I San Antonio Spurs espugnano la Quicken Loans Arena e si portano ad un passo dal titolo NBA di questa stagione. In una gara poco spettacolare, conclusasi 75-72, sono risultati decisivi i 17 punti con 7/17 al tiro di Parker, i 14 e 9 rimbalzi di Duncan e i 13 punti con 4/5 dalla lunga distanza per Bowen, che con i suoi punti compensa la cattiva serata di Ginobili, che manda a referto solo 3 punti, peraltro decisivi, tutti dalla lunetta.
Ai padroni di casa non bastano i 25 punti con 9/23 dal campo, 8 rimbalzi e 7 assist, ma anche 5 palle perse di James, il dominio a rimbalzo (48-41) e le doppie doppie di Gooden (13 e 12 rimbalzi) e di un ottimo Ilgauskas (12 e 18 rimbalzi).
LA CRONACA. Coach Brown inserisce nel quintetto base Gibson (che chiuderà la gara con 2 punti e 1/10 al tiro) al posto di Hughes, seduto in borghese a bordo campo. I Cavs partono bene, grazie soprattutto ai rimbalzi offensivi, che gli permettono di guidare costantemente la gara, nonostante il vantaggio non superi mai le quattro lunghezze. Il miglior realizzatore per i padroni di casa è Pavlovic (5 punti), mentre James è fermo a quota 4. San Antonio ha enormi difficoltà offensive. L’unico che riesce a trovare con continuità il canestro è Duncan, che dopo aver realizzato 8 punti commette però il suo secondo fallo e viene richiamato in panchina. Soltanto Bowen (6 punti) e Vaughn (2, gli unici della sua partita) oltre al numero 21 segnano dal campo per gli ospiti nei primi dodici minuti.
Il primo quarto si chiude sul 18-16 Cavs.
In apertura di secondo quarto un gioco da tre punti di Ilgauskas, una tripla di Jones e quattro punti di James portano Cleveland sul + 7 (26-19). A metà periodo la gara vive il suo momento di svolta con i due grandi protagonisti della partita, Duncan e James, che commettono il loro terzo fallo. I padroni di casa non sembrano accusare il colpo tanto da arrivare di li a poco al loro massimo vantaggio dell’intero incontro (+ 8 sul 38-30). Negli ultimi tre minuti del primo tempo, però, gli Spurs stringono le maglie in difesa, e grazie a un parziale di 10-0 firmato da Parker (8 punti per lui nel secondo periodo), Barry e Horry chiudono avanti il primo tempo 40-38, nonostante l’1/6 complessivo ai liberi. Bowen è il miglior realizzatore dei suoi con 9 punti
L’inizio della ripresa è molto complicato per gli attacchi, che vengono dominati dalle difese. Quando James realizza il suo tredicesimo punto, la gara è sul 44-44 e sono già trascorsi i primi sei minuti di gioco. A spezzare l’equilibrio è ancora una volta il numero 12 nero-argento, che con quattro punti consecutivi nell’ultimo minuto porta gli Spurs sul 55-50, punteggio con il quale si chiude il terzo periodo.
Ginobili è intanto arrivato a 0/7, Duncan è ancora fermo agli 8 punti del primo quarto.
Quando inizia l'ultimo periodo gli ospiti sembrano poter controllare la situazione, tanto da raggiungere il + 10 in due circostanze, prima con i canestri di Barry (autore di 9 punti) e Duncan (60-50), poi con quelli di Parker e Finley (67-57). I Cavs non vogliono però arrendersi davanti al pubblico amico e un parziale di 8-0 firmato dalla coppia James-Pavlovic (autore di 13 punti con solo 5/15 al tiro) gli riporta sul – 2 (67-69). All’inizio dell’ultimo minuto due triple consecutive di Parker e ancora di Pavlovic tengono aperta la gara, e, dopo una buona difesa su Duncan, i padroni di casa hanno la palla del pareggio a dieci secondi dal termine. James la consegna a Varejao, il quale, invece di restituirla al suo numero 23 sfida Duncan che difende agevolmente su di lui. Successivamente arrivano i 3 punti dalla lunetta di Ginobili e l’ultima tripla tentata da James, con un fallo di Bowen precedente al tiro non fischiato dagli arbitri, che finisce sul ferro.
ORGOGLIO. Dopo questo ko, che ha consegnato virtualmente il titolo agli uomini di coach Popovich, ai Cavs si chiede una prova d’orgoglio in gara 4, in programma venerdi, per salutare nel modo migliore il loro pubblico, in una stagione comunque eccezionale.
Cosa dire dei nero-argento? Semplicemente più determinati, più esperti, più forti degli avversari. Dovranno solo decidere dove e quando festeggiare.
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