Parma - La Rocca ricca

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Frida07
00mercoledì 2 aprile 2008 11:39

Viaggio nella maestosa fortezza dei Sanvitale circondata da un incredibile recinto di acque. Le sale sono un vero e proprio saggio della vita dei signori dell'epoca. I Viaggi

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Il visitatore che arriva a Fontanellato con molta probabilità è consapevole di essersi recato in un posto particolare, ma la "scoperta" del luogo supera senz'altro le aspettative. E' noto che in questa città in provincia di Parma vi è uno dei due unici castelli italiani (l'altro è a Ferrara) che possono vantare al giorno d'oggi lo stesso aspetto che avevano nell'antichità anche per quanto riguarda il fossato che li circonda tutt'ora colmo d'acqua, ma la posizione delle case costruite a ridosso della fortezza aggiunge il tocco in più dell'elemento sorpresa. Infatti percorrendo una qualsiasi delle caratteristiche vie porticate che conducono al centro storico ci si trova al cospetto della maestosa rocca dei Sanvitale all'improvviso.

L'attenzione viene subito catturata dall'incredibile recinto di acque che la costeggia, profondo dai due ai quattro metri, a cui fu attribuito anche il ruolo di "peschiera"e dove, fino ai primi del novecento, si trovavano anche i gamberi. Ancora oggi vi si vedono sguazzare trote , carpe e cavedani, oggetto di gare di pesca organizzate periodicamente. I Sanvitale divennero Conti di Fontanellato sul finire del '300 e inglobarono nella costruzione del castello la torre difensiva edificata dai Pallavicino nel XII secolo, riconoscibile attualmente perché unica dalla forma quadrata. Negli ultimi anni del '500 al ruolo di fortezza militare fu aggiunto all'affascinante maniero quello di dimora residenziale. Visitando le sale del primo piano della rocca, tutt'ora perfettamente arredate, si può avere un vero e proprio saggio della vita dei signori dell'epoca che ne rimasero i proprietari fino al 1948 quando l'ultimo discendente della famiglia, il conte Giuseppe, la vendette al Comune.

Per accedere all'interno attualmente si attraversa un ponte in muratura che alla fine del XVIII secolo prese il posto del ponte levatoio. Sul retro del castello c'è invece l'ingresso alla darsena che negli anni '70 fu utilizzato dai ladri che riuscirono a portare via delle opere d'arte con l'aiuto di un gommone! Dal suggestivo
cortile di forma quadrata una rampa di scale conduce al primo loggiato da cui si accede all'abitazione. Il primo ambiente che si incontra è la grandiosa Sala delle Armi, coperta da una volta a vela stupendamente affrescata, da cui si accede alla loggia del lato nord in cui si possono ammirare i resti degli affreschi eseguiti da Cesare Baglioni alla fine del XVI secolo. La bellissima collezione di ceramiche del XV, XVI e XVII secolo esposta nella successiva Sala da Pranzo, abbellita anche da due dipinti di Felice Boselli, fa rivivere i sontuosi pranzi che si svolgevano sul tavolo davanti al maestoso camino, mentre nella sala biliardo che s'incontra subito dopo saltano all'occhio delle curiose stecche di lunghezza e forma diverse da quelle standard per permettere di svolgere le partite stando seduti. Superata poi la stanza che contiene diversi cimeli di Maria Luigia d'Austria, moglie di Napoleone Bonaparte e suocera del conte Luigi Sanvitale, si entra nella Sala da Ricevimento dove, tra i preziosi mobili dei periodi Luigi XV e Luigi XVI, spicca un clavicembalo barocco della fine del '600 proveniente dall'Antico Teatro del Parco.

Dalle altre due porte della sala si accede alla camera nuziale con il solenne soffitto a cassettoni del 1600, ed alla Galleria degli Antenati in cui si trovano i ritratti dell'intera dinastia dei Sanvitale. Una piacevole passeggiata nel giardino pensile dei bastioni del lato sud offre anche una visione particolare della città dalle finestre e dalle feritoie. La più grande attrattiva del pianterreno e di tutta la rocca è senza dubbio la saletta di "Diana e Atteone" con il capolavoro del Parmigianino a cui il conte Galeazzo Sanvitale, nel 1523 commissionò gli affreschi. Lo splendido dipinto, che si ispira al racconto del mito contenuto nelle "Metamorfosi" di Ovidio, occupa l'intero soffitto a volta e parti delle pareti della piccola stanza e costituisce una delle opere più straordinarie e affascinanti del giovane pittore che a Fontanellato vide la sua consacrazione. In esso si riconoscono anche degli spunti presi dalla vita reale dell'epoca, come il ritratto della moglie di Galeazzo, Paola Gonzaga, dei suoi bambini e verosimilmente del suo cane. Le sale che circondano questo angolo prezioso costituiscono il cosiddetto "quartiere rinascimentale" e in esse si possono ammirare affreschi di diverse stili e scuole. Gli altri ambienti del livello sono occupati da un'interessante Pinacoteca , da una Sala delle Mappe e dalla stanza che contiene il Teatrino dei figli di Albertina e Luigi Sanvitale.


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