00 26/01/2007 22:56
Paul Klee. Teatro magico
A Milano fino al 29/04/2007


È un percorso sul fantastico kleiano questa straordinaria mostra monografica dedicata a un indiscusso protagonista dell'arte del '900, assente dalla scena espositiva milanese da più di 20 anni.
La rassegna, divisa in capitoli, affronta aspetti fondamentali del suo pensiero e della sua prassi artistica, quali ad esempio il rapporto con la musica e la letteratura, l'approccio all'arte infantile o primitiva, esaminati in chiave di raffronto iconografico con l'arte di grandi protagonisti dell'arte del fantastico, come Goya o Piranesi, oppure con immagini tradizionali del filone fantastico, come il Totentanz.
Sono esposte più di cento opere di Klee, provenienti da prestatori pubblici e privati, accompagnate da 50 opere di Francisco Goya, Giambattista Piranesi, Honoré Daumier, James Ensor, Alfred Kubin, Max Klinger, Ernst Kreidolf in gran parte provenienti dalla collezione della Fondazione Antonio Mazzotta.
La collezione della Fondazione Mazzotta possiede in effetti una forte vocazione per l'arte fantastica, riunendo al suo interno l'intera opera grafica di Klinger, Goya, Piranesi, alcune serie di Daumier, Chagall, e più di 40 fogli di Kubin, solo per restare in ambito moderno. Quasi tutti questi artisti sono stati messi in relazione diretta con l'arte di Klee, che a sua volta ha elaborato e teorizzato il proprio mondo figurativo come una sorta di inframondo o "regno intermedio" (Zwischenreich) distaccato da quello reale. "Il mio ardore rassomiglia più a quello dei morti o dei non nati", scriverà l'artista nei Diari.
Gli inizi di Klee si pongono sotto il regno del disegno, della grafica, dell'illustrazione. Caute aperture al "pittorico", fino al 1911-12, si affiancano alla preponderante produzione di tipo lineare e grafico, in cui Klee esprime la volontà di essere un artista satirico, un moralista che riflette sulla natura umana e sulle strutture sociali.
Musica e letteratura sono state sempre considerate come fonti di ispirazione per Klee, anche più della stessa tradizione artistica. Già da tempo è stato individuato e analizzato dagli studiosi un asse del fantastico che collega Klee a musicisti come Mozart e Offenbach e a scrittori come E.T.A. Hoffmann.
Il mondo artistico di Klee è quindi un "Teatro magico" (Zaubertheater, 1923, 25), dove finzione teatrale e impulso romantico verso il misterioso e l'oscuro si rispecchiano nelle "finzioni" kleiane e nelle sue figure simboliche, come il mago o il demone, ma anche animali favolosi.
L'atmosfera fantastica che fa da sfondo, a volte appena accennato, a volte marcatamente esplicito, all'opera di Klee, trova nel motivo della notte la sua più essenziale manifestazione. Luogo per antonomasia del fantastico, la notte e il notturno (anche come composizione musicale) sovrintendono all'introspezione, mentre l'oscurità favorisce la scomparsa delle forme reali. Le radici artistiche di Klee in questo caso si rifanno alla tradizione romantica e non casualmente il motivo della notte e della luna percorre in maniera significativa tutto il suo lavoro. Nell'ultimo periodo, quello del soggiorno a Berna, dal 1933 al 1940, segnato dalla fuga dalla Germania, dalla malattia, dallo scoppio della guerra e infine dall'approssimarsi della morte, le immagini dell'oscurità assumono una valenza amplificata e spesso le scene notturne alludono alle ombre dell'al di là, evocata dall'artista nei potenti disegni del ciclo Inferner Park, uno sorta di Divina Commedia kleiana, dove non l'inferno viene rappresentato, ma "il processo del morire" (M. Franciscono, 1990).
Fanno da cornice all'esposizione una serie di eventi collaterali (concerti e spettacoli) realizzati grazie al contributo del gruppo bancario svizzero Vontobel.
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