Ultimo congresso, Alleanza Nazionale si scioglie nel Pdl

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binariomorto
00domenica 22 marzo 2009 14:32
An, l'ultimo congresso verso il Pdl
La Russa: "Oggi è un nuovo inizio"




L'ultimo congresso di An, a pochi giorni dalla formazione del Popolo per le Libertà, avviene davanti a 1.800 delegati raccolti in un padiglione della Nuova Fiera di Roma. I lavori si aprono con un video in cui viene ricordato Giorgio Almirante. Il primo a prendere la parola sul palco è il reggente, Ignazio La Russa: "Per noi oggi non è una fine bensì un nuovo inizio" ha detto il ministro che poi ha definito An e FI "gemelli diversi".

I due partiti "andranno insieme verso un partito che supererà il 40%. Ma non ci sarà un pensiero unico o un unico pensiero", ha aggiunto.

Tutti i dirigenti di An sono schierati sul lunghissimo palco: è lungo una cinquantina di metri e rappresenta un ponte che collega Alleanza Nazionale all'approdo del Pdl. Dietro, a caratteri cubitali, lo slogan del congresso, "Nasce il partito degli italiani", sottolineato con un cordoncino tricolore di sapore vaganente militare. I colonnelli di Fini sono tutti sul palco. Molti di loro sfoggiano cravatte dai toni accesi, viste dallo schermo sono quasi fosforescenti: rossa quella di Gasparri, rosa quella di Urso, violacea quella di Bocchino. Fini ascolta dalla prima fila: è presidente della Camera, ci tiene a non mescolare i suoi due ruoli.

Molti dei delegati sono giovani, l'età media è intorno ai quarant'anni, pochi sono in sala quelli con i capelli bianchi. Le donne vestono in modo sobrio, molti uomini sono in completo scuro e cravatta. Non mancano quelli vestiti in modo più "casual".

Schifani: "Berlusconi renderà onore alla vostra storia".
"Sono consapevole che si sta costruendo un momento che dovrà segnare la storia del sistema politico del nostro Paese e non solo". Lo afferma Renato Schifani prendendo la parola al congresso di An. Il presidente del Senato prima ringrazia Gianfranco Fini poi tesse le lodi di Silvio Berlusconi, per la sua "capacità di guida" e la disponibilità "a cogliere le ragioni degli interlocutori".

Fonte: tgcom

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"Nessun pensiero unico nel Pdl"

Roma, Fini in lacrime scioglie An


"Il Pdl dovrà essere un partito ampio, plurale, inclusivo, unitario. Ma unitario non vuol dire un partito a pensiero unico, c'è una contraddizione tra pensiero unico e popolo della libertà, perché col pensiero unico manca la libertà. Oggi finisce An, nasce il Pdl, continua il nostro amore per l'Italia". Lo ha dichiarato Fini sciogliendo An. Poi una stoccata alla sinistra. "La crisi non è tanto di consenso ma di idee". Fini ha chiuso in lacrime.

La nascita del Pdl? "Non a San Babila"
Il leader del partito della Fiamma tiene anche a precisare che "il Pdl nasce da un'alleanza di base, tra gli elettori. Qualcuno dice che è nato il 12 dicembre in piazza San Giovanni, altri con le elezioni del 13 aprile. Di certo non è nato sul predellino di Piazza San Babila. Quel giorno, invece, Berlusconi ha avuto la capacità, nel momento di massimo scontro con AN, di rilanciare. Ma il Pdl nasce dalla lunga fase di gestazione degli ultimi 15 anni'

"La laicità delle istituzioni è un valore"
Dal palco di Fiuggi Fini spiega che "laicità che non può in alcun modo significare negare il magistero della Chiesa e, men che meno, la dimensione dell'aspetto religioso. Laicità delle istituzioni significa netta separazione e non soltanto, come ha detto giustamente Berlusconi, nessun tipo di collateralismo, ma soprattutto affermazione chiara ed esplicita del confine che deve separare la sfera privata rispetto a quella religiosa. Uno Stato è autenticamente laico nel momento in cui riconosce il valore della religione, ma lo colloca all'interno di scelte che sono di tipo individuale e personale; non possono essere scelte di tipo collettivo".

Il ruolo del Parlamento e il manovratore
Fini, quindi indossa i panni istituzionali del presidente della Camera e affronta il tema delle riforme perché "il nostro sistema istituzionale è superato'', occorre che la legislatura sia ''costituente''. Ma a una condizione: la riforma non può prevedere un Parlamento al quale si chieda di ''non disturbare il manovratore''. Ci dovranno essere ''magari meno leggi, ma ci dovrà essere più controllo''. Auspicata la riforma del bicameralismo perfetto.

Fonte: tgcom
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