00 06/08/2008 19:47
Rugby, stadio della vergogna Salta la finale di Supercoppa
I rugbisti lo perdonino, perché il paragone col calcio è sempre fastidioso: immaginate però che San Siro venga abbattuto e che Inter e Milan siano costrette a giocare in un campetto di terza categoria. Ecco, lo stesso è successo a Parma, piccola patria del rugby che oggi si ritrova con un nuovo stadio "indegno, vergognoso, umiliante": parole del presidente della Federazione italiana rugby, Giancarlo Dondi.

Parma è l'unica città con due squadre, Overmach e Gran, che giocano nella massima serie, il Super 10. Parma è la città natale del presidente della Fir, è la casa della Lega italiana rugby d'Eccelenza (Lire), è cittadella indiscussa della pallovale nazionale. Eppure, abbattuto il mese scorso lo storico stadio Lanfranchi per lasciar posto alla sede dell'Authority alimentare (senza non poche polemiche), oggi si ritrova con un nuovo stadio assurdo, illuminazione scarsa, piccolo e persino privo di reti "para palloni" e ampio parcheggio: tanto che la Lire, nel consiglio di Lega, ha deciso perfino di far disputare la Supercoppa italiana Overmach Parma- Calvisano allo stadio Mirabello di Reggio Emilia, città storicamente avversaria dei gialloblu, perché l'impianto parmigiano non è pronto. "Non c'è che dire, è vergognoso – mormora il presidente Dondi – sono indignato. Ho parlato con il Comune di Parma mesi fa, mi aveva assicurato che lo stadio sarebbe stato congruo con l'esigenze di questa città della pallovale. Poi ho visto l'opera: non c'è nemmeno posto dove parcheggiare. Ma scherziamo?".

No, non si scherza affatto: al "XXV aprile", questo il nome del nuovo impianto costruito nella zona industriale di Moletolo, Gran e Overmach dovranno farci un'intera stagione. "Ho dato un anno di deroga alle due squadre per giocare lì il Super 10 poi, se lo stadio non si adegua, la "città" andrà a giocare negli impianti di altri paesini". Si sfoga, il presidente Fir, su quello stadio che non s'ha da fare. Un rettangolo verde maledetto: prima le polemiche perché era un metro più corto rispetto ai campi internazionali e dunque non adatto per competizioni europee, poi il rischio che fosse attraversato dal futuro passaggio della metropolitana, infine una serie di problemi lunghi quanto un palo delle acca.


Per primo fu Marcello Borsellini, presidente dell'Overmach, che denunciò l'assurdità dell'impianto: scarsa illuminazione - tanto che il derby del 26 agosto sarà anticipato al pomeriggio, per aver un po' di luce - reti faloppe, tribuna piccola e a rischio pioggia, una sola doccia per guardalinee, arbitro e terzo uomo, parcheggi quasi nulli, manca lo spazio per la torretta delle riprese tv, l'impianto non è a norma sulla sicurezza pubblica. E questo dovrebbe essere lo stadio della massima serie? A un certo punto, anche il rugbista che s'adatta, insorge e si ribella. Il Comune di Parma (leggi la replica) ha in mano una patata bollente ma, secondo lo stesso presidente Dondi, "non ha fatto nulla per migliorare la situazione". E aggiunge secco come una bomba: "Hanno tagliato fuori la Parma del rugby dal mondo del rugby".

Presidente, il movimento rugbistico italiano è in continua crescita, eppure l'Italia della politica arriva perfino a tagliare gli stadi. Che dire?
"E' indegno, umiliante. La Federazione italiana rugby è cresciuta in quattro anni del 72%. Siamo a quota 76mila tesserati, il budget è raddoppiato del 100%, la pallovale cresce ed è di moda, ma cose come questa fanno perdere dignità: la città di Parma, con due squadre nella massima serie, si ritrova con uno stadio ridicolo. La politica e il Comune hanno fatto un disastro. Anche le due società di Parma, forse, sono state troppo buone prima delle elezioni comunali: dovevano cercare garanzie concrete, prima di lasciare abbattere uno stadio per vederne sorgere uno nuovo fatto così"

Così come? Lei andrà a vedere le partite nel nuovo impianto come faceva prima?
"Non so se ci andrò, la nuova tribuna è a rischio pioggia. Lo stadio di Molatolo è assurdo: l'illuminazione è quella di un campo di quinta categoria, le recinzioni sono basse, prive di senso. I lavori sono in corso ma è ancora lontano dall'essere a norma. E poi gli spalti sono pochi e soprattutto non c'è un parcheggio per raggiungere l'impianto. Così si uccide il rugby, quello stadio è già vecchio prima ancora di nascere".

Quale sarà il futuro del rugby in una città "senza stadio" come Parma?
"Lo stadio è inferiore a quello dei paesi della provincia che, con tutto il rispetto, non rappresentano la città. Le vicine Viadana e Calvisano hanno stadi da 5mila posti, impianti collaudati e nuove tribune, le squadre di Parma saranno costrette, con uno stadio così, ad andare a giocare sempre nel campo di qualche paesino della pallovale. Ripeto, così si uccide il rugby. Spero tanto che l'amministrazione comunale faccia qualcosa. Ci vogliono idee futuribili per aiutare la crescita di uno sport, non idee arretrate. Mi spiace dirlo, ma Parma esce davvero a testa bassa da questa vicenda".

Ultima beffa, la Supercoppa italiana tra Overmach Parma e Calvisano, evento rugbistico dell'anno, si andrà a giocare al Mirabello di Reggio perché il nostro impianto non è adatto.
"Posso dire solo una cosa: è umiliante. Mi auguro che ci sia una reazione, che il Comune si muova in un'altra direzione o la Parma del rugby e dei rugbisti sarà davvero tagliata fuori dall'Europa".
(06 agosto 2008)

parma.repubblica.it







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