Scuola: 20 università occupate. Viminale: prevenire violenza

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Raul19
00venerdì 24 ottobre 2008 09:13
ROMA (Reuters) - Dopo che oggi il premier Silvio Berlusconi ha smentito di aver minacciato il ricorso alle forze dell'ordine per impedire le occupazioni, sono salite a 150 le scuole e a 20 le facoltà occupate dagli studenti, e il Viminale annuncia che userà "fermezza e determinazione" per prevenire la violenza, anche se dice che intende garantire "piena possibilità di dissenso".

Intanto, a Roma migliaia di studenti universitari e medi hanno sfilato vicino a Palazzo Madama, dove i senatori sono impegnati nell'esame del contestato decreto legge Gelmini.

Da Pechino, dove si trova per partecipare al summit Asem, Berlusconi ha precisato di non aver mai parlato né pensato all'intervento delle forze dell'ordine nelle università occupate.

"Io non ho mai detto né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece che chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea a rinunciare al suo diritto essenziale", ha detto Berlusconi citato dai media, parlando "ancora una volta di un divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà".

Ieri Berlusconi aveva detto in conferenza stampa: "Voglio dare un avviso ai naviganti: non permetteremo che vengano occupate scuole e università perché l'occupazione dei posti pubblici non è un fatto di democrazia, ma di violenza nei confronti di altri studenti, delle famiglie e dello Stato", e aveva aggiunto che avrebbe convocato il ministro dell'Interno per dargli "istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa accadere".

VIMINALE: FERMEZZA PER PREVENIRE VIOLENZA

Stasera, al termine di un vertice a cui hanno partecipato i massimi gradi di polizia, carabinieri e servizi segreti, oltre allo stesso ministro dell'Interno Roberto Maroni, il Viminale ha diffuso una nota in cui si dice che finora a ottobre, in tutt'Italia si sono tenute 300 manifestazioni anti-Gelmini, e che ci sono 150 scuole e 20 facoltà universitarie occupate.

Il ministero dell'Interno ha detto che intende "garantire piena possibilità di dissenso", ma ha avvertito che userà "fermezza e determinazione nel prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta", minacciando di denunciare i responsabili alla magistratura.

Ma dopo le proteste di ieri della conferenza dei rettori alle parole di Berlusconi - per consuetudine sono i responsabili delle università a consentire l'ingresso della polizia negli atenei - il Viminale ha chiesto anche "chiarezza" ai presidi e ai rettori "per permettere la continuità didattica e per rafforzare la prevenzione di possibili atti violenti".

GELMINI: CONVOCHERO' STUDENTI

Intanto oggi il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha teso una mano agli studenti annunciando che li convocherà da domani per discutere assieme sulle ragioni della protesta.

"Convocherò da domani tutte le associazioni degli studenti per aprire uno spazio di confronto a una sola condizione: che si discuta sui fatti", ha detto il ministro Gelmini al Senato in sede di replica dopo il dibattito generale sul decreto sulla scuola.

Nel frattempo anche stamani, in tutta Italia, gli studenti di superiori e università hanno tenuto nuove manifestazioni, cortei e blocchi per protestare contro la riduzione dei finanziamenti statali per gli atenei, il blocco del turnover del personale, il rischio di privatizzazione dell'università e contro il decreto Gelmini, che prevede, tra l'altro, il ritorno al maestro unico alle elementari e sostanziosi tagli nel corpo docente per ridurre la spesa.

Sul fronte delle proteste, contemporaneamente alla riunione tecnica al Viminale, alcune migliaia di studenti in corteo -- al grido di slogan come "La gente come noi non molla mai" e "Noi la crisi non la paghiamo" -- hanno sfilato pacificamente a poche decine di metri a Palazzo Madama.

"E' la prima volta che la protesta va dalle elementari all'università...(Dopo le dichiarazioni di ieri di Berlusconi) la preoccupazione è altissima", ha detto un insegnante di un liceo del centro di Roma che partecipava alla protesta.

TENSIONI, POI CHIARIMENTO, TRA MARONI E BERLUSCONI

Maroni, che stamattina era a Trieste, non avrebbe gradito le dichiarazioni rilasciate ieri da Berlusconi in occasione di una conferenza stampa con il ministro dell'Istruzione, e durante l'incontro di ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli tra il premier e il titolare del Viminale sarebbe emersa qualche tensione.

"Sì, ma poi si sono chiariti, il premier ha corretto il tiro", ha detto una fonte del Viminale, spiegando che ora si tratta di capire "come garantire la libertà di manifestare da una parte, e dall'altra la libertà di frequentare le lezioni".

Alle domande dei giornalisti a Trieste, Maroni oggi si è limitato a dire che la riunione tecnica del pomeriggio serve "per capire qual è la situazione e decidere cosa fare".

I vertici delle forze di polizia hanno comunque sottolineato di poter intervenire nelle università solo se chiamati dai rettori, alcuni dei quali, hanno escluso al momento il ricorso alle forze dell'ordine.

Intanto oggi il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha detto di aver "inteso le parole di (ieri di) Berlusconi come condanna della violenza. Se quello che dice Berlusconi è uno stop, un freno forte a qualunque episodio di intolleranza e di violenza sono certo che sia un buon segnale", ha detto oggi La Russa in una conferenza stampa a chi gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni di ieri del presidente del Consiglio.

ANCORA PROTESTE

In due comunicati, fra gli altri, la Rete degli studenti medi e i collettivi universitari di Milano annunciano la prosecuzione di "occupazioni e autogestioni" in tutto il Paese, in attesa dello sciopero nazionale del 30 ottobre.

La Rete degli studenti medi ha confermato in una nota "la propria disponibilità a discutere con il ministro" Gelmini ma alla condizione "che il ministro sia disponibile a discutere su tutto l'impianto alla base dei provvedimenti e non solo su alcuni di essi".

"Le mobilitazioni non si placheranno fin quando il ministro non si fermerà ad ascoltarci, dopo aver fatto la 'Panzer' per sei mesi", hanno aggiunto.

Un comunicato che raggruppa alcuni collettivi universitari milanesi annuncia invece: "Abbiamo incominciato per non fermarci: blocchi stradali, della didattica, un'altra giornata incontrollabile".

A Bologna stasera è in programma una fiaccolata nella centrale piazza Maggiore di studenti medi, mamme e maestre di scuole elementari. Assemblee sono in programma oggi in diverse facoltà.

L'ateneo di Bologna intanto si è schierato con gli studenti, escludendo il ricorso alla polizia e definendo "fisiologiche" le proteste.

"Non abbiamo nessun motivo per chiamare la polizia. C'è una discussione vivace che rientra nelle dinamiche democratiche", hanno dichiarato ieri il pro-rettore agli studenti Paola Monari e il preside di Lettere Giuseppe Sassatelli. A Torino, stamattina si è svolto un corteo di circa 200 studenti del Politecnico che ha causato pochi disagi alla circolazione.

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