00 21/07/2007 09:44
Serata italiana al primo iTunes Festival con gli artisti più scaricati


BRUNO RUFFILLI
INVIATO A LONDRA

Sul palco dell'Institute for Contemporary Arts, a due passi da Trafalgar Square, hanno suonato negli anni scorsi i Clash e i Sex Pistols, i Pogues, Patti Smith e molti altri. Domenica scorsa c'erano invece Elisa e Gianna Nannini, per una serata tutta italiana, proseguita idealmente ieri con l'esibizione di Ludovico Einaudi. E' la prima edizione dell'iTunes Festival, che si svolge a Londra per tutto il mese di luglio: concerti gratuiti con le nuove star e i grandi nomi del negozio di musica online più famoso del mondo, che ha venduto oltre due miliardi e mezzo di brani in poco più di quattro anni di attività. In cartellone Mika e Paul McCartney, ma pure Amy Winehouse, Travis, Editors, Just Jack, Groove Armada, Stereophonics.

Il locale è piccolo e interamente dipinto di nero, l'atmosfera intima e tranquilla: un po' come Mtv Unplugged, cui il responsabile di iTunes Europe Oliver Schusser ammette di essersi ispirato per il Festival. Ma se alla televisione musicale per eccellenza venivano registrati concerti acustici, all'Ica quest'obbligo non esiste e gli artisti sono liberi di scegliere gli arrangiamenti che preferiscono. I brani sono masterizzati e dopo qualche giorno messi in vendita su iTunes Store, più o meno come accadeva con la fortunata trasmissione di Mtv, da cui nacquero successi commerciali (l'Unplugged dei Nirvana, ad esempio), classici rivisitati (Neil Young), esperimenti bizzarri (Björk).

A Londra, Elisa canta per circa un'ora, con un set di dodici canzoni. Apre con l'ultimo singolo, Stay, e poi via con Una Poesia anche per Te, Broken, Rainbow, Dancing. In chiusura, due chicche: una cover di Wild Horses dei Rolling Stones, e una versione di Almeno tu Nell'Universo di Mia Martini con il solo accompagnamento di una chitarra acustica. La cantante di Monfalcone rimane quasi sempre seduta, scambia alcune battute con i fan e spiega le sue canzoni con perfetta padronanza della lingua; d'altra parte i testi sono quasi tutti scritti direttamente in inglese. Ma è sulle note di Gli Ostacoli del Cuore che due ragazzi cominciano a ballare abbracciati; lui è nordafricano, lei ha tratti orientali, e nessuno dei due comprende l'italiano: la globalizzazione della musica, davvero.

Se Elisa è intimista e internazionale, la Nannini è grintosa e italianissima; non per niente dal pubblico si alza un coro di «Gianna ce l'abbiamo solo noi». Lei è in gran forma e non si risparmia, spende energie che basterebbero a far tremare uno stadio. Con una band solidissima alle spalle e il vezzo di un quartetto d'archi (molto rock, però), infila una dietro l'altra le sue perle, quelle più nuove come Volo e Possiamo Sempre, e altre più datate, come Contaminata (1996), sperimentale ed elettronica, oppure il grande successo di Latin Lover (1982). C'è spazio anche per Io e Sei Nell'Anima, dall'ultimo album Grazie, quest'ultima cantata metà in inglese, metà in italiano. Già, perché storicamente è stata proprio Gianna Nannini la prima vera artista rock nostrana da esportazione, prima di Elisa, di Eros Ramazzotti, di Tiziano Ferro. E così a cantare Meravigliosa Creatura è un coro assai vario, di sopravvissuti al Gothic (che a Londra ancora ha numerosi estimatori), ragazzotti alla moda, pakistani naturalizzati inglesi.

Ma a Cupertino non avranno in mente di fondare un'etichetta discografica, adesso che si è finalmente chiusa la lunga disputa con la Apple Corporation, l'etichetta dei Beatles? «No», risponde Schusser. «Siamo e rimarremo dei semplici distributori di canzoni su internet. Intanto la Apple di Steve Jobs, che ha da poco eliminato la parola computer dalla ragione sociale, è oggi il terzo negozio di musica degli Stati Uniti, anche se non ha mai venduto un solo disco.

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