00 06/11/2005 14:28
Viaggio al centro della Luna è, come dice il titolo stesso, ispirato alla produzione di Jules Verne, autore di autentici capolavori letterari come "Il giro del mondo in 80 giorni". I programmatori, rifacendosi ai suoi lavori di matrice più spiccatamente fantastica e in particolare ai libri "Dalla Terra alla Luna" e "Intorno alla Luna", hanno creato un'ambientazione grafica intrigante che riesce a dar vita a un piacevole stile, unione di fantascienza anni ottanta e steampunk. Nei panni di Ardan, un gentleman d'epoca vittoriana, vi risveglierete a bordo di una navicella spaziale chiamata "palla di cannone". Effettivamente quando capirete meglio la vostra situazione e le meccaniche del volo, converrete anche voi con questa definizione. I vostri due compagni di viaggio sembrano dormire e a voi non resterà altro da fare che scoprire l'interfaccia di gioco. La visuale è in prima persona: questo significa che per tutta l'avventura guarderete quello che vi circonda come lo vedreste attraverso i vostri occhi e l'immedesimazione ne trarrà un grande beneficio.
Scoprirete ben presto che con il mouse potrete guardarvi intorno girando di 360 gradi su voi stessi, ma non potrete camminare. Sarete bloccati in un punto, che rappresenta una locazione, e per spostarvi dovrete seguire le direzioni che il cursore posto al centro della vostra visuale vi segnalerà. Con un click vi sposterete nella nuova locazione da cui potrete ricominciare a esplorare. Questo sistema ha permesso ai programmatori di concentrarsi sull'inserimento di molti dettagli, grazie ai quali ogni ambiente risulta ben caratterizzato. Purtroppo già nella "palla di cannone", vi accorgerete di qualche piccolo problema legato a questa soluzione. Nonostante nella navicella l'ambiente sia una sola stanza, avrete comunque da visitare tre o quattro locazioni, anche se sarebbe meglio chiamarli "punti di vista". Alcuni oggetti, perfettamente visibili da tutti questi punti, saranno però disponibili all'interazione solo da uno di essi.









Vi potrà capitare quindi di esplorare per bene il posto in cui siete ed essere attratti da un oggetto che però non può essere esaminato. Scoprirete poi che stando dall'altra parte della stanza, magicamente, diventa un oggetto attivo. Magari solo perché ora lo guardate dalla direzione giusta decisa dai programmatori, oppure perché vi siete avvicinati leggermente.
Compreso questo fastidioso, ma in fondo sopportabile, meccanismo, noterete che il vostro personaggio è assolutamente monocorde: ipnotizzato da un credo illuminista fedele alla ragione, comunque coerente con l'ambientazione storica, Ardan si renderà poco credibile quando, anche di fronte a fatti estremamente spiacevoli, manterrà quel suo allegro approccio scientifico alla realtà. Complice nel creare questo disappunto anche il buon doppiaggio in lingua italiana, da cui ci si aspetterebbe un'interpretazione emozionata in alcuni punti cruciali della vicenda, ma non è così.

L'avventura rimane comunque coinvolgente e vi spingerà ad andare oltre il primo impatto. Gli enigmi presuppongono una buona dose di pazienza, applicazione matematica, o anche qualche nozione di chimica. In generale, tutta l'avventura è un tributo all'osservazione e alla scoperta scientifica e gran parte degli enigmi saranno zucchero per chi è appassionato di logica ed è molto paziente e scrupoloso. Agli altri non rimarrà che procedere a tentativi, anche se così facendo il gioco rischia di diventare estremamente tedioso.
Ogni tanto vi potrà capitare di correre contro il tempo per risolvere un enigma ed evitare che succeda qualcosa, come per esempio la mancanza d'ossigeno, oppure fare semplicemente l'azione sbagliata al momento sbagliato, o ancora di fallire un salto (a volte infatti dovrete effettuare qualche piccola azione tramite mouse: raccogliere al volo un oggetto, o saltare da un picco a un altro grazie alla scarsa gravità lunare. Nessuna di queste prove è troppo difficile). Se fallirete morirete, ma sarete subito riportati al punto della scelta o della caduta, senza subire alcuna penalità.









Le musiche e gli effetti aiutano con successo la ricostruzione scenica e se vi lascerete prendere dal gioco avrete molte soddisfazioni: comincerete a capire il sistema di ideogrammi della popolazione aliena, proverete a far funzionare vecchi meccanismi e il vostro quoziente intellettivo crescerà (letteralmente). In ogni caso è bene tener presente che Viaggio al centro della Luna non è un gioco facile, ma questo non può essere considerato un male.
I difetti purtroppo sono altrove. Presto vi renderete conto che l'inventario non aiuta il giocatore, anzi. Sarete costretti a cliccare molte volte inutilmente per combinare gli oggetti, per prenderli in mano o anche semplicemente per rintracciarli, tutto questo per colpa di una sbagliata progettazione dell'interfaccia. Inoltre l'assurdo limite di tre oggetti per tipo costringe a dover tornare in alcune locazioni solo per poter raccogliere altri ingredienti necessari ai nostri scopi. Questa scelta, se è comprensibile pensando alla natura riflessiva e poco incline al "tentativo casuale" del gioco, non è apprezzabile neanche da parte di quel giocatore che perfettamente calato nell'atmosfera si vede negata la possibilità di trasportare gli oggetti che vuole, pur avendo ancora spazio nell'inventario. Il commento di Ardan: "Ne ho abbastanza" a ogni nostro ulteriore tentativo di immagazzinare l'oggetto desiderato, è inconsapevolmente azzeccato.

E' questo il delitto di cui parlavamo nell'occhiello: la passione dei programmatori per la loro creazione li ha portati a curare all'inverosimile le sue doti, prima di tutto la splendida atmosfera, dimenticando però di limare i suoi difetti. Forse, proprio come gli innamorati, non hanno avuto il coraggio di sfiorarli credendo che fossero parte integrante della sua bellezza.


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