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Alluvioni ricorrenti e devastanti, desertificazione dilagante, diminuzione delle scorte di "acqua dolce". I recenti fatti della Sardegna, dove diversi paesini hanno rischiato di venire spazzati via dalle piogge torrenziali, e le conseguenze devastanti delle alluvioni nelle Filippine (più di 1600 morti) - unite al progressivo scioglimento dei ghiacciai e a fenomeni come la diminuzione delle barriere coralline - danno il quadro di un clima terrestre in forte, pericoloso, mutamento. La Conferenza annuale dell'Onu sul cambio climatico globale (Cop) in corso a Buenos Aires e la prossima entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, segnano un passo importante nella lotta contro la devastazione del pianeta. La causa è da ricercarsi - secondo gli esperti - nel crescente inquinamento e nella veloce diminuzione della superficie boschiva che provocano il riscaldamento della superficie terrestre e dell'atmosfera (il cosiddetto "effetto serra"). Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Il Protocollo di Kyoto - Con la ratifica da parte della Russia (17 per cento di emissioni di gas), il Protocollo di Kyoto raggiunge finalmente il numero di 55 stati firmatari, condizione necessaria per la sua entrata in vigore. Dal prossimo febbraio dunque tutti gli aderenti dovranno diminuire progressivamente le loro emissioni del 5,2 per cento entro il 2012. Attualmente la produzione totale dei firmatari rappresenta il 55 per cento dell'ossido di carbonio rilasciato dall'uomo nell'atmosfera. Un traguardo importante se si tiene conto che il protocollo è rimasto lettera morta per almeno 7 anni soprattutto a causa del "no" degli Stati Uniti (responsabili del 25 per cento delle emissioni) che si sono sempre opposti alla ratifica dell'accordo internazionale.
Gli obiettivi - L'obiettivo della Conferenza in corso in Argentina è l'approvazione di un'agenda di azioni concrete miranti ad arrestare le emissioni e quindi l'aumento della temperatura, che le ultime previsioni individuano da un minimo di 1,4 gradi centigradi ad un massimo di 5,8 entro il 2100 e di un innalzamento medio del livello del mare che potrebbe raggiungere nello stesso spazio di tempo i 90 centimetri. La Conferenza dovrà individuare anche le aree cosiddette "sensibili" per la salvaguardia planetaria, come l'Amazzonia, oltre ai limiti da imporre ai Paesi in via di sviluppo quali Cina, India e Brasile che, malgrado non vengano obbligati specificamente dal Protocollo di Kyoto, dovrebbero diminuire fin d'ora le loro emissioni. Compito delle autorità riunite a Buenos Aires è anche quello di decidere i trasferimenti delle risorse, comprese le tecnologie, dai paesi industrializzati agli stati emergenti, necessarie per far fronte alle sfide del cambio climatico. :SMILE128:


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