(AGM-DS) - Milano, 21 dicembre - E’ partito alla volta dell’America dopo aver vinto lo scudetto a Treviso. Maurizio Gherardini guarda in casa Benetton. La squadra campione d’Italia ha iniziato il campionato 2006/07 in sordina, con due sconfitte nelle prime giornate che hanno fatto clamore (ora e' a quota 7 vinte e 5 perse). Partito Andrea Bargnani, volato a Toronto proprio come l’ex-gm dei trevigiani, la formazione di coach Blatt e’ ancora alla ricerca di nuovi equilibri. In Europa la situazione dei biancoverdi e’ migliore, ma le altre italiane impegnate (Fortitudo Bologna, Roma e la 'cenerentola' Napoli) stentano, e non poco. Gherardini ne parla con Datasport, analizzando il momento dei veneti e piu’ in generale quello del basket italiano nel quadro del Vecchio Continente.
La 'sua' Benetton sta un po’ faticando dopo lo scudetto vinto l’anno scorso. Manca a Treviso una figura dello spessore di Gherardini?
Direi proprio di no, Fadini sa benissimo come pilotare il tutto. Direi che e’ sempre difficile ripetersi dopo un anno di successi ma le possibilita’ per riuscirvi ci sono tutte.
Quali sono al momento, secondo lei, i problemi della nuova Benetton?
Mi sembrano soprattutto derivati dai tanti infortuni patiti: giocare con un americano in meno e’ un vantaggio che non si puo’ regalare a nessuno. E non dimentichiamoci che, infondo, pur con tutto cio’ sta riuscendo ad andare avanti sia in Italia che in Europa.
Le italiane in Europa, a livello di gioco ma anche economico, non dominano piu’, anzi. Perche’?
Perche’ non sempre ormai avere una disponibilita’ corrisponde alla possibilita’ di poter far arrivare giocatori di qualita’, anzi, avendo meno mezzi rispetto a certi campionati piu’ ricchi (Spagna e Russia) si rischia ormai di cadere in una sorta di “seconda fascia” di mercato rispetto a chi domina in Europa.
Come mai in Italia non si e’ ancora sviluppato un sistema del tipo “societa’ polisportiva” (a parte la Virtus Roma con basket e volley), come accade invece in Spagna con ottimi risultati a Barcellona e Real Madrid? E’ questa la svolta che serve al basket nostrano per fare un salto di qualita’ ormai indispensabile?
Non credo ci sia una ricetta che valga per tutti: siamo di fronte a tante realta’ diverse che dovranno ricercare una propria formula e, soprattutto, il proprio equilibrio gestionale.
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