00 27/02/2005 01:59

'Perchè invitare uno stupratore'?



Roma, 23 febbraio 2005 - E' seriamente a rischio l'ipotesi che Mike Tyson possa essere uno degli ospiti del Festival di Sanremo.

Il direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, ha annunciato che intende verificare se sia vera o meno la voce che dà l'ex campione del mondo dei pesi massimi presente sul 'ring' dell'Ariston .


Sollecitato dai giornalisti a proposito dell'opportunità che un condannato per reati di violenza contro le donne possa essere presente all'importante rassegna canora, Cattaneo ha sottolineato che intende fare opportune verifiche, riservandosi quindi di esprimere solo allora una valutazione complessiva.

Anche nel corso dell'audizione in Commissione parlamentare di vigilanza al direttore generale della Rai era stato posto il problema Tyson-Sanremo, legandolo appunto ai suoi precedenti penali negli Stati Uniti.

Contrario alla partecipazione di Tyson a Sanremo è Telefono Rosa, l'associazione impegnata da anni contro la violenza alle donne. La presidente Lella Menzio non usa mezzi termini: 'E' un uomo condannato per maltrattamenti alla moglie, un individuo violento non soltanto sul ring'.

'Conosco, o perlomeno posso immaginare - dice la Menzio - le logiche che condizionano gli eventi legati al mondo dello spettacolo. So anche della necessità di operare scoop in grado di innalzare il livello di attenzione verso una manifestazione come quella canora sanremese. Ma francamente non riesco a capire la logica che sottende l'invito ad uno stupratore, ad un uomo condannato per maltrattamenti alla moglie, ad un individuo che non è stato violento anche nella vita quotidiana'.

E la tirata prosegue: 'Non riesco nemmeno ad immaginare quali argomenti possano essere trattati sul palco, essendo Tyson una persona che non sembra aver mai brillato per spiccata intelligenza o per una dialettica fuori dal comune'.

La presidente di Telefono Rosa spiega che non capisce 'perchè debba 'fare audience' un individuo che sovente ha dimostrato il più totale disprezzo nei confronti di chi si trovava di fronte a lui, sul ring ma soprattutto fuori'.

'Non ammetto, in ogni caso, che ciò avvenga nella televisione pubblica, e non mi sembra comprensibile che il suo cachet, in sostanza, venga pagato dagli stessi contribuenti o da coloro che pagano il canone'.