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Renoir, a Roma la sua maturità d'artista

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  • Frida07
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    00 13/03/2008 16:12

    In scena, a Roma, la maturità classica e moderna di Pierre-Auguste Renoir. Un periodo, di quasi quarant'anni, segnato dai viaggi e dai soggiorni in Italia, meno indagato rispetto alla stagione impressionista, ma altrettanto ricco di valori e di fascino. E così, su il sipario su capolavori come La baia di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo (1881), il Cappello appuntato (1892), senza scordare Fanciulle al piano (1889) e Ballerina con velo (1915), a testimonianza della grande vitalità e profondità del nuovo percorso artistico intrapreso dal maestro francese, segnato dal superamento della parentesi impressionista e consacrato all'elaborazione di una rappresentazione, in chiave moderna, dell'eterno e dell'atemporale. È questo il filo conduttore della mostra «Renoir. La maturità tra classico e moderno», a Roma, fino al 29 giugno 2008, al complesso del Vittoriano.

    Circa 130 bellissimi capolavori, tra oli, opere su carta, incisioni, controstampe da pastelli e sculture. «La mostra - spiega il ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli - vuole seguire il percorso artistico di Renoir in Italia, dall'iniziale disorientamento al successivo entusiasmo per un mondo che non è più soltanto quello dei musei che ha frequentato fin da ragazzo a Parigi, ma anche quello delle decorazioni parietali visibili nelle basiliche, nei palazzi papali, nelle ricche dimore dell'antichità e del Rinascimento». Impressioni, prosegue Rutelli, che saranno destinare a restare nella sua pittura: «la luminosità del nostro cielo si salda, nel suo immaginario, ai colori degli affreschi classici e cinquecenteschi, assecondando, insieme all'amore per l'opulenza della natura e della vita, l'emozionante scoperta di una grande pittura».

    L'esposizione, curata dalla storica dell'arte e già director of education alla National Gallery di Londra, Kathleen Adler, affronta tutti i grandi temi artistici e poetici di Renoir: i ritratti di bambini e ragazzi, la natura morta, i paesaggi, le bagnanti dai capelli lunghi, le persone nel loro ambiente quotidiano. «L'artista - sottolinea la curatrice della mostra - amava ritrarre le persone, dipingere mazzi di fiori colorati o paesaggi luminosi e, soprattutto, quando ritraeva ragazzi, chiedeva sempre loro di giocare, leggere o suonare anziché stare fermi e immobili ad annoiarsi».

    L'Italia fu per Renoir una vera rivelazione. All'età di quarant'anni, il maestro francese inizia a viaggiare nel nostro Paese, sosta a Venezia, Roma e Napoli, raggiunge, poi, la Calabria e la Sicilia e si rende conto della straordinaria qualità di pittori che, pur non avendo, come gli impressionisti, dipinto le loro opere all'aperto, sono riusciti egualmente a catturare la luce. Per il pittore, che diceva di essere «figlio di madre natura e padre museo», ammirare l'arte dei grandi maestri, richiamarsi alla tradizione, dall'antichità classica alle opere di Raffaello, fu quasi un fatto naturale, una realtà ineludibile. Dopo il soggiorno nel Belpaese il suo stile cambiò drasticamente, inizialmente divenendo più lineare, secco, e facendosi, poi, negli ultimi anni, più delicato e stilizzato. Sono di questo periodo, alcuni, tra i suoi più importanti capolavori, come La baia di Napoli, 1881: un dipinto con una grande strada piena di persone che passeggiano e carrozze trainate da cavalli. Nella baia, spumeggiante, navigano le barche a vele, con uno stupendo panorama sullo sfondo: le case bianche di Napoli e il Vesuvio color violetto.

    Da segnalare, poi, il ritratto di Claude e Renèe, 1903, dove il pittore raffigura il bambino Claude, uno dei suoi tre figli. Senza dimenticare la bellezza di Fanciulle al piano, 1889. Il quadro rappresenta due ragazze che indossano abiti dello stesso colore, ma di diverso modello. La più giovane è seduta, intenta a suonare il pianoforte, mentre l'altra, in piedi, gira le pagine dello spartito, incoraggiando con un gesto affettuoso l'amica. I gesti esprimono i sentimenti: la mano sulla tastiera fa pensare all'incertezza di chi sta imparando, la mano sulla cintura, invece, alla comprensione di chi aiuta. Particolare di nicchia del quadro sono i fiori, molto amati dal pittore, che contribuiscono a creare un ambiente accogliente e sereno e che dimostra, tra l'altro, quanto grande sia la varietà e la diversità di tecniche e soggetti scelti dall'artista nelle sue opere.

    Renoir straordinario ritrattista brillerà, poi, in mostra, per le splendide immagini di donne, raffigurate nei gesti semplici della quotidianità, fanciulle e madri, o in pose ufficiali, per l'immediata innocenza dei suoi bambini, ma anche, come sottolineato da Linda Nochlin, Lila Acheson Wallace Professor all'Institute of Fine Arts di New York, per la sua «rappresentazione dell'uomo naturale, complemento del concetto di donna naturale». L'esposizione mostra Renoir nella sua interezza. Un autore che subiva il fascino della natura in ogni suo aspetto: è il fascino del mazzo di rose poggiato sul pianoforte, quello dei pesci che gli avrebbero cucinato per cena, quello della città che pulsava vivace o, ancor più, quello dei favolosi panorami francesi, tra il Sud della Francia e Champagne, come la magnificenza del paesaggio intorno a Les Collettes, suo ultimo rifugio. Ma, anche e soprattutto un Renoir che, resosi ormai conto di aver percorso fino in fondo la strada dell'impressionismo, seppe cambiar rotta, riflettere sulla propria poetica e ridefinire il proprio stile, raggiungendo orizzonti artistici nuovi e sempre più affascinanti.

