STEFANO BENNI

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Matty love Lili
00lunedì 9 agosto 2004 14:24
Questo che vedete qui sotto è il prologo di "Spiriti", uno dei libri più belli di questo grande nostro scrittore contemporaneo. E' in assoluto il mio autore preferito e da poco tempo ho finito forse di leggere uno dei suoi libri più belli, "Saltatempo". Spero che anche altri apprezzino questo grande scrittore e possa scambiare opinioni con loro. Oltretutto mi piacerebbe contattare lui stesso, ma nn so come fare!

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Una notte un uomo si svegliò in mezzo al deserto, senza sapere quanto aveva camminato, né perché.
Quando l'ultima nuvola scivolò via dalla luna, l'ombra dell'uomo si allungò come se sgorgasse dalla terra. Un filo d'acqua scorreva tenace nel greto screpolato del fiume, e non faceva più rumore di un respiro.
Alla nota del fiume si accordò un altro suono. L'uomo, con un bastoncino, batteva sul fango secco. Quel rumore ritmico, il pulsare di un cuore, richiamò qualcuno.
Dalle crepe della terra uscirono per prime le formiche rosse, dapprima in piccoli gruppi, poi in schiere compatte. Le seguirono le formiche nere dalle grosse teste dondolanti, le snelle dulciarie odorose di miele e le tagliatrici, reggendo le loro foglie come bandiere. Quel pulviscolo di piccole vite si radunò davanti all'uomo, che iniziò a intonare una sola profonda nota, come il vento dentro a un albero cavo. Una sciame di vespe gli rispose da lontano, con un crescendo di violoncello. Gigantesche, arrivarono le libellule, posandosi in prima fila, e poi le locuste dagli occhi rotondi e le cavallette color berillio. La macchia sul suolo si agitava, disegnata da un pennello invisibile e delirante, gonfiata da rivoli di altre creature, le cocciniglie e le termiti, i porcellini di terra dal guscio corazzato e le scolopendre dalle cento zampe.
Vennero i ragni violinisti, volando appesi a un filo sospeso nel cielo.
Venne la tarantola pelosa come la mano di un mostro.
Venne il ragno dei sette punti, il cui morso non lascia tempo per i pentimenti.
Venne l'amaranta, che al sole sembra una goccia di sangue.
Vennero gli scorpioni, con le code ritte come lance, e dietro a loro i lombrichi rossi, le tremoline viscide e i vermi bianchi e ciechi che nuotano nel fango salmastro.
Una processione di scarabei lenti come dinosauri avanzò con leggero rumore di foglie secche, e dietro a loro si schierarono le mantidi coreute, con aggraziati inchini. Grigie ed enormi, brandelli di fantasma, si posarono le farfalle notturne. Giunsero volando le ammenofile cannibali, gli scelifron dal vitino sottile, le rissose vespe soldato. Sonoro come un accordo d'organo, si avvicinò lo sciame delle api, la cui ombra coprì per un istante la luna, e scese facendo grappolo intorno all'unico albero secco.
Venne il macaone sulle cui ali era scritta la storia del mondo.
Venne la lucciola lupo, che vive negli occhi dei teschi.
Venne l'alipigio, che nuota nelle lacrime.
Vennero i grilli con i loro strumenti sottobraccio.
Poi venne l'insetto che nessuno aveva mai visto, il corpo d'oro e le ali tatuate, e si mise in prima fila, muovendo le antenne al ritmo della nenia.
La canzone dell'uomo cessò, e fu silenzio.
Né un'antenna, né un'ala si muoveva.
Sul viso dell'uomo c'erano quattro segni rossi, quattro strisce sanguinose, e gli occhi erano chiusi. Ma quando si mise a cantare, gli occhi incendiarono il buio.
Il canto crebbe, e non sembrava più venire dalla gola dell'uomo, ma da una profonda caverna. I primi ad unirsi furono i grilli, sfregando le zampe. Poi le farfalle batterono le ali, gli scarabei vorticarono le elitre, le cicale impazzirono, le api ronzarono e tutti gli insetti si unirono a quel rumore, e da ogni piccolo corpo la vibrazione si unì alle altre, si ingigantì e diventò un frastuono, un microbico sabba, gli sciami si alzarono in volo, e la terra iniziò a tremare.
Le nuvole apparvero improvvise, spinte e risucchiate dal vento delle ali, mentre dalla gola dell'uomo il grido si impennava, e il cielo era nero di voli e al rumore risposero gli uccelli dai boschi e le rane dagli stagni, e gemette il legno degli alberi, e le pietre delle montagne iniziarono a rotolare.
Allora l'atteso, il mostro, il Dio arrivò.
Ruotando immenso e nero sul suo unico piede, vorticando ebbro di velocità, col rumore di un fiume gigantesco, aria dentro aria strappando forza al cielo e scagliandola dentro la terra, sciabolando intorno la sua coda di serpente.
Il re dei tornadi si avvicinava, ai suoi piedi esplodevano i fulmini e lo precedeva un esercito di grandine e pioggia.
Una goccia cadde sul volto dell'uomo, mescolandosi ai segni rossi, e poi ne caddero altre, e risuonò più vicino il tuono. La macchia degli insetti vibrò di gioia, zampe e antenne si sollevarono a ricevere quell'acqua.
La terra fu incantata dal rumore di pioggia notturna.
Ogni altro suono cessò.
Poi lo scroscio diminuì lentamente, come un'orchestra ben diretta, restò solo un'eco d'archi, e l'ultimo tuono lontano annunciò che tutto era finito. L'uomo lasciò cadere il bastoncino e si accasciò, stremato. Sul volto i segni rossi si erano mescolati in una maschera sanguinosa.
Un'argia velenosa gli salì lentamente lungo il collo, dove la carotide pulsava, fino al mento e alle labbra chiuse, e lo morse.
L'uomo ebbe un sussulto. Subito fu in piedi, pieno di una nuova energia. Urlò, alzando le braccia al cielo, un grido vittorioso.
Da oriente a occidente, i lampi illuminavano l'Isola.
Il tornado, con un ultimo grido, entrò nelle viscere della terra e sparì. Tutto intorno restavano rami spezzati, rocce frantumate, pozze di pioggia. Ma del mostro non v'era più nessuna traccia.
L'uomo battè le mani e in un istante tutti insetti sparirono.
Sotto le ultime gocce leggere l'uomo, che aveva nome Fraie, tornò verso il suo villaggio. Una roccia a forma di testa di lupo gli indicava la strada. Alzò la testa e sentì nell'aria odore di incendio. Lontano, vide il riflesso delle fiamme. Sentì il lamento di un legno che conosceva. Era la sua casa. Allora iniziò a correre.
Inatteso, si udì lo sparo.
Ma l'uomo, pur colpito, continuò a correre, i suoi piedi non facevano rumore sul fango umido, il rumore era tutto nella sua testa e nel suo affanno, spararono ancora, e l'uomo morì, ma per dieci passi ancora continuò a correre da morto, spararono di nuovo, e da morto corse ancora per altri cento passi.
Solo quando capì che il tempo non finiva quella notte, rallentò i suoi passi impossibili, si fermò, e cadde.
- Proteggeteli, spiriti - disse, la bocca contro la terra.

