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Guns N' Roses - Appetite For Destruction 1987-2007
Gli anni Ottanta in musica non sono stati solo Mtv, la pelle di leopardo, i capelli lunghi orribilmente gonfi ma non più trasandati, un'accozzaglia di colori fluorescenti e il vestito da sposa di Madonna.
Le case discografiche cercano pubblico tra coloro che credono di avere un gusto romantico. Niente impegno politico, l'edonismo reaganiano imperversa, la Russia sta per cadere. Ci si commuove con Il tempo delle mele e si sorride con Tre uomini e una culla. Ci si fa prendere da Miami Vice, Indiana Jones, e il decimo pessimo Fantozzi.
Ma ci sono anche le eccezioni, e in fin dei conti non sono neanche poche. Il rock infatti, sornione e beffardo, riesce sempre, più o meno, a rigenerarsi. Talvolta il passato appare troppo leggendario, troppo mitico. Forse perché lo è. Ma ogni generazione in fondo fa i conti con il proprio tempo. Il 21 luglio 1987 (21 luglio) esce Appetite for Destruction, il primo vero album dei Guns N' Roses. Deciso, grezzo, ma non privo di gusto. Maledettamente ben suonato. Escono recensioni sprezzanti, a dir poco ridicole. Niente di speciale. Dicono che i Gunners citano troppo i Mötley Crüe, i Kiss, i Poison, magari gli Aerosmith, addirittura i Rolling Stones. Forse. Ma cosa importa? È solo rock'n'roll, nient'altro. E come cantava Mick Jagger, mi piace, e non solo a me.
La band è randagia quanto basta per colpire la fantasia degli adolescenti di provincia. Non ci sono pettinature alla Europe e Slash è un chitarrista magnifico. Sarò presuntuoso, ma mi accorgo adesso che non mi ero sbagliato. Il videoclip di Paradise City è fantastico: grande inizio a suon di mazzate di cassa, timpano e rullante di Steven Adler; Izzy Stradlin e Duff McKagan rispettivamente alla chitarra ritmica e al basso, nonché ai cori, sono indiavolati; Axl Rose in completo di pelle bianco e occhiali a goccia scatena la furia del pubblico di Donnington, e la sigaretta penzola immancabile dalle labbra di Slash mentre inforca controvento la sua Gibson Les Paul.
I Red Hot Chili Peppers, non a caso, omaggeranno i loro conterranei in un loro pezzo, Punk Rock Classic, contenuto in Mother's Milk. Chi non avrebbe voluto essere portato laggiù, nella città del paradiso, dove l'erba è più verde e le ragazze son più belle?
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