Masaccio

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speedy13
00lunedì 11 ottobre 2004 17:08
quante volte interrogato su "la trinità". Confesso che è bella però.
isa69
00mercoledì 13 ottobre 2004 01:17
vero molto bella....
[SM=g27811]




Masaccio:
LA TRINITÀ, 1426-28, affresco cm.667x317,
Firenze, Chiesa di Santa Maria Novella,


..."Nato miserabile, quasi sconosciuto durante la miglior parte della sua breve vita, ha operato da solo, in pittura, la piú importante rivoluzione che questa abbia mai subito. Lo splendore della scuola italiana s'inizia con lui"...
E.Delacroix, in "Revue de Paris", 1830

..."Io credo che qualunque altra arte sia derivata da lui, Raffaello e gli altri, eccetto i coloristi, per i quali il caso é diverso"...
J.Ruskin, Modern Painters, 1843-60

..."Masaccio era la rivelazione ineffabile di una nuova naturalezza, quasi sciolta dall'assoggettamento a un principio stilistico, ma in grado di produrne, come la natura stessa, infiniti. A Masaccio non si chiedeva una regola per ben comporre o ben colorire, ma quasi di voler rivelare il segreto dell'esistenza corporea in una lirica nobilitata dall'azione"...
R.Longhi, Piero della Francesca, 1927

[Modificato da isa69 13/10/2004 1.18]

neve67
00sabato 16 ottobre 2004 22:37
...decisamente una bella e complessa opera!!
themonster91
00lunedì 8 novembre 2004 12:16
[SM=x322220] Davvero ben realizzata
!Serenella!
00venerdì 21 agosto 2009 17:53


Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai detto Masaccio nasce a Castel San Giovanni (odierna San Giovanni Valdarno) il 21 dicembre 1401 da ser Giovanni di Mone Cassai, notaio e da Jacopa di Martinozzo. Nel 1406, muore il padre e la madre si risposa con Tedesco di Mastro Feo. Masaccio compie il suo primo apprendistato probabilmente nella bottega del nonno paterno, Mone di Andreuccio, come cassaio, ovvero falegname-mobiliere. Nel 1417 muore Tedesco di Mastro Feo e alla fine di quell'anno Masaccio è a Firenze con la famiglia dove inizia la sua formazione presso la bottega di Masolino e frequenta Brunelleschi e Donatello. Nel 1422 s’iscrive all'Arte dei Medici e Speziali. In seguito riallacciandosi alle grandi intuizioni di Giotto egli concepisce una pittura radicalmente nuova, arrivando subito a porsi, insieme a Brunelleschi e a Donatello, come il terzo fondamentale punto di riferimento della rivoluzione artistica del primo Quattrocento. Attivo soprattutto a Firenze sia da solo sia in collaborazione con Masolino, ma lavora anche a Pisa e a Roma dove morirà nel 1428 a soli 27 anni.
Nonostante la sua breve esistenza, la produzione pittorica di Masaccio è assai ricca e spazia, secondo l’uso del tempo, dalla tempera su tavola all’affresco.
!Serenella!
00venerdì 21 agosto 2009 18:00
Le sue opere

Nel 1424 esegue, in collaborazione con Masolino, a cui probabilmente è stata commissionata, la Pala d'altare detta Sant'Anna Metterza, per la chiesa di Sant'Ambrogio a Firenze, invece, ora si trova alla Galleria degli Uffizi. La pala è stata fatta con tempera e oro su tavola e, rappresenta la Madonna sul trono con il Bambino e Sant'Anna "messa come terza" ( da qui deriva Metterza) e alle sue spalle, come sfondo, un drappo damascato (cortina) sorretto da angeli.
Masolino riservò per sé il compito di dipingere la santa, gli angeli turiferari (in basso con il turibolo) e gli angeli reggicortina in alto a sinistra e al centro, mentre a Masaccio toccò la Madonna col Bambino e l'angelo reggicortina in alto a destra.
In queste figure sono evidenti i caratteri distintivi dell'arte di Masaccio con il suo modo di rappresentare le figure, poste saldamente in uno spazio reale e quella di Masolino che cerca di fare propri i modi nuovi della rappresentazione masaccesca ottenendo però dei risultati inferiori. Possiamo, infatti, notare alcune imperfezioni: la mano sinistra di Sant’Anna, tesa in avanti a protezione del Bambino, è priva di un braccio al quale congiungersi e la gamba sinistra non è stata rappresentata e non si riesce a capire neanche l’esatta posizione.



