00 24/01/2008 01:48
E' il Tribunale d'Europa a dichiarare il suo sì alle adozioni omosessuali. La prima ad aver vinto una battaglia per l'adozione è stata un'insegnante francese di scuola materna dichiaratamente gay. Le autorità francesi le avevano impedito l'adozione ma la stessa, dopo essersi appellata alla Corte europea dei diritti dell'uomo ha ottenuto il risultato sperato. La Corte ha infatti dichiarato la decisione delle autorità francesi come discrimananti su basi sessuali.


Per la società francese questa decisione è apparsa dubbiosa perchè la già lecita adozione di single appare poco prudente come scelta quindi si potrebbe immaginare la reazione a seguito della sentenza in appello. Ad esultare vittorioso è invece il movimento transalpino di gay e lesbiche, secondo il quale la sentenza di ieri di fatto apre la strada alla libertà d´adozione da parte degli omosessuali.



La signora E. B., 45enne, convivente dal ´90 con un'amica, in una località della Francia centrorientale, di professione psicologa, militante del movimento omosessuale, formulò la domanda di adozione 10 anni fa. La stessa fu respinta dalle autorità competenti prima a livello locale e poi anche a livello nazionale, motivato dal fatto che all'interno della famiglia mancasse una figura paterna.



A seguito della risposta negativa datale dalle autorità competenti, la sig.ra E.B. ha presentato un ricorso di fronte alla magistratura europea, il cui oggetto era una «discriminazione inconcepiblile». Così è nata la battaglia legale tra le autorità francesi e quelle comunitarie.



Avendo maggior potere decisionale quest'ultime, hanno emesso sentenza, con una maggioranza di dieci voti contro sette, condannando la Francia per violazione dell'articolo 14 (divieto di discriminazione) e 8 (diritto al rispetto della vita privata) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.



Non solo il via libera all'adozione, la Corte ha provveduto ad ammonire con una multa pecuniaria lo Stato francese, che dovrà un indennizzo di 10mila euro per danni morali, oltre a 14.500 euro per le spese legali. I giudici europei hanno preso questa decisione motivata dal fatto che il diritto francese autorizza l'adozione da parte di un single a condizioni ben precise.

Secondo la Corte europea dunque il comportamento della Francia è stato motivato da un atteggiamento «discriminatorio» basandosi su considerazioni che riguardano la vita sessuale dei cittadini.

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