrapposti
Freno posteriore: disco fisso in acciaio inox, Ø 282 mm, pinza flottante a 2 pistoncini paralleli
Pneumatico anteriore: 110/80 R19”
Pneumatico posteriore: 180/55 R17”
Altezza sella: 840 mm
Peso in ordine di marcia: 251 kg
Capacità serbatoio carburante : 18 litri
Prezzo: 12.990 Euro (offerta lancio valida i primi tre mesi)

Fonte