Madonna col Bambino e sant'Anna, detta comunemente Sant'Anna Metterza
1424
Tempera su tavola
175 x 103 cm
Firenze, Galleria degli Uffizi


!Serenella!
00venerdì 21 agosto 2009 18:06
Nel 1426 Masaccio realizza “la Crocifissione” eseguita a tempera e olio su tavola. L’opera costituiva il comparto centrale superiore di un polittico realizzato per la chiesa del Carmine di Pisa, polittico poi rimosso nel tardo Cinquecento e successivamente smembrato e disperso. Ora la tavola si trova al museo di Capodimonte a Napoli.
La tavola ci mostra la scena della Crocifissione con un Cristo che, guardato di fronte, pare abbia il capo completamente incassato nelle spalle, come arreso alla morte. In realtà la tavola va vista dal basso verso l'alto, come quando era collocata nel suo sito originario, ed in questa prospettiva il collo appare nascosto dal torace innaturalmente sporgente. Anche il corpo, con le gambe slegate dal supplizio, appare sfalsato dalla prospettiva. La Madonna (figura a sinistra) sta ora immobile ai piedi della croce, le mani giunte che si stringono nel dolore, nell'ampio mantello blu, come impietrita dall'angoscia. Sull'altro lato della croce sta un San Giovanni con il capo mestamente reclinato sulle mani congiunte, ed il movimento delle braccia è sottolineato dal blu di una manica che contrasta con il rosso del manto. Ha il volto affranto e sembra sforzarsi per trattenere le lacrime.
Al centro inginocchiata ai piedi di Cristo, abbiamo la Maddalena che vediamo solo di spalle, i lunghi capelli biondi disciolti sul suo manto rosso, e pare aver fatto da poco irruzione nella scena ed agitarsi scomposta dal dolore. Ha le braccia aperte tese al cielo ed un’impareggiabile forza espressiva. In alto sulla croce è posto il simbolo metafisico dell'albero della vita.



Crocifissione
1426
Tempera su tavola
83 × 63 cm
Napoli, Museo di Capodimonte
!Serenella!
00venerdì 21 agosto 2009 18:10
Cappella Brancacci

La cappella Brancacci è si trova nella chiesa del Carmine a Firenze. Fu realizzata da Pietro Brancacci, esponente di una delle famiglie più potenti di Firenze. Un discendente di Pietro, nel 1423, per ricordare il suo avo, diede incarico a Masaccio e a Masolino da Panicale di affrescare questa cappella con storie tratte dalla vita di san Pietro. I lavori furono condotti in collaborazione dai due maestri fino al 1425, anno in cui Masolino partì per l’Ungheria. Masaccio ha lavorato a questi affreschi, senza completarli, fino alla sua morte. I lavori furono poi completati, circa cinquant’anni dopo, da Filippino Lippi. La cappella subì continue vicende, soprattutto quando venne demolita la volta a crociera e conseguentemente alcuni affreschi di Masaccio, e quando, pochi anni dopo, un incendio annerì e danneggiò parzialmente gli affreschi superstiti. Con i restauri realizzati negli ultimi anni del decennio Ottanta, gli affreschi hanno ritrovato la loro tonalità originale e si presentano oggi molto più leggibili e godibili.




!Serenella!
00venerdì 21 agosto 2009 18:19
Il tributo è il primo affresco in alto della parete di sinistra e rappresenta Gesù e i suoi apostoli, che per entrare nella città di Cafarnao, dovevano pagare un pedaggio (episodio al centro). Non avendo soldi, Gesù disse a San Pietro di pescare un pesce dal fiume (episodio a sinistra). San Pietro così fece, e nella bocca del pesce trovò la moneta necessaria a pagare il tributo per poter entrare nella città (episodio a destra). San Pietro, viene rappresentato ben tre volte: nel gruppo degli apostoli, a sinistra che pesca il pesce dal fiume e a destra che dà al gabelliere la moneta pescata. Anche il gabelliere viene rappresentato due volte: una prima che ferma il gruppo degli apostoli per chiedere il pagamento del dazio, la seconda quando riceve da san Pietro la moneta. La scena si svolge all’aperto, in uno spazio naturale e non architettonico. L’unico edificio che compare è quello a destra, alle spalle del gabelliere che con la sua prospettiva, contribuisce a dare un senso di profondità all’immagine. I tre episodi però, non sono posti in ordine cronologico poiché i primi due sono invertiti.



Il Tributo
1425
Affresco
599 x 260 cm
Firenze, S.Maria del Carmine (Cappella Brancacci)
!Serenella!
00venerdì 21 agosto 2009 18:23
La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre è sempre un affresco rappresentato nel registro superiore a sinistra della Cappella Brancacci. In questo affresco ci sono Adamo ed Eva nel momento in cui l’angelo di Dio li caccia dall’Eden. Le due figure sono nude e con l’ultimo restauro si sono eliminate le foglie che erano state aggiunte a tempera per mascherare il sesso dei personaggi. Adam, il cui piede destro sta ancora varcando il Paradiso Terrestre, singhiozza disperato coprendosi il volto per la vergogna. Eva, solo dopo il peccato originale può, per la prima volta, accorgersi della propria nudità e provarne vergogna, cerca di coprirsi i seni e il pube. Il suo volto (in cui vi è un intenso gioco di luci e ombre) è sfigurato da un dolore infinito, la bocca è spalancata in un urlo straziante e gli occhi corrugati nella smorfia del pianto. Il paesaggio al di fuori dell’Eden, si riduce a delle rocce desolate, prive di vegetazione, dietro di loro un cielo profondo senza nuvole.



Cacciata dal paradiso terrestre
1424-1425
Affresco
260 x 88 cm
Firenze, S.Maria del Carmine (Cappella Brancacci)
neve67
00venerdì 4 settembre 2009 21:49
ha un modo di dipingere che però non mi piace molto, preferisco altri artisti anche se le sue opere di per sè sono maestose
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