Psicologia: proposta, esperti a scuola contro 'errori' organizzativi e disagio

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Raul19
00mercoledì 17 settembre 2008 17:24
Psicologi a scuola non solo come sostegno e aiuto diretto ai singoli ragazzi. Ma soprattutto per migliorare l'organizzazione ed evitare gli 'errori' di gestione e comunicazione che possono mettere a rischio la qualità della formazione. Il tutto attraverso un servizio di psicologia scolastica, presente in tutte le Regioni, in grado di offrire consulenza e indicazioni pratiche ai dirigenti scolastici. E' la proposta del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi che, su questo tema, denuncia un forte ritardo del nostro Paese - unico in Europa a non disporre di un servizio di psicologia scolastica strutturato - ma 'prescrive' anche una terapia all'avanguardia, illustrata in una conferenza stampa oggi al Palazzo dell'informazione Adnkronos, a Roma, dove è stata presentata una 'fotografia' dei servizi psicologici nella scuola italiana.

"Lo psicologo chiamato per risolvere il singolo caso problematico rappresenta un modello superato. Questa figura professionale, ben utilizzata, è in grado di svolgere un'azione importante per migliorare l'efficacia e l'efficienza della scuola, ma anche per prevenire il disagio ", spiega Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio dell'Ordine degli psicologi. Per questo Palma pensa a equipe di professionisti in ciascuna Regione, a disposizione dell'intero sistema scolastico.

"Gli utenti - precisa - non sono solo gli studenti, ma sono i dirigenti, gli insegnanti, le equipe dei docenti e tutte le strutture che interagiscono con il sistema scolastico. Puntiamo insomma sul 'benessere organizzativo'". I professionisti, in pratica, aiutano ad analizzare e a trovare soluzioni ai problemi che creano più disagio nella gestione, ma anche semplicemente a consigliare le modalità più adeguate per comunicare efficacemente nuove regole e procedure. C'è poi l'impegno più 'classico' per ridurre il disagio dei ragazzi. E sono molti i campi di intervento: in molte regioni il 15% dei ragazzi non completa il percorso formativo di base, e il 41% dei bambini delle elementari ammette di aver subito prepotenze, ricorda Palma. Senza dimenticare i problemi emergenti tra i giovanissimi: anoressia, bulimia, dipendenze.

"Anche in questo caso - continua Palma - l'intervento della psicologia scolastica deve puntare non ad interventi singoli che possono essere realizzati dai servizi già esistenti sul territorio, ma agire a monte, con interventi in grado di far crescere la cultura di insegnanti e dirigenti. In questo modo si arriva meglio a dare risposte concrete ai ragazzi". Per Palma bisogna colmare in primo luogo le carenze normative e valutare correttamente la potenzialità dell'azione preventiva di un servizio di psicologia scolastica strutturato. "C'è sicuramente un investimento iniziale da fare - conclude - ma a medio e lungo termine la prevenzione porta risparmi concreti
Lostrys63
00lunedì 22 settembre 2008 14:01
Grande iniziativa, ma dall'alto ci diranno che non ci sono fondi per realizzarla!
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