00 17/02/2008 19:32
In Germania una giovane "premio" di aste sessuali rimasta incinta ottiene dalla corte i dati dei possibili padri


Di aste sui generis ed assurde se ne trovano da ogni parte del mondo. Figuriamoci sul web tuttavia, in Germania, dove la prostituzione è stata legalizzata nel 2002, vengono organizzate su internet aste sessuali. Il funzionamento è "banale" nella sua semplicità: vengono messe in lista diverse ragazze e chi offre di più potrà passare una notte d’amore con le avvenenti giovani.

I partecipanti all’asta rimangono anonimi e partecipano solo tramite un nickname. Ribadisco per chiarezza, tutto nell’ambito della più assoluta legalità. Tuttavia in questi giorni il sito web del settimanale “Der Spiegel” informa che proprio durante una di queste aste sessuali una donna tedesca è rimasta incinta. La ragazza, di cui non sono state diffuse le generalità, secondo il giornale tedesco, era in palio come “premio” di alcune aste sessuali che si sono tenute lo scorso anno sul sito web "www.gesext.de" e avrebbe fatto sesso con almeno sei persone tra aprile e maggio del 2007.

Quando la giovane tedesca ha scoperto di essere incinta, si è rivolta immediatamente al sito web che aveva organizzato l’asta e che naturalmente aveva i nomi delle persone che vi avevano partecipato. Tuttavia il gestore del sito, appellandosi alla clausola di riservatezza presente nel regolamento di queste aste online, non ha voluto rivelare l’identità dei partecipanti. La ragazza non si è affatto arresa e ha condotto una battaglia legale nel tribunale di Stoccarda (dove è avvenuto il fatto) che le ha riconosciuto il diritto di conoscere i nomi degli uomini con i quali ha avuto rapporti così potrà scoprire chi è in realtà il padre di suo figlio tramite test del Dna.

Un portavoce del locale tribunale ha evidenziato che la corte ha accolto la richiesta della donna perchè il diritto del bambino di sapere chi sono i suoi genitori è senza dubbio alcuno prioritario rispetto alla privacy delle persone che che hanno partecipato all’asta. «Ora il problema è vedere se queste persone intendono sottoporsi volontariamente al test del Dna» ha specificato il portavoce del tribunale. «Se non accettassero, la donna li potrà citare in tribunale».

Herbert Krauleidis, organizzatore di questo business online tramite il sito "www.Domosoft.de" afferma di essere totalmente in disaccordo con la decisione del tribunale. «Per noi è davvero una cosa vergognosa dover rimuovere l’anonimato» dice Krauleidis.

"Tra gli uomini coinvolti, è uscito fuori che uno o due sono veramente felici del fatto che potrebbero diventare presto padri. Non so come la futura mamma prenderà questa notizia" ha ironicamnete dichiarato un rappresentate del sito "www.gesext.de". Su questa vicenda si può sorridere, ironizzare ma si può anche spendere un pensiero per il futuro bimbo/a.

fonte