boondocks

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totalwar
00martedì 11 ottobre 2005 20:25
La nuova frontiera della protesta politica tradotta in fumetto si chiama Boondocks.
Apparsa per la prima volta sul Los Angeles Times nell'aprile del 1999, questa striscia umoristica è improvvisamente diventata oggetto di culto in America.
Boondocks sono due personaggi di colore, cresciuti fra Public Enemy e guerra di bande, fra droga e povertà, sempre ai limiti della cultura urbana, allevati a violenza e senso di ribellione. [...]
Il fumetto in questione è in realtà una grossa parodia, quella della vita yankee, vissuta attraverso gli occhi di due bambini afro-americani.
A dar vita a questi due eroi degli emarginati, è la mano intelligente di Aaron McGruder, disegnatore d'avanguardia del fumetto politico Usa.
Il suo nome è cominciato a circolare fra i no global americani fino a diventarne un'icona, un'opera di riferimento.
Da oggi anche i lettori italiani potrenno apprezzare il lavoro di McGruder (fino ad ora apparsa solo sulle pagine del mensile Linus) attraverso la prima raccolta integrale mai pubblicata nel nostro paese.
L'albo può vantare anche la prefazione di Michael Moore, regista di Fahrenheit 9/11.
La storia di questo fumetto è particolare, proprio come i suoi personaggi: il piccolo Huey e Riley Freeman devono lasciare il pericoloso South Side di Chicago per seguire il nonno in pensione e si ritrovano catapultati nella più ricca e tranquilla periferia residenziale.
Huey è l'eroe del fumetto (oltre che l'alter-ego dello stesso disegnatore McGruder) che nonostante i suoi dieci anni dimostra già un carisma e un look da ragazzo: capelli afro, fronte alta, perpetuamente accigliato.
Il tema portante dell'intero racconto sono, ovviamente, le sue invettive contro Bush, Dick Cheney, il rapper "venduto" P. Diddy e il mito di Babbo Natale.
Huey è un personaggio violento ma con una grande dignità e un acceso senso di giustizia: vive nell'indignazione, nella paranoia e nel disprezzo per tutto ciò che è incoerente e vile.
Suo fratello minore Riley è uno studente ribelle che sogna una carriera criminale, adora i gangsta rapper e il loro stile di vita. A fianco a loro ci sono un nugolo di personaggi ambigui e particolari, rappresentanti delle varie anime dell'America contemporanea. C'è il nonno, dai modi all'antica, interessato solo a godersi la nuova vita da pensionato e a mettere una pietra sopra al suo passato di attivista. Poi ci sono Caesar, il miglior amico di Huey, ottimista e sempre allegro che sogna di diventare un grande rapper, Jazmine DuBois, coetanea di Huey e meticcia e Thomas DuBois, vicino di casa e padre di Jazmine, tipico modello del nero moderno e addomesticato che sogna una vita tranquilla per sè e un futuro sicuro per la figlia.



totalwar
00martedì 11 ottobre 2005 20:26
Huey Freeman



é il personaggio principale, giovanissimo ragazzo nero che vive con il nonno e il fratello minore, Riley.
Rivoluzionario, insofferente ai paradigmi dell’ «American way of life», è destinato ad essere eterno campione delle cause perse. Il suo pessimismo radicale lo porta spesso all’ incontro-scontro con i personaggi più «positivi», come Jazmine.


totalwar
00martedì 11 ottobre 2005 20:28
Riley Freeman



Il fratellino di Huey è il tipico prodotto della cultura del ghetto: il suo ideale modo di vivere è quello cantato dai cosiddetti «gangsta rapper», fatto di soldi facili e illegali, droga e prostitute. Si sforza di apparire il più possibile duro e tutto d’ un pezzo.
totalwar
00martedì 11 ottobre 2005 20:29
Jazmine DuBois



è una ragazzina mulatta, con gli occhi verdi e la pelle scura, che cerca disperatamente di trovare la sua identità, sul confine tra due gruppi etnici contrapposti.
totalwar
00martedì 11 ottobre 2005 20:32
Caesar



