00 30/10/2005 09:52
Un calcio al calcio.

Rivoluzione? Ma per favore…
Ogni anno ci si aspetta finalmente un decisivo passo in avanti da parte della serie EA, un miglioramento capace di ridurre il gap, ormai astronomico che separa Fifa dal calcio Konami, da troppi anni saldamente ancorato al suo trono di migliore simulazione calcistica. E ogni anno, proprio come quello precedente, le promesse vengono disattese, il passo in avanti è seguito da almeno tre o quattro nella direzione opposta, ad un paio di errori che vengono eliminati se ne aggiungono decine. Ottobre 2005, finalmente qualcosa sembra essere cambiato in quel di EA, e l’annata buona pare essere arrivata. Finalmente il gioco dalle mille versioni ha sterzato abbandonando la strada dell’irrealismo a tutti i costi in favore di un gameplay più verosimile. È limpido, fin dalle prime battute, il cambiamento che gli uomini EA hanno apportato alla manovra di gioco, più ragionata e spezzettata, piena di passaggi, cambi di fronte, ma anche palle all’indietro, appoggi e ripartenze. Tutto sembra cambiato, migliorato, non si arriva più in porta dribblando di seguito sei o sette uomini avversari e facendo partire cannonate telecomandate all’incrocio dei pali. Ci vuole un pizzico di impegno e attenzione e si arriva quindi a tirare. Purtroppo però da questo punto di vista la musica è rimasta invariata, dato che i tiri assumono traiettorie al limite dell’inimmaginabile con effetti impossibili, manco si trattasse di una partita sulla spiaggia, con un pallone di gomma e per giunta in una giornata ventosa. Quantomeno però le fasi di gioco che precedono i tiri sono coinvolgenti, almeno nei risultati. Tuttavia i passaggi risultano quasi sempre troppo corti, i dribbling pressoché inutili e pure la corsa è stata sviluppata in maniera erronea. Ogni giocatore, infatti ha un indicatore che evidenzia la freschezza atletica, abbassandosi dopo uno sforzo e riempiendosi dopo una pausa. Purtroppo però la barra si scarica alquanto velocemente e i giocatori involati verso la porta dopo soli dieci metri scoppiano manco fossero colti da improvviso malore.
In cosa consiste, quindi la tanto declamata rivoluzione che dovrebbe contraddistinguere questo nuovo capitolo della serie Fifa? Innanzitutto sono stati abbandonati parecchi fronzoli delle passate edizioni, rendendo il titolo meno frivolo e più serioso. Niente più indicatori colorati a ogni piè sospinto. I calci di punizione, ad esempio sono stati cambiati in maniera radicale, abbandonando barre di caricamento varie ed icone a forma di pallone ma, almeno nella loro struttura sono stati resi in maniera similare a quelli di Winning Eleven/PES. Ad una attenta analisi vi è più di un punto di contatto tra i due giochi, più di un aspetto per il quale EA ha tratto spunto dal capolavoro Konami, come i passaggi filtranti, alti e bassi e relativi tasti, il gioco più spezzettato a centrocampo, o la struttura dei passaggi. Tuttavia però non è bastato sfruttare questi piccoli insegnamenti impartiti e i due giochi rimangono sempre troppo distanti l’uno dall’altro. Per quanto siano da apprezzare gli sforzi per ogni passo avanti compiuto dalla serie Fifa, quella di PES ne fa tre, e così il distacco non si colmerà mai.

Allenatore? Perché no.
Turandosi il naso e cercando di apprezzare solo il meglio di questo titolo va sicuramente elogiata l’importante novità rappresentata dalla modalità allenatore, un’idea ottima che assicura un’esperienza manageriale discreta ampliando certamente gli orizzonti di questo Fifa 06, altrimenti piatto e monotono. Oltre a questa interessante modalità si possono trovare tutte quelle altre tipiche competizioni, dai campionati alle coppe ormai inflazionati in questo genere di giochi.

Il ritorno di “penna bianca” Ravanelli
Per dare un’idea del lavoro che è stato svolto a livello grafico non si può non citare un esempio concreto, che salta all’occhio giocando con o contro la Juventus. Un giocatore si aggira in mezzo al campo con il suo inconfondibile capello corto e bianco. La posizione è un po’ più arretrata, le sgroppate e la potenza dei tiri non sono proprio similari ma non può che trattarsi di lui, Fabrizio Ravanelli. Partita amarcord o Juventus classica? Niente di tutto ciò. Il giocatore della Juventus con i capelli corti e bianchi altri non è che Pavel Nedved, solo uno dei lampanti esempi del lacunoso design dei giocatori. Questi ultimi sono quasi tutti uguali, si confondono tra loro, e se non fosse per il loro nome scritto nell’apposito indicatore posto nella parte bassa dello schermo, o per la sovrabbondanza di primi piani nelle numerose cut scene, sarebbe impossibile riconoscerli. Non si tratta, tuttavia, dell’unica bruttura del comparto tecnico, che annovera tra le sue fila anche degli irrealistici bagliori bianchi sul corpo dei campioni, stile “bambolotti di plastica”, il solito design dei volti come se fosse stata appiccicata la figurina sul volto di un manichino, le rozze forme poligonali e le animazioni. Queste ultime, seppur migliorate dal passato risultano ancora troppo irrealistiche, frenetiche e raggiungono l’apoteosi nelle esultanze dopo i gol. Lasciando da parte il discorso delle esultanze inverosimili, come quella di Kakà che nuota sull’erba o Cassano che si esibisce nel ballo di San Vito, le scene immediatamente successive al gol sfociano nel tragicomico. Una volta che la palla entra tutti i giocatori della squadra si lanciano in una corsa al fast forward, tanto che da un momento all’altro ci si aspetta la tipica musichetta del Benny Hill Show. And last but not at least, fanno la loro comparsa i rallentamenti, certamente più riconducibili al movimento dei cartelloni pubblicitari e del pubblico sugli spalti, che non alla quantità di poligoni mossi.

Siam venuti di qua, per vedere segnare Kakà!
Dispiace che un reparto sonoro di cotanto splendore faccia da contorno ad un gioco mediocre. Apprezzabile la quantità e la varietà di brani musicali che compongono la colonna sonora. Sono però gli effetti a fare la parte del leone e a stupire per l’ottima realizzazione. I cori sono senza alcun dubbio i migliori mai ascoltati in un titolo calcistico, sono numerosi e personalizzati per tutte le tifoserie di tutte le squadre, dai club alle nazionali. Ottima anche la telecronaca…

Multipiattaforma
Per quanto concerne le differenze tra le varie versioni (PC, PS2, GC e Xbox), va sottolineato che a livello grafico il titolo si presenta pressoché uguale sulle varie console (quella Xbox vanta una maggiore pulizia visiva), mentre beneficia, ovviamente, di una maggiore risoluzione su PC. A livello di extra va denunciata invece una versione GC deficitaria.