Pasticcio liste PDL nel Lazio e la Corte d'Appello ha respinto l'istanza

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binariomorto
00lunedì 1 marzo 2010 12:41
La Corte d'Appello ha respinto l'istanza.
La mancata presentazione lascia la candidata senza un importante sostegno
Storace: "La magistratura usi il buon senso". Bonino: "La legge valga per tutti"

Regionali, Pdl senza lista in provincia di Roma
Polverini: "Napolitano garantisca gli elettori"

Rotondi: "Stufo di questa banda d'incapaci". Il centrodestra annuncia che presenterà ricorso
Zingaretti: "Stupefacente che ci si appelli al presidente della Repubblica per coprire un abuso"


ROMA - E' stata respinta l'istanza presentata dal Pdl per l'accoglimento della lista provinciale di Roma dei candidati del centrodestra alle elezioni regionali del Lazio. "Per ora faremo un nuovo ricorso all'ufficio centrale regionale della Corte d'appello", ha annunciato Ignazio Abrignani, responsabile elettorale del Pdl.

"Sono convinta che si tratti solo di un fatto burocratico. Non credo che al Pdl, il maggior partito del Lazio e di Roma, possa essere impedito l'accesso alla competizione elettorale. La burocrazia non uccida la democrazia. Lancio un appello al capo dello Stato: garantisca a tutti i cittadini, anche quelli del Pdl di esprimere il proprio voto", ha detto Renata Polverini candidata alla presidenza della regione Lazio nella conferenza stampa convocata al comitato elettorale di via Imbriani dopo l'esclusione della lista Pdl per ritardo dalla competizione elettorale. E anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, si appella al capo dello Stato e ai magistrati "che devono decidere sugli esiti di questa vicenda, affinché venga garantito il diritto dei romani a esprimersi democraticamente".

Intanto è scontro sulla mancata presentazione della lista. Mentre nel Popolo della Libertà si oscilla tra le accuse di incapacità (Rotondi) a chi ha organizzato la presentazione e la difesa di Storace: "Sarebbe un golpe", il centrosinistra chiede garanzie che non si usano pesi e misure diverse per salvare la lista Pdl. Il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti invita a non coinvolgere il Quirinale: "Renata Polverini è candidata e con molte liste a suo sostegno. Quindi il confronto democratico è pienamente libero e rispettato. Trovo, invece, stupefacente che ci si appelli al presidente della Repubblica e ai magistrati non per difendere un diritto, ma per cercare di coprire un abuso", dice Zingaretti. "Se un povero cristo compie degli atti in ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge - prosegue l'esponente del Pd- ne paga tutte le conseguenze. Non si capisce perché lo stesso non debba valere per chi, colpevolmente, presenta in ritardo una lista elettorale".

"Non vorrei che dopo le leggi ad personam, assistessimo a provvedimenti ad 'listam'. Una innovazione degna di qualche altro regime" dice Emma Bonino "Noi - rimarca la candidata del centrosinistra - non ci lamentiamo, ma nessuno abbia memoria corta. Questa lista semplicemente non c'è. Si parla di verbale aperto o chiuso. No, non c'è proprio. Questo è un punto di legalità da tenere ben fermo. Io credo che la legge debba valere per tutti".

Dalle diverse ricostruzioni dei fatti emerge che, comunque, alle 12 di ieri (scadenza legale della presentazione), le liste del Pdl non c'erano ancora. Francesco Storace, leader della destra, si appella al buon senso dei giudici: "La magistratura usi buonsenso. L'esclusione del Pdl dalle Regionali avrebbe il sapore di un colpo di Stato. La sinistra, comunque, non si illuda: nel Lazio non molla nessuno".

Ma anche nel centrodestra piovono critiche sull'organizzazione deficitaria del partito. Gianfranco Rotondi, ministro per l'attuazione del Programma è inferocito: "L'onorevole De Luca da solo in Piemonte ha presentato in tre giorni una lista della Dc per Cota letteralmente pensata e realizzata in una settimana. I maestri del PdL hanno fatto perdere la Polverini a tavolino. Io ne ho piene le tasche di fare il parente povero in questa banda di incapaci. Nemmeno la campagna elettorale mi induce a misericordia".

E il centrosinistra insiste: "Per molto meno in passato altre liste sono state escluse dalla competizione elettorale. Non si capisce pertanto su quali basi sia stato impostato il ricorso del Pdl, che, se accolto, capovolgerebbe all'istante, ed in modo davvero clamoroso, tutta la più recente giurisprudenza del Consiglio di Stato". E' quanto afferma l'avvocato Alessandro Gerardi, membro della leadership radicale. "La normativa sulla presentazione delle liste - spiega il legale - è chiarissima e prescrive che la lista regionale dei candidati e i relativi allegati debbono essere presentati prima delle ore 12 e che di questo atto, di natura istantanea, si dia conto nel verbale di ricevuta; in altre parole il solo ingresso dei delegati presentatori, seppur tempestivo, nella cancelleria della corte di appello è elemento di per sè irrilevante se non accompagnato dalla materiale ed altrettanto tempestiva consegna della documentazione, completa e perfettamente in ordine, al cancelliere".

Invece, ricorda Gerardi: "I rappresentanti del Pdl non hanno fatto nulla di tutto questo, trattenendosi all'esterno degli edifici della corte d'appello ben oltre lo scadere del termine perentorio per la presentazione della lista in quanto, come riferito da numerosi testimoni, non disponevano di tutti i documenti necessari; tanto è vero che al loro rientro non gli è stato consegnato il verbale di ricevuta da parte del cancelliere, al quale non è mai stata consegnata la documentazione".

Fonte: Repubblica
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