Le Corbusier pittore

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!Serenella!
00lunedì 3 dicembre 2007 15:41
Ad Alessandria, a Palazzo Monferrato, in mostra la produzione pittorica di Le Corbusier, grande protagonista
dell'architettura razionalista. Tra dipinti e disegni, sfila la parte intima dell'artista, fatta di forme e colori liberi


ALESSANDRIA - Esordì con un orologio da taschino. Aveva appena quindici anni e faceva già parlare di sé come di un abile cesellatore svizzero all'Esposizione d'Arti Decorative di Torino del 1902, quella che segnò il trionfo effimero dello stile Liberty, tra gli eleganti oggetti disegnati da Mackintosh, Horta e Lalique. E' da questo episodio che di solito partono le retrospettive dedicate a Le Corbusier, che ripercorrono la sua epopea di portentoso e geniale architetto del movimento moderno, poeta romantico del razionalismo costruttivo, sperimentatore incontrastato di ferro e vetro, di tetti-terrazze, frangisole e pilots, teorizzatore di cubistiche spazialità per gli ambienti interni. Eppure, per una volta, si vuole rivelare la doppia anima di Le Corbusier, forse quella più intima e vezzosa, dedita alle arti visive e decorative, figlia dell'intuizione modernista dell'integrazione delle arti, di wagneriana memoria. Un'operazione che tenta di fare la mostra "Le Corbusier. Dipinti e disegni", ospitata a Palazzo Monferrato dal primo dicembre al 30 marzo, sotto la cura di Achille Bonito Oliva, Erich Mouchet e Vincenzo Sanfo.

La rassegna, realizzata in collaborazione con la Fondation Le Corbusier di Parigi, riunisce opere realizzate all'inizio degli anni Venti che documentano l'attività dell'artista-architetto agli esordi pittorici nel "ventre" di Parigi, per arrivare fino alle ricerche targate anni Sessanta, poco prima della morte, avvenuta in Francia nel '65.

L'esposizione focalizza come Le Corbusier, al secolo Charlse-Edouard Jeanneret prima dello pseudonimo assunto dal 1920, abbia sempre cercato, negli anni della sua preparazione, di prendere coscienza di tutte le esperienze creative della sua contemporaneità, dal cubismo, al futurismo, al neoplasticismo alle avanguardie russe. E di questo aggiornamento metabolico risente fortemente la sua ricerca formale.

E' innegabile l'influenza strategica del cubismo, per il semplice fatto che questo linguaggio poneva il problema di una nuova rappresentazione degli oggetti nello spazio e del volume colorato sul piano senza ricorrere all'uso della prospettiva. E' l'orizzonte cubista che accoglie Le Corbusier al suo arrivo a Parigi nel '17, città che gli riserverà anche il fatidico incontro con il pittore Ozenfent, con cui firmerà un sodalizio intellettuale e artistico. Con lui declinerà la nuova idea di Purismo pittorico, inseguendo l'ideale programmatico del "rappel à l'ordre", del ritorno all'ordine, di quell'ambizioso "ricominciare tutto da zero". Una riflessione pittorica che verrà promossa sulle pagine dell'Esprit nouveau, la rivista che i due pubblicheranno dal '20 a sostegno di una classicismo nuovo, interlocutore diretto dell'italiana Valori Plastici.

Quando l'architettura divenne il palcoscenico dove esibire il suo talento ufficiale, la pittura e il disegno diventano "la spalla", spesso riservata più agli amici ed estimatori che al grande pubblico, ma che comunque trasfigurata in centinaia di fogli di schizzi e dipinti che codificano uno stile del tutto personale e riconoscibile. Una produzione dove prendono vita le forme sinuose delle bagnanti, le nature morte, i divertissement sulla flora e fauna e in particolare il ciclo dedicato ai tori che occupa una parte rilevante della sua opera. L'alter ego pittorico di le Corbusier, oltre ad aver prodotto alcuni straordinari carnet di viaggio, è diventato protagonista spesso di un dialogo serrato con i suoi progetti architettonici, che dall'euforia pittorica ha preso ispirazione o quanto meno spunto per ipotesi di ricerca costruttiva. L'uso libero e gioioso del colore, così come la libertà delle forme, diverrà una caratteristica costante della sua pittura e lo porterà, anche in questo campo, ad essere uno dei protagonisti dell'arte figurativa del suo tempo, al fianco di illustri compagni di strada come Picasso, Miró e Léger.

La mostra condensa tutto questo a suon di dipinti - tra cui alcuni oli su tela di grandi dimensioni - e disegni, sciorinando lavori sopraffini come "Nature Morte Puriste Verticale" del 1922, o "Femme dans l'embrassure d'une porte" del 1933 che ritrae la moglie Yvonne in occasione di un vacanza a Vezelay, o ancora "Mains, buste e coquillage" del 1954, che fa parte dei celebri collage, cui Le Corbusier dedicherà buona parte del suo impegno figurativo.

Ma nel percorso spiccano anche alcune sculture e un grande arazzo finora mai esposto, a ricordare che da quel limpido e raggelato purismo iniziale, Le Corbusier riuscì a convertirsi agli straordinari arazzi, i cosiddetti muralnomad, come li chiama lui, cui si dedica dal '48, realizzati sulla base del Modulor, il suo sistema proporzionale di carattere antropomorfo, dal disegno libero e dal colore intenso. E, a braccetto con Joseph Savina , sperimentava le sculture, che recuperano la passione cubista per la scultura negra, caricandosi di una complessità formale senza precedenti di memoria antropologica e arcaica, sempre di intonazione picassiana.

Notizie utili - "Le Corbusier. Dipinti e disegni", dal 1 dicembre al 30 marzo, Palazzo Monferrato, (Via San Lorenzo 21). La mostra è curata da Achille Bonito Oliva, Eric Mouchet, Vincenzo Sanfo.

Orari: Tutti i giorni 9.30 - 19.30; chiuso il lunedì.

Ingresso: intero € 9,00, ridotto €7,00. Fonte
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