00 12/09/2004 17:15
La Juve vince al Rigamonti 3-0: uno-due di Nedved e Trezeguet nel primo tempo, nella ripresa arrotonda Ibrahimovic entrato al posto del francese.

BRESCIA, 12 settembre 2004 - In testa. La Juve approfitta della falsa
partenza di Milan e Inter (ieri fermate sul 2-2 da Livorno e Chievo) e si porta avanti, batte facile il Brescia 3-0 con Nedved, Trezeguet e l'ultimo regalo a sorpresa, Ibrahomivic. Senza troppi svolazzi, ma con il cinismo e la concretezza di sempre. Ci fosse il Dottore Umberto direbbe un'altra volta che non è una Juve bruttina, che lo spettacolo è un'altra cosa. Ma visto che è la prima, che stravince e che tra tre giorni ha una partita non facile in Champions, va benissimo così.

Fabio Capello debutta con il suo amato 4-4-2 e dalla staffetta, che poi
è un assaggio dell'annunciato turnover. Punto fermo (ma ancora a tratti
interrogativo) Del Piero "perché sta bene ed è galvanizzato dal gol in
azzurro alla Moldova". In realtà Del Piero resta il capitano lontano da quello vero, che sbaglia troppo, anche appoggi facili facili, mostra i piedi buoni dalla bandierina, ma niente più. Qui di certo c'è che Trezeguet appena può segna: un tempo, pochissimi palloni giocabili, forse solo uno, quello del gol (il quarto in questa stagione, dopo i tre al Djurgarden). E Ibrahimovic nella ripresa, che non è una sorpresa per nessuno: ci mette poco a mostrare il meglio di se, si porta dietro l'intera difesa del Brescia, dribbling, tiro e gol.

Gli altri punti fermi (veri) sono Nedved, che largo a sinistra è sacrificato, quasi invisibile, ma che sa accentrarsi, tirare, saltare più in alto di Martinez, battere Castellazzi e inventare per Zebina (bene, meglio di Zambrotta) che manda in gol David per il raddoppio. Buffon, che davanti a un discreto Cannavaro ma a un Thuram non in giornata, ci deve metter i piedi su Del Nero e le mani sulla testa di Sculli. Ed Emerson, che dopo 14' fa vedere le streghe a Capello, quando si accascia toccandosi la gamba sinistra, ma si rialza, recupera palloni e detta i tempi come nessuno sa fare.

Il Brescia parte bene, all'attacco, con la determinazione e il pressing
giusti, quelli di chi è ferito dall'ultimo 2-3 "segnato" da Bertini il 6 marzo scorso, sempre qui. Un mix di giovani e anziani che ha la grinta del capitano di Biagio, confermato libero. Che lotta a centrocampo, fa correre la Juventus, ma perde ben presto Caracciolo (acciaccato e colpito duramente): entra Del Nero, Sculli va a fare la prima punta sostenuto dall'altra parte da Bachini. Le buone intenzioni, nel 3-4-3 di De Biasi ci sono tutte, ma quando incassa il Brescia si chiude in difesa,
subisce e si perde. Sembra piccolo piccolo, impotente, si arrabbia con
Trefoloni (Corioni alla fine del primo tempo è infuriato, "siamo alle
comiche" dice e si riferisce alla sicurezza che ci mette quando mostra il giallo dopo 2' a Sculli e ai tentennamenti davanti a un fallo cattivo di Camoranesi su Del Nero, che sembra da rosso), e non ne esce più. Ora la Juve rimette fuori la testa e il petto, la gestione del vantaggio diventa gioco da ragazzi.

Avanti con il turnover, allora: fuori Emerson per Tacchinardi, Olivera
per Del Piero: che fa meglio di Camoranesi (alla prima, brutta, con
questa Juve). De Biasi ci prova con Mannini per Marco, Guana per
Milanetto ma la partita è finita, non c'è più neanche l'orgoglio. Non sono queste le partite dove può far punti. La Juve festeggia: Capello dirà "siamo ancora in ritardo...". Per la serie, c'è da lavorare, ma ha la certezza di avere il tempo di farlo. Ma intanto i primi tre sono in tasca e a differenza dell'ultima Juve di Lippi, la sua non incassa, tentenna sì,
ma non cade. E' un buon punto di partenza.

[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]