Gara emozionante in Repubblica Ceca. Sul secondo gradino del podio arriva Lorenzo davanti a Crutchlow. Rossi è settimo
Dani Pedrosa (Honda) vince il GP della Repubblica Ceca, dopo un grande duello, ricco di sorpassi fino all'ultimo giro con Lorenzo (Yamaha), 2° sotto la bandiera. Sul podio Crutchlow (Yamaha) davanti a Dovizioso (Yamaha) e alle Honda di Bradl e Bautista. Rossi (Ducati) è 7° e precede l'ART di De Puniet, Abraham (Ducati) ed Espargaro (ART) a chiudere le top ten. In classifica mondiale Lorenzo resta leader con 245 punti, ma Pedrosa si avvicina a 232.
La partenza di Lorenzo è degna del migliori gare d'accelerazione, con lo spagnolo che prende subito qualche metro su Pedrosa e si accoda volentieri alla prima curva, imitato da Crutchlow. Rossi guadagna una posizione, girando quinto e azzardando nelle prime curve anche un sorpasso su Dovizioso, che però risponde immediatamente riprendendosi la quarta piazza. Intanto Spies fa il gambero e al termine del primo giro è 14°, addirittura dietro alla CRT di Pirro!
Lorenzo e Pedrosa provano ad allungare, con tanto di nuovo giro record della corsa in 1:56.274 per Jorge, mentre Valentino deve fare i conti con il motore della sua Ducati che fuma pesantemente ad ogni staccata. Il Numero 46 inizialmente tiene la scia della Yamaha di Dovizioso, ma Andrea cambia repentinamente passo, provando ad andare a prendere in compagno di marca Crutchlow, impegnato a limitare il distacco dai primi. Dietro Spies risale lentamente posizioni, non senza faticare parecchio, riportandosi nella top ten e andando a prendere la scia delle ART di De Puniet ed Espargaro che lo precedono. E' scatenato anche Bradl che, in sesta piazza, prima stacca Baustista che lo segue a ruota fin dal via, poi mette nel mirino Rossi che ormai è a 3 secondi da Dovizioso. Infatti non è nemmeno metà gara quando Stefan spinge la sua Honda dentro la curva e infila Valentino, che prova a rispondere nel cambio di direzione, ma alla fine si accoda al tedesco. Cade ancora Spies, tradito dall'anteriore della sua M1 con cui il feeling sembra davvero arrivato al capolinea. Ben chiude così una gara disastrosa, nonché una rimonta carica di pressione. Appiedato per problemi tecnici anche Silva. Non c'è pace per Valentino che sente alle sue spalle il rombo dello scarico della Honda di Bautista, che con un passo nettamente superiore passa facilmente l'unica Ducati ufficile in pista.
Dieci giri al termine e Pedrosa sfoggia un inedito moto di coraggio, infilando in modo magistrale Lorenzo. E' un Dani incredibile che allunga a colpi di staccate, con Jorge che inizialmente accusa il colpo, ma poi torna a farsi sotto agli scarichi della Honda. Dietro Rossi si stabilizza in settima piazza, consapevole che De Puniet e Abraham che seguono ad oltre 20 secondi, non rappresentano più un pericolo. Dovizioso invece non sembra accontentarsi del quarto posto, vedendo Crutchlow davanti per solo 2 secondi. L'inglese non è perfetto negli ultimi passaggi, ma risponde al compagno di box mantenendo il gap.
Cinque giri al termine e Pedrosa guida in tandem con Lorenzo, che forza in staccata e deve fare i numeri per non tamponare il connazionale. Ultimo giro con l'anteriore della Honda che galleggia storto in accelerazione, ma Dani non è perfetto nel pennellare le successive curve e Lorenzo - affilato come una lama - entra all'interno. Carene che si sfiorano e Jorge torna davanti. Non è finita: Dani ci riprova e nelle ultime curve si ributta dentro, all'interno della linea della Yamaha. E' la manovra della vita che porta alla vittoria Pedrosa, mentre Lorenzo gira largo e si accontenta del secondo posto. Tocca quindi alla Tech3 di Crutchlow completare il podio. Un finale da applausi per lo spettacolo offerto dai due spagnoli, protagonisti di un grandissimo duello corretto e al limite fino alla bandiera a scacchi.
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