00 29/01/2008 17:33

I Whitesnake, verso le ultime battute della loro carriera, non godevano di buona stampa. Anche il pubblico dell’hard e dell’heavy era cambiato. Tolto qualche mostro sacro che funzionava ancora, era tempo di leve più giovani. Comprensibile. Il primo grande stop arrivò nel 1991. David Coverdale, gran maestro di cerimonie della formazione, si mise a lavorare con Jimmy Page, poi i due si separarono. Nel 1994 vi fu una specie di reunion-papocchio. Nel ’97 un album di studio non venne mai pubblicato negli USA per mancanza d’interesse. Tra fine 2002 e inizio 2003 Coverdale ci riprovò, e nel 2006 uscirono sia un DVD sia un doppio live, entrambi dallo scarso impatto nelle classifiche. Lo scorso anno, con un CD/DVD commemorativo, arrivò l’ennesima sostituzione in line-up; nella formazione si calcola che, tra membri presenti e passati, siano transitati ben quaranta musicisti. Ora il primo vero album di studio dei Whitesnake, che giunge a dieci anni dal precedente. Inutile dire che il solo sopravvissuto dei bei tempi iniziali è Coverdale. Il lavoro è stato intitolato “Good to be bad” e sarà pubblicato sia negli USA sia in Europa alla fine del prossimo

Rockol