Villa Fogazzaro diventa un museo, così rivive il Piccolo mondo antico

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!Serenella!
00lunedì 14 giugno 2010 18:58
Il Fai aprirà al pubblico la casa dello scrittore dell'800 sulla sponda italiana del lago di Lugano. Tutto è rimasto intatto, compresi gli ambienti dove nacque la celebre opera.

ORIA IN VALSOLDA (Como) - È come tuffarsi all'improvviso nel cuore di una pagina di "Piccolo mondo antico", il capolavoro di Antonio Fogazzaro. Tutto è rimasto identico, come allora, come a metà dell'Ottocento, quando l'autore ha ambientato qui, nella sua villa, in queste stanze, davanti a questi camini, di fronte a questo specchio d'acqua verde, sulla sponda italiana del lago di Lugano, tra le montagne della Valsolda, il suo romanzo più famoso. C'è il giardino con le stesse piante, conservate in modo maniacale. I cipressi, il glicine, l'olea fragrans, la vite del Canadà. C'è l'orto di Franco. Il vecchio viottolo che costeggia il lago. La terrazza. Lo sciabordio delle acque. La darsena dove nel romanzo perse la vita, annegata, la piccola Maria, la "Ombretta sdegnosa del Missisipì". I saloni, i salottini, lo studio, le camere da letto, la cucina, come se i padroni di casa fossero ancora presenti, solo usciti un attimo a fare due passi.

La proprietà di questo luogo straordinario, nel quale venne in parte ambientato nel '41 il celebre film di Mario Soldati, è stata lasciata in eredità al Fai, il Fondo per l'ambiente italiano, dal marchese Giuseppe Roi, scomparso lo scorso anno, pronipote di Antonio Fogazzaro (suo nonno sposò la figlia del grande scrittore). Nei prossimi giorni verrà presentata ai soci del Fai, su appuntamento. Poi cominceranno i lavori per renderla agibile al pubblico. "Giuseppe Roi, detto "Boso", era un vero mecenate, che ha dedicato la vita alla tutela del patrimonio e del paesaggio - racconta Marco Magnifico, vicepresidente del Fai, che ci accompagna in anteprima a visitare la villa - Vicentino, come Fogazzaro, è stato per anni presidente dell'Ente Ville Venete, che ha avuto un ruolo fondamentale nella difesa di numerosi palazzi storici. Da una decina di anni aveva annunciato che avrebbe lasciato al Fai la villa appartenuta al suo bisnonno. Una promessa confermata dall'apertura del suo testamento, nei mesi scorsi".

Nel romanzo di Fogazzaro è il paesaggio a essere uno dei protagonisti principali. Oria è la piccola frazione di Valsolda dove si trova la nuova proprietà del Fai, il lago stretto tra le montagne aspre, ripide, boscosissime, i diversi paesini che si affacciano, a mezza costa, in un angolo dimenticato d'Italia, in provincia di Como, al confine con la Svizzera. Chi vorrà ripercorrere quei sentieri avrà la sorpresa di ritrovarsi facilmente nelle descrizioni precise di Fogazzaro. Negli identici luoghi in cui si muovono i suoi personaggi, a San Mamete, Cressogno, Loggio.

Ma è all'interno della villa che la corrispondenza tra "Piccolo mondo antico" e gli spazi visitabili è totale. La casa abitata dai protagonisti, Franco Maironi e Luisa Rigey e dalla loro figlioletta Maria, di tre anni e mezzo, è descritta nel romanzo nei minimi particolari, proprio come la vediamo oggi: "... Sopra l'arco della darsena una galleria sottile lega il giardinetto pensile di ponente alla terrazza di levante e guarda il lago per tre finestre. La chiamavano loggia, forse perché lo era stato in antico. Dietro alla loggia vi ha una sala spaziosa e dietro alla sala due stanze: a ponente il salottino da pranzo tappezzato di piccoli uomini illustri di carta, ciascuno sotto il proprio vetro e dentro la propria cornice. Dai cassettoni rococò delle camere da letto alla madia della cucina, dal nero pendolo del salottino da pranzo al canapè della loggia con la sua stoffa marrone cosparsa di cavalieri turchi gialli e rossi, dalle seggiole impagliate a certi seggioloni dai braccioli spropositatamente alti...".
Il salone principale, battezzato "Siberia" dalla famiglia perché il più freddo, proprio sopra la darsena, è pieno, come tutta la casa, di oggetti ottocenteschi, soprammobili, uccelli impagliati, stampe e fotografie d'epoca. Particolarmente affascinante lo studio dello scrittore, dove sono conservati i suoi libri. E la sua scrivania da lavoro, con all'interno dei cassetti, sul legno, decine di piccoli brevi scritti originali dell'autore, come le invocazioni al figlio scomparso in giovane età. O un appunto autografo come questo: "11 agosto 1895, finito nel pianto "Piccolo mondo antico"".

Sulla porta della camera da letto di Fogazzaro, al secondo piano, il custode Giorgio Mellone, appassionato conoscitore di questi ambienti, mostra il punto in cui il poeta Giacomo Zanella, amico intimo dello scrittore, ha lasciato come ringraziamento una scritta a matita, nel 1865, che ancora oggi si legge chiaramente: "Tra tanto variar d'ombre e di luce, che sui monti e sul lago il sole induce, una cosa non muta il lieto volto, onde sempre qui vien l'ospite accolto". Versi che un altro amico dello scrittore, il maestro Gaetano Coronaro, sempre sulla medesima porta, a matita, ha messo in musica, disegnando le note e il pentagramma.

Molti i pezzi di arredamento di grande valore. In particolare le ceramiche e i servizi di piatti del Settecento, firmati dalla Manifattura Cozzi. Tappeti, mobili e un piccolo quadro di Fattori con un soldato a cavallo. Spiega Magnifico: "Giuseppe Roi ha voluto trasformare negli anni questa villa in una sorta di mausoleo, nel senso positivo del termine, di Antonio Fogazzaro. Aggiungendo numerosi oggetti appartenuti allo scrittore, ma conservati in altre dimore di sua proprietà, come quella di Vicenza. Nella sua pulsione di grande collezionista ha accumulato però anche numerosi altri pezzi della medesima epoca. Quello che ne risulta è un luogo straordinario. Quell'Italia che, avendola persa, oggi andiamo a cercare con più passione. In un luogo un po' dimenticato, come lo stesso Fogazzaro è oggi. In un paesaggio nascosto, quasi un eremo, che proprio per questo è affascinante poter riscoprire". Fonte
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