Obama-Berlusconi, ecco la telefonata

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silvercloud87
00sabato 8 novembre 2008 11:05
CHIARIMENTO DOPO GAFFE sul «presidente abbronzato»
Obama-Berlusconi, ecco la telefonata
Barack chiama: «Confermata l'amicizia Italia Usa». Il Cavaliere litiga con un giornalista americano

DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES — Per un'intera giornata tiene banco l'attesa della telefonata con Obama. In Italia l'opposizione attribuisce il ritardo all'aggettivo speso e rivendicato dal capo del governo, quell'«Obama abbronzato» che ha fatto il giro del mondo e suscitato tante polemiche. Poi, dieci di sera ora italiana, c'è finalmente il contatto diretto fra il Cavaliere e il nuovo inquilino della Casa Bianca. Un colloquio di circa 20 minuti, che a Palazzo Chigi definiscono «affettuoso», in cui si parla del G8 a presidenza italiana, di Afghanistan, delle missioni congiunte all'estero. E in cui soprattutto non c'è alcun accenno alla polemica delle ultime ore. È la conclusione di un caso durato poco più di un giorno, che nel pomeriggio tiene impegnato il Cavaliere, durante la conferenza stampa del Consiglio europeo. Passano in secondo piano gli argomenti economici, il premier accetta il tema, di buon grado, per 10 minuti, poi tradisce nervosismo e perde le staffe, mandando a quel Paese un cronista, presunto reo di aver richiesto le scuse al popolo americano «offeso» dalle parole del presidente del Consiglio. Berlusconi non arretra di un millimetro, rivendica il diritto ad usare l'aggettivo «abbronzato » per definire in modo scherzoso il neo inquilino della Casa Bianca, richiama alla memoria dei giornalisti una canzone di successo «Abbronzatissima»: «Ricordate le parole? Una cosa assolutamente gioiosa, non certo offensiva. Potevo anche dire che è giovane e alto, usare un altro aggettivo, ma non sarebbe stato carino per Putin e Medvedev che non sono certo alti». Non attribuisce alcuna importanza al fatto che Obama abbia parlato con alcuni leader europei prima di farlo con lui: «Non ho ancora avuto il tempo di cercarlo, ho avuto molti impegni internazionali, ieri a Mosca, oggi qui, ma tutta questa è una storia ridicola, di solito mi si dà dell'americano con il k, ora invece mi si imputa una mancata telefonata ».

Mentre parla a Bruxelles il capo del governo non sa ancora quando arriverà il contatto diretto con il nuovo presidente americano, ma non attribuisce importanza alla tempistica: «Io ho rapporti cordialissimi con l'amministrazione americana e continuerò ad averli. Li ho avuti con Bush, con Clinton, li ho con lo speaker del Congresso, Nancy Pelosi». L'eco delle polemiche che arrivano dall'Italia «dimostra solo che l'opposizione non si rassegna al fatto di aver perso le elezioni, non hanno proprio nulla da fare, fra l'altro così dimostrano di non avere alcuna cura per gli interessi del nostro Paese, perché ci rendono certamente più difficile il compito di governare e quindi fare gli interessi del Paese». Poi arriva l'incidente con un cronista americano dell'agenzia Bloomberg. Il giornalista chiede al premier se non ritiene di dover chiedere scusa al popolo americano, che «è stato offeso dalle sue parole». Berlusconi mette da parte la pazienza, si alza dalla sedia, risponde stizzito: «Chieda scusa lei, ora si è aggiunta una persona alla famosa lista». Ovvero quella degli «imbecilli», evocata il giorno prima a proposito delle critiche di Veltroni e dell'opposizione. Dall'Italia arriva il commento di Umberto Bossi al Tg1: «Berlusconi è fantasioso, ma è meglio non fare battute».

Marco Galluzzo
08 novembre 2008
corriere.it
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