Così cominciò la fine del mondo.
Matty love Lili
00venerdì 13 agosto 2004 18:55
A nessuno interessa?[SM=g27833]
Matty love Lili
00domenica 15 agosto 2004 11:49
Xkè nn lo caga nessuno questo post?[SM=g27813]
french32
00domenica 15 agosto 2004 13:25
a me benni piace molto!
Matty love Lili
00domenica 15 agosto 2004 13:29
Re:

Scritto da: french32 15/08/2004 13.25
a me benni piace molto!



Oh, finalmente!:SIMLE7:
Hai letto tutti i suoi libri?[SM=g27823]
--HERMY--
00martedì 28 giugno 2005 13:37
anke a me benni piace molto!
i suoi libri nn li ho letti tutti ma molti si e mi piacciono molto!
JainaSolo
00martedì 28 giugno 2005 15:54
io ho tentato di leggere qualcosa di suo, ma sinceramente non mi è piaciuto molto, quindi ho lasciato perdere![SM=g27820]
scrittrice88
00martedì 28 giugno 2005 18:34
io ho letto il bar sotto il mare e devo dire che l'ho trovato molto bello,con storie tutte diverse e tutte scritte con molta fantasia...
Arjuna
00venerdì 2 febbraio 2007 11:12
Di Benni ricordo TERRA!, molto bello.
E cosa dire di BAR SPORT e BAR SPORT 2000? [SM=g27836]

Sono sicuro di aver letto qualcos'altro, ma la momento non mi viene in mente nulla.

Cmq se su un libro c'è il suo nome vale la pena di comprarlo e leggerlo.
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