Tastiere Pieghevoli e schermi pieghevoli

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GeNoAnO92
00martedì 16 ottobre 2007 21:10
qualcuno mi sa dire di più? ho sentito di veri e propri "fogli di carta" sopratutto di produzione cinese che saranno il futuro dei nostri computer... io al massimo di tecnologia che ho visto su questa pista è una tastiera gommosa pieghevole.... qualcuno ha qualche nozione in più riguardo ai "fogli di carta" tecnologici??... mi incuriosisce parecchio! [SM=g27811]
dinda90
00mercoledì 24 ottobre 2007 19:49
Il pc del futuro? Sarà un totem da salotto
Quale sarà the next step, il prossimo passo verso il futuro? Basta guardarsi intorno per capire quanto la nostra vita è cambiata grazie a computer e tecnologie. Anzi, meglio guardare i giovani che ormai da anni ci indicano la via sulla quale noi faticosamente arranchiamo per restare al passo con una evoluzione che si fa sempre più rapida e radicale. Loro no, i ragazzi di oggi si muovono con assoluta disinvoltura in questo mondo fatto di bit. Fanno i compiti con Wikipedia, si telefonano con Skype (che loro sanno installare nel pc e noi no), inviano filmati su YouTube, fanno i cyber-bulli e frequentano community con i loro fantasiosi nick-name. Ai loro occhi noi siamo «barboni» tecnologici (chissà perché gli ultimi modelli di computer e cellulari finiscono sempre in mano ai figli) e ci tocca difenderci come possiamo.
Ma non è detta l’ultima parola. L’evoluzione delle tecnologie digitali potrebbe venire in nostro soccorso se, come sembra, la tendenza dei prossimi anni è verso una progressiva semplificazione delle interfacce uomo-macchina. Da qui al 2020, data considerata di svolta dagli specialisti dell’informatica, potremmo contare su macchine sempre più potenti, ma, soprattutto, su sistemi di dialogo sempre più facili, intuitivi, immediati. Sguardo, parola e mani saranno le nostre chiavi di accesso per interagire con le macchine: dal pc al cellulare, dal palmare al foglio digitale, arrotolabile, su cui scaricare giornali ed e-book. Queste nuove interfacce ci consentiranno di comunicare con le macchina in modo assolutamente naturale e, dunque, per noi più immediato.
Il pc, anche se oggi resta difficile crederlo, sarà molto diverso da come ce lo immaginiamo. A parte la leggerezza e la progressiva miniaturizzazione, che renderà il portatile sempre più simile a un cellulare, scompariranno tastiera e mouse. La tecnologia touch-screen, che negli ultimi anni ha fatto molti progressi, permetterà di fare tutto sullo schermo utilizzando le mani. Anche iride e comandi vocali diventeranno un modo usuale di rapportarsi al computer. Come avveniva in Minority Report, il film di Spielberg (2002), ambientato nel 2054, dove Tom Cruise interagiva con un computer per violare fisicamente ambienti virtuali dove prelevava file direttamente con le mani. Un po’ come se potessimo entrare in una biblioteca virtuale, dall’altra parte del mondo, controllare cosa c’è negli scaffali e poi prenderci un libro per consultarlo prima di rimetterlo a posto, tutto senza spostarci dalla scrivania. Grazie al riconoscimento vocale potremmo presto semplicemente chiedere quello di cui abbiamo bisogno. Come una ricerca su Google, ad esempio, che grazie a operatori semantici potrà fornirci esattamente le risposta che cerchiamo, invece dell’attuale dispersiva e, a volte, sconfortante chilometrica lista di opzioni.
