00 04/06/2016 21:48
Addio a Muhammad Ali leggenda della boxe: aveva 74 anni


E' morto nella notte in un ospedale di Phoenix, in Arizona.
Non è stato solo un campione, ma anche una delle personalità più
rilevanti e influenti del ventesimo secolo


Il mito della boxe non c'è più, è morto. Muhammad Ali se n'è andato nella notte tra venerdì e sabato in un ospedale di Phoenix, in Arizona. A darne notizia la famiglia. L'ex campione del mondo dei pesi massimi e oro olimpico a Roma '60 era stato ricoverato giovedì 2 giugno per "precauzione". Le sue condizioni non erano state giudicate gravi, ma data l'età e il morbo di Parkinson, di cui 'Il più grande' era malato da trent'anni, i medici avevano scelto la strada della prudenza. I funerali di Muhammad Ali si terranno nella sua città natale Louisville, nel Kentucky.



Obama: "Il mondo è migliore grazie a lui"
"Muhammad Ali ha scosso il mondo. E per questo il mondo adesso è migliore. Siamo tutti migliori". Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, esprimendo insieme con la first lady Michelle le sue più profonde condoglianze alla famiglia, ricorda così il grandissimo uomo e pugile. Era "il più grande", ha detto, "punto e basta". "'Io sono l'America', disse una volta - ha ricordato Obama citando Muhammad Ali - 'Io sono quella parte che voi non riconoscete. Ma abituatevi a me: nero, sicuro di me, impertinente; il mio nome, non il vostro; la mia religione, non la vostra; i miei obietivi, solo i miei. Abituatevi a me'''. ''Questo è colui che conobbi crescendo, non un poeta così abile quanto lo era sul ring, ma un uomo che combatteva per ciò che era giusto'', ha sottolineato ancora il presidente degli Stati Uniti. ''Accanto a King e Mandela, reagì quando era difficile farlo, parlò quando gli altri tacevano. La sua lotta fuori dal ring gli sarebbe costata il titolo e la posizione pubblica, gli avrebbe portato nemici a destra e a sinistra, insulti e lo avrebbe quasi mandato in prigione. Ma Ali rimase imperterrito. E la sua vittoria ci ha consentito di abituarci all'America che oggi riconosciamo''.

Anche Pelè piange Muhammad Ali
"Muhammad Ali era mio amico, il mio idolo, il mio eroe". Anche Pelè si unisce all'omaggio per il campione scomparso: ricordi personali per il mito del calcio, che sulla pagina ufficiale di Facebook, posta anche una foto in bianco e nero che lo ritrae mentre abbraccia Ali. "Il mondo dello sport subisce una grande perdita - scrive -. Abbiamo passato molti momenti insieme e tenuto contatti in tutti questi anni. La tristezza è enorme. Ora il desiderio è che riposi vicino a Dio: amore e forza alla sua famiglia".

Spesso in ospedale
L'ex Cassius Clay, che aveva lasciato la boxe nel 1981, era stato in ospedale diverse volte negli ultimi anni. L'ultima nel gennaio 2015, per una grave infezione alle vie urinarie, sebbene in un primo momento gli fosse stata diagnosticata una polmonite.

Poche apparizioni pubbliche
Pochissime da anni le sue apparizioni pubbliche, e nelle più recenti era apparso sempre più sofferente e fragile. Anche l'ultima volta, lo scorso 9 aprile, quando aveva voluto partecipare alla 'Celebrity Fight Night' a Phoenix, un evento annuale che è anche occasione per una raccolta fondi a favore della ricerca contro il Parkinson. Era tuttavia in evidenti difficoltà fisiche, sorretto per tutto il tempo e con il viso nascosto dietro un paio di occhiali scuri. Prima di allora aveva preso parte ad un tributo a lui dedicato nella sua città natale, Louisville in Kentucky.

Il Parkinson
Il morbo di Parkinson di cui soffriva fu palese al mondo per il tremore delle mani mentre accendeva la torcia olimpica nel 1996, ai Giochi di Atlanta. Eppure Muhammad Ali era rimasto attivo a lungo come figura pubblica. Nonostante la sofferenza soltanto negli ultimi anni si era del tutto ritirato a vita privata. Alcuni esperti sostengono che la malattia possa essere stata causata dai colpi presi sul ring nel corso della carriera.

Traccia indelebile
La sua traccia resta indelebile, non solo in quanto sportivo e campione, ma anche come una delle personalità più rilevanti e influenti del ventesimo secolo, forse una tra le figure oggi più riconoscibili in tutto il mondo.

La conversione
Nato Cassius Marcellus Clay Jr., cambiò il suo nome in Muhammed Ali nel 1964, dopo essersi convertito all'Islam. Divenne un simbolo per il movimento di liberazione dei neri negli Stati Uniti durante gli anni '60, anche per aver sfidato il governo americano, opponendosi all'arruolamento nell'esercito per motivi religiosi. E' stato sposato quattro volte e ha nove figli.



Fonte;: tiscali