00 30/04/2005 23:32
Lambrusco by Cavicchioli

Un vino da riscoprire...

Dobbiamo ammetterlo: eravamo abbastanza prevenuti. Quando ci siamo ritrovati e abbiamo assaggiato i campioni coperti che avevamo sul tavolo, immediatamente le perplessità sono diventate palpabili. Sì, perché il gruppo di consumatori che abbiamo riunito per assaggiare una serie di vini che abbiamo ricevuto dai rispettivi produttori non parevano essere troppo entusiasti di trovarsi di fronte a dei Lambrusco.
E ci pare un dato significativo, al di là dei valori realmente in campo.
Ma procediamo con ordine. Qualche tempo fa abbiamo ricevuto dei campioni di due Lambrusco prodotti dalla CAVICCHIOLI di San Prospero di Modena ­ il "Vigna del Cristo" 2001 e il "Col Sassoso" 2000 ­ e come nostra tradizione abbiamo aspettato una riunione del nostro "panel di consumatori" per metterli sotto i riflettori. Preparate le bottiglie, eccoci pronti al momento fatidico e dobbiamo dire che appena i vini sono scesi nei bicchieri più di qualcuno ha subito intuito la tipologia, un fatto di per sè positivo e che indica la "fama" di questo vino.
Da qui, però, i primi commenti francamente poco lusinghieri e che hanno fatto notare come i consumatori impegnati in una sorta di "degustazione ufficiale" tendano probabilmente ad aspettarsi "vini importanti" con cui misurare le proprie papille.
Perplessità che, dobbiamo dirlo immediatamente, sono state superate nell'assaggio: tanto le attese parevano essere poco promettenti quanto in bocca i vini hanno subito portato molti a cambiare la propria opinione. Per il "Col Sassoso" non sono mancati giudizi addirittura lusinghieri e una votazione media complessiva (sempre tenendo presente che parliamo di una "scala di piacevolezza" con voti che il consumatore può scegliere tra 5 e 10, con scarti di mezzo punto) che ha raggiunto quota 76,4. Del "Col Sassoso" 2000 (nella foto in alto, a destra) sono stati immediatamente premiati il colore, la spuma densa, una certa e inattesa "morbidezza" e pienezza che i più non si attendevano. Una sorpresa, dunque, e per di più piacevole.
Giudizi meno lusinghieri per il "Vigna del Cristo" 2001 (nella foto in alto, a sinistra) , che si è aggiudicato un 63,5/100 in buona parte dovuto a un colore ritenuto troppo "scarico" e che non è piaciuto alla maggioranza dei consumatori. Ritenuto piacevole ("fresco e brioso") al naso, non è piaciuta l'acidità che lo contraddistingue, giudicata "disarmonica".
Tutti si sono dichiarati "spiazzati" davanti a due Lambrusco così diversi e questo è sicuramente un preciso segnale della mancanza di una conoscenza maggiore delle "variabili" di questo vino tra chi poi lo dovrà (o dovrebbe) comprare scegliendolo tra gli scaffali, una dinamica di cui ci sentiamo di investire le aziende produttrici che, come tutte le aziende italiane e non solo, non investono certo in una maggiore "preparazione" del consumatore.
La differenza riscontrata tra i due campioni può aver giocato a svantaggio del "Vigna del Cristo" più del dovuto, anche se tutti i consumatori hanno comunque definito ­ "a monte" ­ i vini come prodotti corretti e sicuramente da apprezzare con precise soluzioni gastronomiche.
Ma veniamo a informazioni più tecniche: Il "Vigna del Cristo" è prodotto da uve Lambrusco di Sorbara al 100 per cento raccolte nel vigneto in località "Cristo", nei pressi degli argini del fiume Secchia, a nord di Modena.
Vinificato tradizionalmente, la presa di spuma viene innescata da lieviti selezionati e il risultato è un vino dalla "... spuma rosea ed evanescente con un colore rosso rubino chiaro con riflessi violacei. Il perlage è fitto e persistente".
Da bere tra i 9 e gli 11 gradi è sicuramente un vino adatto ad acompagnare salumi, bolliti, cotechini e altri insaccati cotti. Nella "scheda ufficiale" del vino viene anche sottolineato ­ ed è un "esperimento" che prima o poi faremo ­ che il sapore secco e il buon grado di acidità ne fanno un accompagnamento ideale anche per fritture di pesce o di verdure.
Il "Col sassoso" ­ quello che ha convinto di più i consumatori ­ nasce da un uvaggio tra Lambrusco Grasparossa (85 per cento) e Lambrusco Fortana e Malbo Gentile per il restante 15 per cento coltivati nella zona pedecollinare a sud di Modena.
Sicuramente "marcato" dal Grasparossa di Castelvetro, il vino risulta essere di buona stoffa e piuttosto strutturato, quasi un "effetto a sorpresa" dopo una spuma vivace ed evanescente che si è aperta su di un colore rosso rubino deciso con accesi riflessi violacei. Contraddistinto da un perlage piuttosto intenso e da un profumo vinoso, fruttato e fragrante, è un vino da gustare fresco ­ tra i 9 e gli 11 gradi ­ e può sicuramente accompagnare non solo salumi, ma anche una buona serie di primi e secondi, senza trascurare grigliate e arrosti (non di selvaggina).
Dalla "scheda ufficiale" un altro paio di consigli che ci hanno incusioristo: "Questo lambrusco ha inoltre una spiccata attitudine ad accompagnare il pesce preparato al forno o grigliato (cernia, pesce spada o palombo). Per chi non ha timore di sperimentare abbinamenti arditi è asolutamente da consigliare l'inedito, felicissimo accostamento tra il "Col Sassoso" e ostriche".

Per ulteriori informazioni:
Cantine Cavicchioli
Piazza Gramsci, 9 - 41030 San Prospero (Modena)
telefono 059 812411 - fax 059 812424
www.cavicchioli.it - cantine@cavicchioli.it