Del resto, secondo un calcolo recente, il totale delle pagine Web supera ormai i 600 miliardi: ciò crea inevitabilmente un rumore di fondo, con una serie di «rifiuti semiotici», che necessariamente richiederà strumenti di ricerca e selezione sempre più raffinati. Alle nostre domande le macchine daranno risposte con voce naturale (niente a che vedere con le attuali voci dei navigatori e dei call center che ci fanno tanto innervosire), e saranno in grado di tradurre da e in qualsiasi lingua. Multinazionali come Yahoo, Google e Ibm sono convinte che questa rivoluzione cambierà radicalmente la società e i rapporti tra gli uomini. L’esempio migliore viene da internet, dove la conoscenza della lingua più diffusa in rete, l’inglese, garantisce la comprensione solo di una minima parte del web, circa il 35% dei contenuti. Quando le macchine potranno tradurre per noi, tutto il web sarà alla nostra portata. L’ubiquità del pc.
Dovremmo abituarci a pensare ai computer non più solo come oggetti, ma anche come parte integrante di tantissimi oggetti diversi che occupano lo spazio intorno a noi: dalla cucina all’ufficio, dalla palestra all’auto. In un certo senso saranno pervasivi al punto di svanire nello spazio circostante. Entro 7-10 anni le tecnologie basate sul silicio saranno sostituite. Nano-tubi al carbonio, elettronica molecolare, calcolo quantistico, transistor tridimensionali, macchine neurali saranno la base di supercomputer in rete a geometria variabile. Anche gli attuali schermi, ingombranti e ad alto consumo di energia, lasceranno il passo a schermi pieghevoli, più piccoli, leggeri, a basso consumo, o da micro-proiettori in grado di riprodurre immagini su diverse superfici (unica possibilità per fruire in futuro di film scaricati dal cellulare).
I technosexual. Le nuove generazioni già oggi ci forniscono un assaggio di questa società del futuro. Basta osservarli: sparano sms alla velocità della luce, considerano la webcam un palcoscenico con cui esibirsi su YouTube, hanno sostituito la company (luogo fisico dove i loro padri trascinavano i pomeriggi) con le community di MySpace e SecondLife, hanno il blog al posto del diario e usano Skype per telefonare tra loro. Gli americani la chiamano post-generation, ragazzi cresciuti a base di telefonini e computer, tutti sotto i 30 anni, ormai prossimi a diventare la forza lavoro del nostro immediato domani. Il quotidiano Usa Today ha stimato che sono circa 70 milioni. Nel 2020, quando il lavoro sarà probabilmente più produttivo online che offline, saranno la forza lavoro prevalente dei «mondi virtuali».
La loro abitudine a vivere connessi è talmente radicata che ormai anche seduzione e emotività sono per loro strettamente legati ai rapporti mediati delle tecnologie, tanto da essersi recentemente guadagnati la definizione di Technosexual. Nel mondo globalizzato, chattano, discutono, si amano, da Londra a Firenze, da Madrid a New York. Non c’è dubbio: appartengono a un’altra specie rispetto a chi inviava lettere e foto nella speranza che da qualche parte nel mondo esistesse un’anima gemella. centralità domestica. Su un punto i due rivali storici sono d’accordo: il futuro è portare un computer in ogni salotto come vero totem della centralità domestica. Per Steve Jobs e Bill Gates questa è la battaglia più importante dei prossimi anni: imporre un oggetto in grado di essere computer, televisione, stereo, radio, registratore e piattaforma per videogiochi in modo da soddisfare tutte le esigenze di intrattenimento e informazione della famiglia.
Solo così il computer potrà aspirare ad occupare il posto che fu della radio nella prima metà del Novecento e che dagli anni 50 in poi occupa la televisione. Anche la profezia storica del giovane Gates, si era nel 1975, sembra superata: «Nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa». Adesso, 32 anni dopo, l’attempato padrone della Microsoft, ormai prossimo al ritiro a vita privata, lo vede meglio in ogni salotto. Convergenza e semplicità. Dalle linee di tendenza presentate da Steve Jobs e Bill Gates, i due guru che per 30 anni hanno dettato il nostro modo di rapportarci con le tecnologie, emerge con chiarezza che l’evoluzione dei computer si sta muovendo su due piani paralleli: la convergenza dei media e la semplificazione delle interfaccia uomo-macchina. Tutto sarà sempre più condensato in strumenti capaci di fare tutto: a patto che il loro utilizzo diventi sempre più facile e intuitivo per gli utenti.
Marco Pratellesi

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