Lega-Pdl, il puzzle delle amministrative Bossi la spunta a Brescia, non a Torino

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silvercloud87
00martedì 31 marzo 2009 22:11
Vertice di Berlusconi con il Senatur. Il Carroccio critica la Moratti
"Se non era per noi la legge sull'acqua sarebbe stata impugnata"
Lega-Pdl, il puzzle delle amministrative
Bossi la spunta a Brescia, non a Torino

di RODOLFO SALA


MILANO - Primo vertice tra alleati dopo il battesimo del Pdl, ma sul desco di Arcore - dove ieri in serata Berlusconi incontra prima i coordinatori nazionali del partito, quindi i leghisti Bossi, Calderoli e Cota - c'è un elenco sterminato di pratiche da affrontare. A cominciare dalle candidature per le amministrative di giugno. Il clima post-congresso certo non aiuta, e solo in extremis la Lega incassa l'investitura di un suo uomo, Daniele Molgora per la corsa alla Provincia di Brescia. Ma deve cedere su Torino, dove alle provinciali sarà candidata la pidiellina Claudia Porchietto. Via libera dunque alla piazza più importante: a Milano il candidato presidente è il berlusconiano Guido Podestà. Però la trattativa è stata difficile: il Senatur ha drizzato le antenne dopo l'uscita pro-referendum di Gianfranco Fini, preoccupato anche dall'obiettivo dichiarato da Berlusconi ("puntiamo al 51 per cento").

Nel puzzle delle candidature, ha tenuto banco il caso Torino. Il Carroccio ha insistito con Elena Maccanti, mentre il Pdl contrapponeva il nome della numero uno dell'Api Porchietto. Il rischio - che però Berlusconi non voleva assolutamente correre - era di un clamoroso divorzio elettorale, con due candidati presidenti del centrodestra. E ha preferito mollare, dopo essersi appartata con Bossi, su Brescia, dove il Pdl aveva già candidato l'azzurro Romele, legato al ministro Gelmini. Altri problemi, risolti all'ultimo, a Padova: una poltrona per due aspiranti presidenti, il candidato sarà del Pdl. Ma nelle ultime ore a Monza il Carroccio ha minacciato più o meno esplicitamente di non sostenere la corsa di Dario Allevi (ex An) per la guida della nuova Provincia. Motivo: Allevi è legato a La Russa, e il ministro della Difesa si è più volte espresso a favore dell'abolizione delle Province.

Sullo sfondo, ci sono inoltre le regionali dell'anno prossimo. Il Carroccio ha già prenotato il Veneto, ma nel movimento c'è chi sostiene che il vero obiettivo di Bossi sarebbe la presidenza della Lombardia, dove Roberto Formigoni - che non riesce proprio a fare il salto verso Roma - ha già annunciato di ricandidarsi: per la quarta volta. Di recente, tra l'altro, il governatore è stato protagonista di un vivace battibecco con la Lega, un po' troppo "di lotta", oltre che di governo (il suo). Ieri gli ha risposto Roberto Maroni: "Formigoni dovrebbe ricordare che se non fosse stato per noi il governo avrebbe impugnato la legge regionale sull'acqua approvata dalla Lombardia".
Nelle ultime ore, e sempre in Lombardia, si è aperto un altro fronte. Sulla Rai.

I parlamentari leghisti Davide Caparini, bresciano e segretario di presidenza nella Commissione Vigilanza, e il milanese Matteo Salvini, citano i dati dell'Osservatorio di Pavia e accusano il Tg regionale di "discriminare la Lega" a favore di Forza Italia e An, oltre che del Pd. Di qui la richiesta al presidente della Vigilanza Sergio Zavoli di convocare il responsabile del Tg regionale. È un siluro anche a Formigoni. Poi c'è il braccio di ferro su A2A, la ex municipalizzata milanese dell'energia che si è fusa con la "sorella" di Brescia. Bossi si è lamentato con Letizia Moratti: basta con il sistema duale che ora regge la società (consiglio di gestione e di vigilanza), bisogna tornare a un unico cda.

Senza contare i corposi distinguo dei leghisti sull'Expo che stenta a decollare. Il primo a parlare di possibile commissariamento da parte del governo è stato il sottosegretario Roberto Castelli, ma a dare filo da torcere al sindaco di Milano c'era fino a qualche tempo l'ex parlamentare Dario Fruscio. Che infatti è stato costretto a dimettersi dal collegio sindacale della società di gestione dell'Expo.

(31 marzo 2009)
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