Unità d'Italia, Bersani attacca: «La Lega non c'è? Maggioranza finita»

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silvercloud87
00martedì 5 aprile 2011 15:08
LA RUSSA: «NON C'È UN OBBLIGO DI PRESENZA C'È UN OBBLIGO DI RISPETTO»
Unità d'Italia, Bersani attacca:
«La Lega non c'è? Maggioranza finita»

Il segretario del Pd e i festeggiamenti per 150 anni di nascita della Stato: «Su questo non si può scherzare»

MILANO - La festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia fa ancora discutere le forze politiche. «Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera. Se giovedì un partito della sua maggioranza non viene in Parlamento, lui deve dire che la sua maggioranza non c'è più perchè su questo non si può scherzare». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, attacca il Carroccio in vista delle celebrazioni in Parlamento per centocinquanta anni dell'unità d'Italia.
IDV - «È ora di finirla con questa pantomima ridicola diventata ora intollerabile: se la Lega non ritiene di festeggiare la festa nazionale dei 150 anni dell'Unità d'Italia si assuma le proprie responsabilità politiche ed esca dal governo» sottolinea invece il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. «Il silenzio di Maroni - aggiunge Donadi -, quel "lasciatemi in pace" ai cronisti che gli chiedevano della partecipazione sua e della Lega alle celebrazioni, è un'offesa profonda allo Stato, ai cittadini, all'istituzione che rappresenta. Il ministro dell'Interno di un grande Paese, perchè l'Italia nonostante tutto è ancora un grande Paese, non può rispondere in quel modo. Maroni si deve semplicemente vergognare».

LA RUSSA - Diverso ovviamente l'atteggiamento del Pdl nei confronti della Lega. Per i festeggiamenti dei 150 anni dell'unità d'Italia «non c'è un obbligo di presenza alle celebrazioni, ma c'è un obbligo di rispetto» spiega il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa. Certo, riconosce La Russa, «a volte c'è un po' di folklore» in alcune esternazioni, «non dico che la Lega sia folkloristica, ma ad esempio lo è Borghezio, o lo è chi invece vorrebbe il ritorno dei Borboni». E ancora: «Le parole di Speroni mi sembrano un po' campate in aria», ma «io confido molto in Bossi e gli ho detto: come io lavoro per un'Italia veramente federale, tu lavora per l'unità nazionale. E poi quando ho partecipato alle celebrazioni per il 4 novembre, in piazza del Popolo non c'erano esponenti di sinistra, o al massimo era presente uno solo, ma nessun giornalista mi ha chiesto perchè non erano presenti Bersani o D'Alema».

Redazione online
16 marzo 2011
Corriere.it
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