(AGM-DS) - 18/01/2008 19.29.11 - (AGM-DS) - Milano, 18 gennaio - Per gli amanti dell’estremo sono quasi delle passeggiate. Per altri imprese folli. Immersi in un paradiso naturale per sfidare i propri limiti: e` la Boa Vista Ultramarathon, che si corre nel dicembre di ogni anno nell’arcipelago di Capo Verde. Centocinquanta chilometri nel deserto, dove la temperatura media e` di 27° C, da percorrere in autosufficienza con in spalla uno zaino: tempo limite le 60 ore. Sono poi a disposizione 24 litri d’acqua a testa, mai come in questo caso linfa vitale, distribuiti agli atleti lungo i 15 check-point. La settima edizione di questa durissima corsa e` stata vinta da Salvador Calvo Ridondola, nuovo recordman e primo spagnolo a spuntarla, che ha sbaragliato la concorrenza dei padroni di casa. Primo degli italiani, sesto, e` il romagnolo Andrea Di Giorgio, che ha preceduto Roberto Aldovini, alla sua seconda partecipazione, che ha percorso la distanza in 26 ore 59 minuti e 18 secondi. Il 35enne avvocato di Brescia racconta a Datasport le sue sensazioni un mese dopo: “Dopo l’avventura dell’anno scorso, quest’anno avevo grandi ambizioni. E’ stato un peccato perche` durante la notte ho avuto una forte congestione che mi ha fatto perdere del tempo prezioso. La gara e` comunque bellissima - sottolinea Roberto –. Certo vieni catapultato in mezzo al deserto, ma e` difficile perdersi anche se l’anno scorso ovviamente ci sono riuscito. Per di piu` i volontari presenti lungo il percorso sono davvero bravissimi (un’equipe medica tiene costantemente sotto controllo i concorrenti). Queste gare si concludono con la testa, oltre all’allenamento fisico: il fatto poi di non riuscire a muoversi per una settimana e` relativo”.
Come ti e` venuta questa idea di correre questa massacrante?
“Nel 2006 avevo cominciato a correre in solitario e ci ho preso gusto. Sono riuscito ad arrivare a 50 km, e una partecipare a una semplice maratona sarebbe stato inutile. Poi nell’estate, alcuni miei amici mi parlarono di un ragazzo della provincia di Brescia che aveva partecipato alla Boa Vista Ultramarathon. A settembre l’ho incontrato, mi ha spiegato il funzionamento: la decisione e` stata semplice, e alla fine del mese mi stavo gia` allenando”.
Ma allora e` scattata una molla….
“Sentivo dentro di me un’inquietudine, una di voglia di fare qualcosa di insolito ma non sapevo cosa. Appena ho sentito parlare di questa gara non ce l’ho fatta a resistere. E dopo averne corse due, posso dire di aver imparato ad apprezzare le piccole cose quotidiane: dal semplice gesto di bere il caffe` alla birra in compagnia degli amici. Attribuisco piu` valore a tutto cio` che prima davo per scontato”.
Non c’e` due senza tre…Ti aspettiamo quindi l’anno prossimo ancora a Boa Vista...
“Si, ma il mio obiettivo prima e` di partecipare a settembre alla Athens Classic Marathon, un massacrante tour de force di 246 Km tra Atene e Sparta. Tra un mese ci sara` anche la Desert Marathon in Libia (‘solo’ 190 km), ma per motivi lavorativi molto probabilmente dovro` rinunciare. Il sogno e` di andare in Alaska, per partecipare all’Idita Rod, itinerario di 1770 Km che si corre con i cani da slitta, sci, in bici oppure a piedi. Sto gia` dando un’occhiata al materiale che dovro` comparare. Quest’anno non ho fatto in tempo ad iscrivermi, ma nel 2009 voglio esserci`.
Paolo Sperati
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