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Settembre 2005 - In Italia la popolazione matura, che ha superato i 60 anni non vuole sentirsi chiamare 'anziano', perché rifugge dallo stereotipo che si nasconde dietro questa parola. Un vocabolo che, nella lingua italiana, non ha nessuna eccezione negativa, dal momento che proviene dal latino antiànu (m), derivazione di ante, che significa 'prima', riferendosi semplicemente all'essere 'nato prima'.

Nell'immaginario collettivo diventare anziano significa, il più delle volte, andare incontro a una fase della vita connotata da eventi negativi. È quanto risulta da una indagine condotta dal Censis, secondo la quale ciò che 'introduce' nell'età anziana è l'insorgere di una malattia, nel 34,8% dei casi, la perdita dell'autosufficienza (27,5%), la morte del coniuge (30,9%), o la solitudine (31,1%). Ma non la pensano così i diretti interessati, gli anziani appunto. Il 75,4% degli italiani sopra i 60 anni dichiara infatti di 'non sentirsi anziano'. Un dato, questo, prevedibile nella fascia dei 'giovani anziani', ovvero dei 60-64enni, fra i quali tale percentuale sale al 90,5%. Ma più stupefacente tra i 75-79enni, pari al 68,7%, e gli 80enni e più, pari al 47,7%, che rifiutano per sé la definizione di 'anziano'.

Non si sento anziani semplicemente perché il loro stato psico-fisico non corrisponde a quello che, nella società, si crede debba avere una persona avanti con l'età. Non ci si aspetta quindi che i tre quarti degli over 60, sempre secondo il Censis, possa sentirsi in buona, se non addirittura in ottima salute, mentre il 23,9% dichiara una condizione di salute 'mediocre' e il 3,8% 'pessima'. Gli 80enni e oltre dichiarano di stare 'bene' o 'ottimamente' nel 63,2% dei casi. È proprio lo stato di salute generale degli intervistati che influenza positivamente la loro percezione della felicità. Circa il 70% degli ultrasessantenni si dichiara infatti 'molto o abbastanza felice', il 20,8% 'poco', mentre è soltanto l'8,8% a dire di 'non essere assolutamente felice'.

Insomma un vero sprone, per tutti gli anziani, e per chi lo sta per diventare, a vivere con maggior serenità la propria età, consapevoli delle tante possibilità ancora offerte dalla vita e un monito, alle generazioni più giovani, a rivedere il proprio concetto di anzianità, con maggior rispetto e positività.

http://www.intrage.it/rubriche/famiglia/nuove/convivenza/articolo324.shtml