00 05/02/2005 11:36
L'Italia crede a Babbo Natale



Bortolami, Bulloch, Pelous, Wilkinson, O'Driscoll, Thomas.


L'Italia crede a Babbo Natale. Lo dice il c.t. Kirwan che spinge gli azzurri contro il pronostico del Sei Nazioni al via domenica, con l'Irlanda che si annuncia più forte di inglesi e francesi.

ROMA, 4 febbraio 2005 - Si comincia nel modo più duro possibile, ovvero contro l'Irlanda, probabilmente la più in forma tra la contendenti del Sei Nazioni. Domenica al Flaminio (già esaurito) la missione è di quelle delicatissime. Ma noi "dobbiamo credere a Babbo Natale", come dice il c.t. John Kirwan. Non perché sia un illuso, ma per convincere i suoi che nulla è impossibile e per toglier loro di dosso anche gli ultimi brandelli di sudditanza nei confronti dei più titolati avversari. I quali a sentire il loro allenatore Eddie O’Sullivan tanto superiori non devono sentirsi. O più verosimilmente sono bravi a dissimulare: "C’era un tempo in cui, se riuscivi a contenere fisicamente l’Italia, potevi batterla. Ma oggi non è
più così. Nei test match autunnali hanno dato una ’suonata’ al Canada e fatto buone cose contro la Nuova Zelanda. L’Italia è una squadra maturata".
Che gli irlandesi temano davvero i nostri è tutto da vedere, ma è sicuro che non penserenno di venire a Roma in gita. Anche perché mai come quest'anno vedono la possibilità di vincere il torneo, cosa che non riesce loro da 20 anni esatti, dal 1985, e, perché no, magari puntare addirittura al Grande Slam, impresa riuscita ai verdi una sola volta, nel lontano 1948. La tripla corona (successo sulle altre tre britanniche, peraltro espugnando Twickenham e rovinando il ritorno a casa da campioni del Mondo agli odiati inglesi) ha dato coraggio al XV del trifoglio. In fondo Inghilterra e Francia contano a dozzine le loro defezioni e per di più entrambe andranno a sfidare l'Irlanda a Lansdowne Road. Ragion per cui al Flaminio vedremo un avversario caricatissimo. Peraltro in grado di schierare una batteria di trequarti che al momento è senza dubbio la più forte dell'emisfero nord: Geordan Murphy (intercambiabile con Dempsey), Shane Horgan, Brian O' Driscoll e Gordon D'Arcy, con la cerniera-garanzia O'Gara-Stringer alla mediana. Non è un caso che a novembre abbiano messo sotto anche il Sud Africa, reduce dal trionfo al Tri-Nations.
L'Italia non avrà Paul Griffen, assenza che rilancia il vecchio capitano Troncon, all'86° caps, record assoluto per il nostro rugby: "E' importantissimo che torni e possa esprimere il suo rugby", dice di lui Kirwan. Tuttavia Tronky non sarà capitano, ruolo che è passato a Marco Bortolami, seconda linea, 24enne, padovano in forza al club francese del Narbonne: "Marco è cresciuto molto, come giocatore e come capitano", sentenzia ancora Kirwan. Che punta forte su di lui e su tutto il pacchetto di mischia: "I giocatori che lo compongono lavorano insieme da due anni. E ora li vedo cresciuti, proprio nel senso di squadra". In seconda con Bortolami ci sarà Dellapé, dunque duo collaudato. A differenza della terza linea: Sergio Parisse (ammiratissimo nell'ultima uscita l'All Star Game), Mauro Bergamasco e Aaron Persico che hanno giocato insieme solo nel test match con l'Australia nel 2002. Esordiente è il mediano d'apertura, Luciano Orquera, al pari della giovane ala Ludovico Nitoglia che farà reparto con Mirco Bergamasco. I centri saranno Masi e Canale, mentre in prima linea c'è qualche dubbio per il tallonatore da inserire tra i piloni Castrogiovanni e Lo Cicero. Ongaro infatti è infortunato (risentimento agli adduttori), al suo posto probabilmente Intoppa o, in alternativa, Festuccia.


Fonte Gazzetta.it