(Michael Caesar): è il miglior amico di Huey, originario di Brooklyn, porta sulla sua testa un cumulo di dreadlocks e sogna di diventare un giorno un rapper conosciuto e rispettato in tutta la nazione. Il personaggio rappresenta l’ Hip-Hop nella sua accezione più positiva, come reazione artistica all’ emarginazione.

la fonte: http://www.linus.net/hdoc/fumetti/boondocks.asp?idboondocks=4&startposition=1
totalwar
00martedì 11 ottobre 2005 20:37
images










totalwar
00martedì 11 ottobre 2005 20:40
questo fumetto mi piace molto, credo che questa presentazione sia un pò esagerata, dopotutto non è che ci sono i neri che si picchiano, però è molto interessante e soprattutto e comico, e non è molto facile farlo con un fumetto così [SM=g27823] .

io lo leggo su linus [SM=g27811]
JainaSolo
00martedì 11 ottobre 2005 22:07
Io non lo conosco, anzi, non ne avevo nemmeno mai sentito parlare, però non mi ispira particolarmnete![SM=g27818] [SM=g27829] [SM=g27828]
totalwar
00mercoledì 12 ottobre 2005 14:41
ti sbagli, è veramente bello! prova a comprarti un linus [SM=g27811]
totalwar
00martedì 29 novembre 2005 19:31
il creatore: Aaron McGruder


The Boondocks, il nuovo fumetto che vi presentiamo in anteprima nazionale, è strettamente legato alla realtà e ai meccanismi che governano la società americana di oggi. Il suo autore è Aaron McGruder, un ragazzo afroamericano molto giovane (ha appena 25 anni) che, dopo la laurea in letteratura conseguita presso l’ università del Maryland, ha deciso di concentrare i suoi sforzi nella produzione di questa striscia, diffusa dapprima su internet (date un’ occhiata al sito, ne vale la pena: www.boondocks.net ), poi sul giornale universitario, e infine arrivata un paio d’ anni fa sulla più famosa rivista statunitense di musica black, The Source, e varie altre pubblicazioni nazionali fra cui Time e Newsweek.
La strip si caratterizza per il suo particolare punto di vista, quello dei neri che abitano i sobborghi delle grandi città americane, vivono da protagonisti la crescita della cultura hip-hop che si nutre di musica rap, writing e breakdance, e condividono i problemi dell’ essere una minoranza etnica, socialmente svantaggiata, ignorata dalle istituzioni e che sembra a volte quasi votata all’ autodistruzione.
Questa caratterizzazione ci consegna un fumetto spiccatamente di parte, pervaso di un’ ironia acida e graffiante, l’ unica arma rimasta per reagire al ribrezzo provocato dalla politica e dai valori stessi della società americana Wasp. McGruder non ha peli sulla lingua, i suoi personaggi filtrano gli avvenimenti presenti e, pur con il sorriso sulle labbra, ci svelano il marciume che abbiamo intorno.
Dopo l’ 11 settembre, i Boondocks hanno passato un po’ di guai: il tono caustico con cui veniva criticata la reazione dell’ esecutivo agli attentati alle torri gemelle e i pesantissimi attacchi alla famiglia Bush e alla Cia, dipinti come coloro che hanno foraggiato e addestrato Bin Laden utilizzandolo per i loro precedenti scopi, sono stati considerati da molti giornali inadatti al clima di quei giorni; così la striscia è stata spesso sostituita da altre, che non turbassero i lettori. Questi sono tempi difficili negli Usa per le voci fuori dal coro, per chi non esalta il governo americano e il suo presidente come difensori della civiltà contro la barbarie che viene dall’ oriente, tempi in cui il pensiero critico è visto quasi come una minaccia, come una dichiarazione di fedeltà al nemico.
McGruder si è dispiaciuto per le censure subite, si è preoccupato, ma non ha certamente rinunciato ad esprimere le sue idee, in dissenso con il pensiero della maggioranza. Anzi, pare che presto i Boondocks «morderanno» anche nella più dinamica forma di cartone animato, in un progetto supervisionato dallo stesso McGruder.
Dunque, vi lasciamo finalmente alla lettura della strip, sperando che il suo umorismo vi aiuti nella difficile riflessione sui fatti del mondo...Go Boondocks!!Per saperne di più collegati al sito Internet www.boondocks.net

fonte: linus.net
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