00 01/01/2008 15:48
I dipinti della «Sistina della Preistoria» rischiano di sparire. Polemiche sulla decisione

PARIGI - Le autorità francesi hanno deciso la chiusura totale delle grotte di Lascaux, la cosiddetta «Sistina della Preistoria»: la struttura per l'aerazione installata sette anni fa per impedire la formazione di muffe sui dipinti risalenti al Neolitico non solo non ha funzionato, ma pare abbia sortito l'effetto contrario. Ora si teme che tutto possa sparire nel giro di pochi anni.

Le macchie biancastre che nel 2001 fecero temere la perdita delle scene di caccia al bisonte e al cervo, ritenute universalmente l'inizio della storia della pittura, sono tornate a presentarsi in più punti. Tanto da spingere il governo a dichiarare la totale chiusura del monumento, anche agli stessi studiosi. Per una settimana, fino all'otto gennaio, un'equipe di esperti immetterà nelle sale affrescate un potente fungicida e contemporaneamente procederà con l'installazione di un nuovo sistema di areazione.

La decisione è stata presa sulla base della segnalazione giunta poco prima di Natale da un comitato di studiosi, e non in maniera indolore. Il comitato, denominato «Commissione internazionale per la preservazione di Lascaux», aveva già inviato una lettera già lo scorso settembre all'Unesco per chiedere che le grotte, da tempo dichiarate patrimonio dell'umanità, fossero ufficialmente inserite nella lista dei beni da salvare. Il ministero francese dei beni culturali non aveva assolutamente gradito l'iniziativa. Soprattutto, al governo francese non è andata giù la richiesta, avanzata dalla presidente della «Commissione internazionale per la preservazione di Lascaux», di togliere le grotte dalla gestione del ministero dei beni culturali per affidarle ad un «organo scientifico di istanza superiore».

Secondo la scienziata, l'americana di origine francese Laurence Leautè-Beasley, il governo si è reso responsabile di «improvvisazione» e di «mancanza di rigore scientifico». Le autorità rispondono minimizzando la portata della nuova minaccia ai dipinti: l'invasione delle muffe, spiegano, non è più grave di quella di sette anni fa. Nel 2001, e nel 2002, furono attaccate alcune pitture senza che però la cosa avesse conseguenze gravi. Quello che temono gli scienziati è anche una possibile recrudescenza del fenomeno, visto che nel frattempo è cambiato il microclima delle grotte e della stessa zona della Dorgogne dove si trovano. Il surriscaldamento globale avrebbe elevato la temperatura interna, una situazione in cui il mantenimento del livello di umidità farebbe da detonatore ad una invasione di microorganismi impossibile da gestire con le vecchie apparecchiature. Le quali si sarebbero già dimostrate insufficienti nel corso degli ultimi tempi. Grotte chiuse, allora, anche agli stessi studiosi. Nessuno potrà entrare: c'è il rischio di perdere il più antico tesoro pittorico dell'umanità.






fonte
[Modificato da speedy13 01/01/2008 15:49]