Oh bacchettoni di Stoccarda. Avete sparato a zero du di me, mi volevate a casa ma io sono qui. Ho tagliato per primo la linea d"arrivo, sono ancora io il campione del mondo, adesso imbraccio la mitraglia e sparo io su di voi, mentre al mio presidente Mc Quaid, che adesso mi sorride ma in questi giorni ha provato a farmi fuori, stringo comunque la mano per educazione, ma non lo degno di uno sguardo. Il fango che gli hanno gettato addosso, Paolo Bettini se lo era legato al dito, poi se lo è fatto scivolare addosso e come per magia, lo ha trasformato in oro.
Accanto all'oro olimpico di Atene 2004, Paolino sfoggia ore due maglie iridate, tiene in tasca un rosario luccicante di Grandi Classiche, porta in dosso l'abito del campionissimo. Nessun corridore italiano ha vinto quanto lui nel panorama delle grandi corse di un giorno. Nessuno aveva il diritto di attaccare Bettini senza avere gli elementi per farlo, chi lo ha fatto adesso, forse, pagherà. Buon lavoro ai legali di Paolini, non mancherà. Mancava invece da 10 anni una maglia iridata al femminile, la prima e sin qui unica nella storia nostra ce l'aveva regalata Alessandra Cappellotto. Il bis è un volo d"angelo, porta la firma di Marta Bastianelli, sul podio, di bronzo, c"è posto anche per Giorgia Bronzini.
L'Angelica Marta e la mitraglia Bettini, più il sorriso di Giorgia uguale 3 medaglie 3, due d"oro, una meno pregiata, e sul podio complessivo di Stoccarda, alla voce medagliere, sale ancora l"Italia. Poco sale in zucca invece nella gestione organizzativa di Stoccarda, quella che non chiude il percorso al traffico quando gli atleti lo ispezionano. Quella che monta transenne farlocche e mette a rischio l"incolumità degli atleti. Quella che del ciclismo non ha rispetto e non conosce le regole, quella che fa ricorsi d'urgenza e in tutta fretta se li vede respinti, perché inoltrati senza la giusta ragione per farlo. Per quale ragione poi Pat Mc Quaid, il presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale, si è messo in testa di chiamare Codice Etico un foglio di carta straccia chiamato patto d"onore ma senza alcuna valenza giuridica, l'importante è cogliere i corridori in flagrante e arricchirsi sui loro errori ?
Difficile capirlo, difficile capire la linea di pensiero del presidentissimo irlandese, che prima azzanna Bettini e la sua firma con distinguo a quel codice, poi però si precipita sul podio, lo premia, e infine lo incensa di elogi, con tanto di invito al suo quartier generale UCI di Aigle. Difficile capire in che direzione stia andando il ciclismo, dove Basso è in naftalina per 2 anni mentre chi ha le sue stesse colpe, ma ha la fortuna di essere spagnolo, corre regolarmente il mondiale. Valverde però si è perso nell"anonimato lungo la strada, Marta invece ha fatto l'Angelo, Paolino la mitraglietta, gli organizzatori una figura con la M, Pat Mc Quaid l'orsetto del Luna Park. Alla faccia loro, ci teniamo quella di Marta e Paolino, ci abbracciamo e ci vogliamo tanto bene. Siamo ciclofili italiani, siamo duri a morire, siamo orgogliosi di amare il nostro sport, uno dei più esposti al doping, uno dei pochi che il problema doping però lo affronta realmente.
Chi ha avuto il coraggio di scrivere o dire che il ciclismo è finito, conti quanti erano gli appassionati sulle strade di Stoccarda, faccia la conta degli incidenti, zero, e conti fino a 10, la prossima volta, prima di scrivere o dire sonore scemenze. Noi intanto facciamo festa con Marta e Paolino.
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