00 02/02/2008 12:12
LIVORNO. I leoni marini di Steller, (Eumetopias jubatus) la più grande delle specie di otarie, stanno tornando a ripopolare le coste di Sakhalin, dopo che erano fuggite spaventate a causa del grande terremoto di 6,8 gradi di magnitudine che aveva colpito il 2 agosto 2007 la grande isola dell’estremo oriente russo, lasciando 8 mila abitanti senza tetto.

I primi leoni di mare sono ricomparsi al largo di Nevelsk a metà gennaio e tra loro ci sono anche cuccioli e i grandi maschi che raggiungono una tonnellata di peso. E’ una bella sorpresa anche per gli scienziati che pensavano che le grandi otarie non sarebbero più tornate nei loro siti di riproduzione, visto che il terremoto ha innalzato il fondale marino di mezzo metro, rendendo gli isolotti occupati dai leoni marini di Steller accessibili a piedi.

I leoni marini sono addirittura arrivati in anticipo visto che solitamente arrivavano a Sakhalin all’inizio di febbraio, tanto che gli abitanti di Nevelsk credono che questi pinnipedi annuncino l’arrivo della primavera. Forse il cambiamento climatico ha spostato le lancette dell’orologio biologico delle otarie e resa più precoce la primavera anche a quelle fredde latitudini.

Secondo i ricercatori russi ora il pericolo è che alcuni curiosi si avvicinino troppo agli animali per fotografarli e filmarli, cosa che potrebbe non piacere molto ai pinnipedi che sarebbero capaci nuovamente di andarsene. Un pericolo a doppio taglio: i leoni marini di Steller maschi durante il periodo riproduttivo non sono affatto socievoli, anzi hanno un brutto carattere e possono diventare anche molto pericolosi per l’uomo.

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