La rabbia si pensava debellata invece a volte ritorna

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!Serenella!
00domenica 11 maggio 2008 10:10
La rabbia (cosiddetta idrofobia) è una terribile malattia, comune a molti mammiferi e all'uomo, quasi sempre letale e per la quale non esiste ancora alcuna cura adeguata.

I recenti casi che si sono verificati in Francia e hanno fatto perdere a quel paese lo status di nazione indenne, acquisito nel 2001, obbligano ad alzare il livello di guardia in tutte le nazioni europee, soprattutto quelle confinanti. Già nel febbraio di quest'anno una cagna, di nome Cracotte, introdotta in Francia dal Marocco era morta a causa di questa malattia infettiva, non prima di avere infettato altri due cani e morsicato una bambina, che vaccinata in emergenza, è stata salvata. La malattia, nota fin dall'antichità per le sue terribili manifestazioni prima della morte era stata, in passato, attribuita alle cause più strane, dagli inaspettati spaventi alla fame e alla sete.

Già agli inizi dell'800, prima della scoperta del vero agente causale, il Leroy, un famoso veterinario francese che insegnò a lungo anche in Italia, intuisce che vi sono animali più predisposti e che essa si trasmette "per contagione" e avanza il sospetto del morso da parte di animale ammalato. Prima ancora della scoperta del Rhabdovirus, quale vero agente causale della malattia dunque, i veterinari avevano capito che il cane (ma non il gatto) e altri mammiferi selvatici (volpe) avevano un ruolo importante nella sua trasmissione, così come il morso, e che la causticazione della parte o addirittura la sua amputazione immediata potesse salvare la vita. Peraltro, nella cura della malattia, non abbiamo fatto nessun passo in avanti, rispetto a due secoli fa, come d'altronde per molte malattie da virus, mentre i veri passi da gigante li hanno fatti l'aumento dell'igiene, ma soprattutto i vaccini: se malattie come il vaiolo, la poliomielite e anche la rabbia sono state totalmente debellate in moti paesi, lo dobbiamo alle campagne di vaccinazione.

L'ultimo cane morto di rabbia il 21 aprile, appena al di là delle Alpi, era nativo del Ghana ed era stato introdotto illegalmente, prima in Belgio e da lì in Francia. Il problema dell'immigrazione illegale pone dunque, fra gli altri mille problemi, anche quello del controllo di malattie infettive qui da noi ormai scomparse, ma ancora ampiamente diffuse nei paesi da dove gli animali seguono l'uomo nelle sue peregrinazioni. La vaccinazione per la rabbia deve essere effettuata, nei cani, costantemente ogni anno e non dispensata, come spesso si usa fare, a chi va all'estero con il cane. Il fatto che non sia obbligatoria non è un buon motivo per trascurarla e i recenti casi francesi suonano come un campanello d'allarme da prendere in serissima considerazione. In Francia si stanno, ancora oggi, cercando le persone venute a contatto, anche occasionale, con i cani ammalati. Fonte
Syria 80
00domenica 11 maggio 2008 18:47
Triste cosa... [SM=g27819]
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