00 19/01/2008 16:40
Viterbo, Claudio Tomaino si è ucciso in carcere. Era accusato di quattro omicidi
I corpi erano stati rinvenuto nelle campagne in provincia di Catanzaro

Strage Caraffa, si è suicidato l'uomo
accusato della morte di zii e cugini

Aveva più volte tentato di togliersi al vita. Era stata richiesta una perizia psichiatrica

VITERBO - Si è suicidato nel carcere di Viterbo Claudio Tomaino, il trentunenne residente a Lamezia Terme, accusato della strage di Caraffa, in provincia di Catanzaro, del 27 marzo 2006: furono uccise quattro persone, lo zio dell'uomo, Camillo Pane, la zia Annamaria e i cugini Eugenio e Maria. A dare notizia del suicidio di Tomaino sono stati i difensori dell'uomo, informati dalla direzione del carcere di Viterbo.

Claudio Tomaino si è infilato una busta di plastica in testa, nella quale aveva anche infilato il fornellino a gas che utilizzava per scaldarsi le vivande, ed è morto soffocato. A constatare il suicidio dell'uomo è stato stamattina un agente di custodia che si era recato nella cella del giovane per portargli le medicine che prendeva quotidianamente per i disturbi psichici di cui era affetto. La Corte d'assise di Catanzaro, su richiesta dei difensori, aveva disposto di sottoporlo a perizia psichiatrica, l'esito della quale avrebbe dovuto essere esaminato nell'udienza fissata per il prossimo 19 febbraio.

Nella strage di Caraffa furono assassinati l'infermiere Camillo Pane, zio di Tomaino, la moglie, Annamaria, ed i figli Eugenio e Maria. La strage fu provocata da un movente economico. Tomaino, infatti, aveva un debito di 450 mila euro con Camillo Pane, insieme al quale gestiva un'attività di compravendita immobiliare. I componenti della famiglia Pane furono uccisi a colpi di pistola e poi nascosti in un casolare abbandonato, nelle campagne di Caraffa.

Pochi giorni dopo la mattanza, Claudio Tomaino era finito in manette. Le indagini lo avevano inchiodato grazie anche all'uso della tecnologia a disposizione degli investigatori, che erano riusciti a ricostruire i movimenti del giovane attraverso il suo telefono cellulare. Ad incastrare Tomaino anche il ritrovamento della pistola utilizzata per la strage, una calibro 9X21 rinvenuta in contrada Marinella, a Lamezia Terme.

Durante la detenzione, Claudio Tomaino aveva più volte tentato il suicidio, sia nel carcere di Catanzaro, dove è stato detenuto dopo l'arresto, sia nel carcere laziale di Viterbo. Fino alla scorsa notte, quando ha utilizzato una busta di plastica per porre fine alla sua esistenza.

(19 gennaio 2008)
Repubblica.it


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