Welby, lettera testamento

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silvercloud87
00sabato 9 dicembre 2006 10:05
Welby, lettera testamento
Doloroso appello per l'eutanasia

Toccante lettera di Piergiorgio Welby, l'uomo costretto da anni immobile in un letto, che chiede gli venga concessa l'eutanasia, al Tg3. "Vi scrivo dalla mia prigione infame", si legge, facendo riferimento al suo corpo "sequestrato". "Mi vengono alla memoria le lettere inviate alla politica da un illustre, altro prigioniero: Aldo Moro". Un'iniziativa che alimenterà il dibattito sul diritto alla dolce morte.

Pagine nobili e tragiche - prosegue Welby riferendosi alle missive di Moro - contro gli uomini di un potere che aveva deciso di condannarlo (anche lui per etica,naturalmente) a morte certa, anche lui ad una forma di tortura di Stato, feroce ed ottusa".

"Come già Luca Coscioni - scrive Welby - a mio turno sono oggi oggetto di offese e insulti, di pensieri, parole, aggressioni alla mia identità ed alla mia immagine, quasi non bastassero quelle perpetrate al corpo che fu mio e che, invece, vorrei, per un attimo almeno, mi fosse reso come forma - qual e' il corpo - necessaria del mio spirito, del mio pensiero, della mia vita, della mia morte; in una parola del mio "essere".

Sono accusato di 'strumentalizzare' io stesso, la mia condizione per muovere a compassione, per mendicare o estorcere in tal modo, slealmente, quel che proponiamo e perseguiamo con i miei compagni Radicali e della Associazione Luca Coscioni, che ha ragione ormai antica e sempre più antropologicamente, culturalmente, politicamente forte; "dal corpo del malato al cuore della politica". ''Dalla mia prigione infame, da questo corpo che - per etica, s'intende - mi sequestrano, mi tornano alla memoria le lettere inviate alla...'politica' da un suo illustre, altro, "prigioniero": Aldo Moro.

Pagine nobili e tragiche - prosegue Welby - contro gli uomini di un potere che aveva deciso di condannarlo (anche lui per etica, naturalmente) a morte certa, anche lui ad una forma di tortura di Stato, feroce ed ottusa. Quelle pagine non potrei farle mie. Anche perché‚ furono perfette, e lo restano''. ''Un pensiero, ancora, un interrogativo, un dubbio: dove sono mai finiti per tanti 'credenti' - prosegue - Corpo mistico e Comunione dei Santi? Comunque Addio, Signori che fate della tortura infinita il mezzo, lo strumento obbligato di realizzazione o di difesa dei vostri valori!"

"Io auguro a voi ogni bene. Spero davvero (ma temo fortemente che cosi' non sia), spero davvero che questo augurio vi raggiunga, si realizzi, perché‚ questo "voi" oggi manca anche a me, anche a noi altri''. Così Welby conclude la sua lettera: ''Grazie signor Direttore per la sua tollerante attenzione. A questo mio estremo, ultimo tentativo di trasmettere parola''.
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