00 12/11/2021 23:06
È morto Giampiero Galeazzi, dal calcio all’Olimpiade:
è entrato nelle case degli italiani

Il noto giornalista romano, malato da tempo, è morto all’età di 75 anni


Elisabetta Esposito


Se n’è andato in una strana giornata di novembre, il cielo su Roma è grigio, ma fa un caldo cane. Lui invece amava il sole, amava lo stupore che la vita riserva e – cosa assai più rara – sapeva trasmetterlo. Giampiero Galeazzi (all'anagrafe Gian Piero Galeazzi) se n’è andato a 75 anni nella sua Roma, al termine di una lunga malattia. E nelle orecchie di tutti oggi risuonano le sue parole, quelle che hanno scandito le grandi vittorie azzurre, quelle che hanno reso lo sport epico anche attraverso il tubo catodico. A partire dal trionfo degli Abbagnale a Seul ’88, una telecronaca rimasta in dubbio fino all’ultimo per via di uno sciopero e a cui Galeazzi arrivò impreparatissimo. Poco importa, l’Italia vinse e quel crescendo trionfale della sua telecronaca entrò nella storia. Così come le interviste al Napoli scudettato di Maradona, con Bisteccone travolto dallo champagne, o quelle per il titolo della Lazio, squadra che ha sempre tifato.

NESSUNO COME LUI — Ecco, Bisteccone. Lo chiamavano tutti così, per la stazza che lo ha sempre accompagnato. Era un ragazzone anche quando poco più che ventenne entrò negli studi della Rai, tanto che fu proprio il giornalista Gilberto Evangelisti ad affibbiargli questo soprannome che lui ha sempre portato sorridendo. Ironico e autoironico, competente come pochi, generoso con chiunque gli chiedesse un consiglio, un autografo o un’intervista. Galeazzi si è sempre concesso, ha dato tutto di sé, per questo la gente lo ha amato e lo amerà ancora tanto. Dalla Domenica Sportiva a 90° Minuto, da Domenica In con l’amica Mara Venier alle telecronache fino agli interventi da bordocampo, Galeazzi si è donato al pubblico, con i suoi pregi e i suoi difetti, i vizi e le virtù. Ha cambiato il modo di raccontare lo sport, ha esaltato la Rai dove è stato per oltre quarant’anni e che non avrebbe mai tradito, è stato – parole sue – “Pippo Baudo e Sandro Ciotti messi assieme, una bomba atomica”. Amico di calciatori, tennisti e atleti di ogni genere, Bisteccone è stato capace di essere soprattutto amico degli italiani. Per questo oggi tutti gli stanno riservando un pensiero, per questo tutti sono sinceramente tristi, per questo il cielo a Roma è così grigio.

LE REAZIONI — La notizia ha colpito l’Italia intera. Sono state innumerevoli le pronte reazioni alla triste notizia della scomparsa di Galeazzi. Colleghi, amici, fan, tutti hanno voluto spendere una parola per omaggiarlo. Da Abbagnale e Panatta, le cui gesta erano raccontate dal telecronista, ai club di Serie A. Un semplice gesto per un personaggio amato da tutti.


L’INTERVISTA — Dopo una delle sue ultime apparizioni televisive, Galeazzi si concesse a “La Gazzetta dello Sport” per una lunga e sentita intervista. Tra racconti mitici e l’attualità più stretta, Bisteccone apre i suoi cassetti della memoria e ci accompagna in una carriera, e una vita, irripetibili.

LE FOTO — 75 anni vissuti a pieno. Il viaggio di Galeazzi inizia da sportivo, passa da studente universitario e arriva alla carriera da giornalista prima e personaggio televisivo poi. Un volto e una voce riconosciuti da tutti. Ecco gli scatti che raccontano Giampiero.

IL SOPRANNOME — Per tutti era Bisteccone, ma a spiegare la genesi di questo appellativo è lo stesso Galeazzi. E il racconto, al solito, è molto divertente...


UN PO' CIOTTI, UN PO' BAUDO — Una figura cruciale per lo sport e il giornalismo, un istrione che univa due mondi nel rispetto dello spettatore. Che con lui aveva sempre qualcosa in più.

Fonte: Gazzetta dello Sport