    Renoir. La maturità tra classico e moderno.

    Renoir
    Roma, Complesso del Vittoriano

    8 marzo - 29 giugno 2008
    da lunedì a giovedì 9.30-19.30; venerdì e sabato 10.00-23.30;
    domenica 9,30-20,30.
    prezzi: intero 10 euro; ridotto 7,50
  • Frida07
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    00 13/03/2008 16:14

    [IMG]http://i32.tinypic.com/208u4c1.jpg[/IMG] Bagnante che si asciuga la gamba destra, 1910San Paolo del Brasile, MASP, Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand

  • Frida07
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    00 13/03/2008 16:15

    [IMG]http://i31.tinypic.com/kairuc.jpg[/IMG] Dopo il bagno, 1915 circaWinterthur, Kunstmuseum Winterthur, acquistato con fondi della Galerieverein e di privati, 1917
  • Frida07
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    00 13/03/2008 16:16

    [IMG]http://i25.tinypic.com/5yxmh1.jpg[/IMG] Claude e Renée, 1903Ottawa, National Gallery of Canada, acquisto 1949
  • Frida07
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    00 13/03/2008 16:16

    [IMG]http://i26.tinypic.com/2ik8kz7.jpg[/IMG] Il cappello appuntato, 1892 Zurigo, Collezione Fondazione E.G. Bührle
  • Frida07
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    00 13/03/2008 16:18

    [IMG]http://i25.tinypic.com/1z1r0hi.jpg[/IMG] Gabrielle di profilo, 1910 circa Basilea, Collezione Rudolf Staechelin, in prestito permanente al Kunstmuseum Basel
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    alanford50
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    Forumandiano..!!

    JUNIOR
    00 17/03/2008 01:43




    Io trovo che ha una visione onirica della vita, in molti sei suoi quadri le scene di massa sono piene di visi gaudenti e sorridenti, quindi un tantino fuori da una mia visione del reale, in quanto non credo che in una scena di vita quotidiana di una moltitudine di persone siano tutti sorridenti come se fossero in posa, sa di non reale, ama altresì contrastare il colore sempre acceso dei visi con vestiti quasi monocolore, sempre su tinte scure tra il blu, il viola e l'azzurro, qualche punta di rosso in alcune sue tele per rappresentare il senso di vivacità più che di una trasposizione del reale, non solo ho l'impressione che ami dare usare tonalità di tinte dominanti per ogni quadro, in alcuni tutti i vestiti tendono sul bianco e i colori molto chiari, in altri tutti sul molto scuro, ma non mischia mai le persone ne i loro stati d'animo, ma i visi sono sempre uguali quasi come manichini senza personalità.

    La monoespressività dei volti da lui dipinti la ritengo una sua caratteristica che mi lascia una serie di interrogativi, come se a lui interessasse il quadro di insieme e non le peculiarità del singolo dettaglio, come se volesse fissare su tela una immagine di insieme una specie di foto o di un quadro futurista dove l'importanza sta nelle forme e nei colori e non nella rappresentazione della singola peculiare espressività.




    A Renoir piacevano le rosse..difatti le ha dipinte quasi tutte di viso pieno, in piena luce, nonostante gli abiti scuri, è evidente la volontà tramite il colore di dare gioia ed allegria più che spensieratezza, il rosso che prevale e che domina è più un sintomo di espressione di passione, di vita, la spensieratezza veste colori più tenui, sul rosa e l'azzurro appena accennati, timidamente celati .

    Alanford50
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    alanford50
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    Forumandiano..!!

    JUNIOR
    00 28/05/2008 22:45
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    Mi ha colpito molto vedere come nei suoi quadri, non esista mai una visione perfettamente a fuoco del soggetto, pur rendendone tutte le particolarità grazie alla sua innata capacità di usare il colore, riscontro che gli sguardi dei suoi personaggi sono sempre vitrei, perduti nel vuoto, inespressivi, tutti uguali, artificiali, come se per lui fosse più importante il disegno nel complesso rispetto agli eventuali reconditi messaggi di espressione emanati in genere da uno sguardo, come se preferisse di più curare l’insieme che non il dettaglio, cosa per’altro che gli è riuscita stupendamente bene.

    Alanford50 *F
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    Quetzalopatrius.
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    Forumandiano..!!

    SUPERMASTER
    00 29/05/2008 11:44
    si devo proprio dire che Renoir mi ha sempre appassionato. Le persone (sopprattutto donne) sono curate anche nei più minimi dettagli: i capelli, gli abiti, le sfumature del viso e ancora altro...

    Ma il quadro che mi è piaciuto di più èla donna con la bambina...
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    Syria 80
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    Forumandiano..!!

    JUNIOR
    00 29/05/2008 22:20
    Ho potuto ammirare personalmente "Il Ballo al Moulin del la Galette" a Parigi, al Musèe d'Orsay.
    Dal vivo è una meraviglia. [SM=g27811]