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Ennesimo pareggio a San Siro: ai gol di Zalayeta e Ibrahimovic (su rigore), rispondono Vieri e Adriano, ma i nerazzurri restano a -15.
MILANO, 28 novembre 2004 - Un pareggio dell'Inter non fa più notizia, ma il 2-2 in commovente rimonta con cui i nerazzurri hanno acciuffato una Juve tosta per tre quarti di gara, ma supponente nel finale, ha dell'incredibile. Tramortiti dai colpi di Zalayeta e Ibrahimovic, i nerazzurri, a quel punto schierati con il 4-2-4, hanno rivisto la luce grazie a Vieri e ammutolito la curva bianconera con Adriano. La Juve resta sì a +15 sull'Inter (23 gare senza sconfitte), ma si ritrova il Milan a sole quattro lunghezze.
GLI SCHIERAMENTI - Mancini insiste con Mihajlovic in difesa, mentre gli esterni sono Van der Meyde e Davids. In attacco la coppia Adriano-Martins. L'unico dubbio di capello era in mezzo al campo, la spunta Blasi su Appiah e Tacchinardi.
LA GARA - I primi quindici minuti sono fin troppo di studio. L'agonismo esasperato in mezzo al campo non aiuta certo lo spettacolo. La sensazione è che Mancini (una sola vittoria in nove scontri diretti con Capello) abbia disegnato una formazione meno spavalda rispetto a quella del derby. Soprattutto non convince Stankovic centrale sia perché Davids non è un esterno sia perché il serbo può concedersi meno slanci. Con il gioco che fluisce poco sulle fasce, un assaltatore come l'ex laziale che parta da sinistra e si accentri sarebbe oro colato anche per aprire spazio alle due punte. Martins e Adriano restano così isolati e appena hanno tra i piedi un pallone cercano di fare tutto da soli, andando sistematicamente a sbattere contro il muro juventino.
Un po' più armonica la manovra bianconera, con i giocatori che si muovono a memoria. Camoranesi e Nedved hanno libertà di spingere perché la coppia Emerson-Blasi offre il solito filtro in mezzo al campo. Il ceco inoltre si accentra spesso, in una rotazione che fa salire Zambrotta a sinistra e la difesa passare a tre. Quando Nedved va in mezzo lo prende Zanetti, con uno tra Van der Meyde e Stankovic che sta largo su Zambrotta. Visto che Cordoba e Mihajlovic si appiccicano rispettivamente su Zalayeta e Ibrahimovic, ecco che lo scacchiere è fin troppo bloccato. Le due uniche occasioni da rete arrivano dopo la mezzora, con Davids che salva sulla linea un colpo di testa di Nedved su azione d'angolo e Zebina bravissimo a rubare il tempo ad Adriano, imbeccato da Stankovic.
Nella ripresa non c'è Favalli, con Ze Maria che fa traslocare Zanetti a sinistra. Il match cambia dopo pochi minuti, quando Zalayeta - fin lì non pervenuto - si trova sulla traiettoria del tiro di Nedved e spiazza Toldo. L'Inter fatica a reagire, mentre la Juve va sul velluto. I bianconeri ora allargano alla perfezione il campo e gettano in area una serie di cross sui quali Toldo si mostra non del tutto sicuro. Mancini indugia nel cambiare qualcosa e quando si decide la frittata è fatta. Complice un'amnesia della difesa interista, Ibrahimovic regala un colpo di genio a Camoranesi, lesto ad aprire per il solissimo Zalayeta sul quale Toldo non può che commettere fallo da rigore. Dal dischetto lo svedese non sbaglia e la successiva mossa di Mancini di inserire Recoba e Vieri per Davids e Van der Meyde appare tardiva, disperata e poco lucida.
Appare, perché proprio Vieri azzecca un gran diagonale che risveglia una gara che la Juve stava addormentando con mestiere. Lo sforzo dell'Inter è commovente e viene premiato a 5' dalla fine quando Adriano si avventa sul cross di Martins, inventato esterno destro ma comunque più produttivo di Van der Meyde. L'assalto finale non riesce, ma l'Inter esce giustamente tra gli applausi pur avendo centrato l'ennesimo pari, che forse fa felice solo il Milan.