Piante che migliorano l’ambiente domestico: l’Areca

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Frida07
00venerdì 6 marzo 2009 08:43


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Volete una pianta capace di assorbire sostanze tossiche pericolose come la formaldeide, lo xilene o il toluene e che al contempo umidifichi con efficacia l’ambiente, rendendo per esempio una casa con l’aria troppo secca (durante l’inverno situazione tutt’altro che rara) più vivibile e salutare? Ok, ho la pianta che fa per voi: si chiama Chrysalidocarpus lutescens ed è più comunemente nota come Areca.

Affrontando l’argomento si chiude tra l’altro la descrizione del trittico delle piante in grado di migliorare sensibilmente l’ambienti chiusi e utilizzate in un interessante esperimento tenutosi in un ufficio di New Delhi di cui ho già parlato. E dopo aver scritto sul Pothos e sulla Sanseveria è l’ora di parlare di questa indispensabile pianta, del resto già molto diffusa nelle nostre case.
Che la vogliate chiamare palma d’Areca, Areca lutescens, Chrysalidocarpus lutescens, Dypsis lutescens, palma farfalla, o palma delle canne dorate non importa, si tratta sempre della stessa pianta. Originaria del Madagascar è una palma sempreverde che appartiene alla famiglia delle Arecaceae e in natura può raggiungere i dieci metri d’altezza ma va detto che nel vostro appartamento difficilmente raggiungerà i due metri. È caratterizzata da fitti fusti esili che terminano in fronde pennate, arcuate, dalle quali partono, quasi opposte, delle foglioline lunghe e rigide denominate pinnule.
La coltivazione non è difficile basta fare attenzione alla temperatura, alla luce e all’irrigazione. Per quanto riguarda la temperatura infatti l’Areca cresce regolarmente se tenuta a temperature che variano tra i 18 e i 22° C ma sotto i 16 lo sviluppo si arresta e la pianta ne soffre. Va posta in un luogo ben illuminato ma non direttamente alla luce del sole anche se fino a un paio di ore di luce diretta non recano danno. D’estate è possibile spostarla all’esterno ma è fondamentale non esporla ai raggi diretti del sole. Capitolo irrigazione: dovrete fare molta attenzione ai ristagni e, all’opposto, al terreno secco, entrambi i casi dannosi per la pianta, ma mantenere il terreno umido senza che si inzuppati d’acqua. Questo è l’aspetto più delicato della sua coltivazione ma una volta trovate le giuste misure il successo è assicurato. In ambienti troppo secchi (si pensi alle case in inverno) o durante i periodi più caldi dell’anno è consigliabile nebulizzare la pianta; ricordatevi anche, ogni tanto, di pulire le foglie passandoci sopra un panno inumidito con acqua demineralizzata.
L’Areca ama terreni piuttosto sciolti e la miscela ideale risulta essere quella formata da terriccio, torba e sabbia in parti uguali. Rinvasatela ogni due anni circa e comunque quando la pianta ha riempito buona parte del vaso.
Il modo migliore per riprodurla consiste nel prelevare, durante la primavera, i germogli basali con incluse alcune radici piantandoli separatamente in vasetti contenenti una miscela composta da una parte di terriccio, una parte di torba e due di sabbia e infine avvolgeteli in sacchetti di plastica trasparente e teneteli in un luogo caldo e con luce media.
Eccovi dunque servite, con questa bella palma, le tre piante che dovrebbero essere presente in ogni casa, capaci di rendere più salubri i nostri interni e ovviamente più belli e accoglienti. Ma l’argomento non si esaurisce certo qui, visto che ci sono molte altre piante in grado di svolgere una funzione “depuratrice” degli ambienti che, tempo permettendo, vale la pena approfondire.


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