Pablo Picasso. I luoghi e i riti del mito. A Salerno fino al 13/03/2005

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mortimer11
00lunedì 20 dicembre 2004 12:20
Su Pablo Picasso sembra che tutto sia stato detto e che non possa essere aggiunto nulla.
Non esiste, infatti, un altro artista contemporaneo o del passato, che abbia avuto altrettanta ricchezza di bibliografia, e soprattutto sia stato capace di affascinare profondamente anche quanti non si interessano attivamente di arte, finendo con l'incarnare lo spirito stesso del XX secolo.
La straripante sensualità che trasuda da ogni opera, facendo del suo inconfondibile (eppure sempre diverso) linguaggio un'inscindibile mescolanza di arte e vita, come se nell'una si potesse leggere in trasparenza l'altra e viceversa, tanto che non sorprendono le parole che soleva ripetere:"La mia opera è come un diario. E' persino datata come un diario. Per comprenderla devi vedere come rispecchia la mia vita", lo rende un mito intramontabile del nostro tempo.
A partire dal secondo dopoguerra la figura di Picasso esce, infatti, dagli angusti confini dell'arte e, ammantandosi di un alone quasi leggendario, comincia a configurarsi come il mito dell'artista più carismatico del novecento: il suo stile di vita, libero e anticonformista, i suoi numerosi amori e le sue passioni di sempre(le donne, le corride), le sue amicizie con poeti, scrittori, musicisti e toreri diventano oggetto di uno sfruttamento mediatico, amministrato con astuzia e discrezione, che supera perfino quello degli attori hollywoodiani, tanto che le vicende dell'uomo talvolta si contendono la ribalta con l'interesse delle sue opere, sulle quali tutti i critici del mondo riverseranno fiumi di inchiostro

I luoghi ed i riti del mito propone un complesso di opere, alcune delle quali mai ammirate in Italia.
Una sintesi mirabile del fecondo rapporto tra l'artista spagnolo ed il mito mediterraneo al quale egli attinge a piene mani nel corso della sua permanenza in Campania.

L'esposizione attraversa alcuni momenti che hanno caratterizzato l'esperienza del grande artefice dell'arte del XX secolo: figure, temi legati tra loro da un fil rouge fortemente segnato dalla vivacità del bacino archetipale del mediterraneo.
E' un tracciato espositivo, come negli intenti dei curatori Massimo Bignardi, Maria Lluisa Borràs e Luigi Fiorletta, che tesse un rapporto dialettico fra storia e contemporaneità, fra i segni della civiltà greca, essenza principale del sostrato immaginativo mediterraneo, e le energie che hanno acceso la creatività del principale interprete del "modernismo".

In mostra circa trecento opere, tra dipinti, disegni, ceramiche, incisioni e fotografie di grandi interpreti, quali Capa, Cartier-Bresson, List, Burri, Newman, Mili.
Un filo che collega punti immaginari del mediterraneo picassiano: dai dipinti giovanili realizzati a Malaga e Barcellona a quelli dell'età più matura, dei primi del Novecento, ad alcuni disegni realizzati sotto l'influenza del "viaggio italiano" del 1917, ai dipinti di Antibes dell'immediato secondo dopoguerra, fino ad un ampio repertorio di ceramiche eseguite a Vallauris dal 1947 al 1969.


Informazioni utili:


Complesso Monumentale di Santa Sofia-Salerno
Dal 18 dicembre 2004 al 13 marzo 2005
ORARIO: martedì, mercoledì e giovedì 9.00-20.00;
venerdì, sabato e domenica 9.00-22.00; lunedì chiuso
INGRESSO: intero 9 euro; ridotto 5 euro


Tiscali notizie


:SMILES1: :SMILE11:
isa69
00domenica 23 gennaio 2005 18:31
qualche quadro


Les Demoiselles d’Avignon





isa69
00domenica 23 gennaio 2005 18:34


Las meninas




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