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Per una volta, iniziamo con lo stilare le conclusioni: Parallel Lines può essere inserito, senza troppi complimenti, nel novero dei numerosi titoli con o senza i quali il mondo rimane tale e quale; la nuova creazione di Reflections, pur segnando un netto incremento qualitativo rispetto al fallato predecessore Driv3r, fatica a tirarsi fuori dal limbo dei generici cloni di GTA. Un simile incipit potrebbe apparire fin troppo polemico, ma è in gran parte dettato dall'opprimente sensazione di deja vu che permea fin dal principio l'esperienza di gioco; ritrovarsi nei panni del solito delinquentello di periferia, aggirarsi liberamente nell'immancabile scenario urbano (stavolta è il turno di New York City), rubare i veicoli col vecchio trucco dell'apertura al volo della portiera e condurre a termine altrettanto scontate missioni a base di guida spericolata e sparatorie, sono situazioni ludiche ben lontane dal rappresentare ciò che si definisce una boccata d'aria fresca.